Venerdì è morto Lino Lacedelli, il primo scalatore del K2
Si
è spento nella sua casa di Cortina a 84 anni Lino Lacedelli, protagonista,
insieme ad Achille Compagnoni, della prima scalata del K2. Lacedelli, malato da tempo, avrebbe
compiuto 84 anni il prossimo 4 dicembre. Le sue condizioni di salute erano
drasticamente peggiorate a partire dall’estate scorsa, quando, operato al
cuore, non si era più ripreso completamente, nonostante si fosse sottoposto a
una lunga e attenta riabilitazione.
Quest’anno è mancato anche Achille
Compagnoni, l’altro protagonista della storica scalata del K2 nel 1954. La
spedizione guidata da Ardito Desio conquistò gli 8610 metri di altezza della
montagna del gruppo del Karakorum e da allora il K2
fù considerata la montagna degli Italiani, restituendo un po’ di orgoglio
nazionale ad un paese uscito distrutto dalla guerra, che nelle gesta degli
alpinisti di 55 anni fa’ trovò anche lo stimolo per rialzare la testa.
La
coda di polemiche per il caso Bonatti si spense solo negli ultimi anni, dopo
che il mondo alpinistico riconobbe il ruolo dell’altro grande protagonista di
quella sofferta impresa. Ma alla fine proprio Lacedelli, con il libro «K2: il prezzo
della sconfitta», che raccontò la versione definitiva, rendendo onore al
sacrificio e ai rischi corsi da Walter Bonatti che si sacrificò portando
l’ossigeno per consentire al Lacedelli e Compagnoni di raggiungere la vetta.
Tra
le sue alte imprese, si ricordano: nel 1947, la prima ripetizione della
direttissima del Col Rosà e l’apertura di nuove vie sullo spigolo sud del
Sassolungo di Cibiana e sulla parete sud-ovest della Tofana di Rozes; nel
1951, insieme a Luigi Ghedina, la prima ripetizione della via Bonatti sulla
parete Est del Grand Capucin; nel 1952, l’apertura, sempre insieme a Ghedina,
di una nuova via lungo la parete Sud della Cima Scotoni. Anche se il suo nome
resterà scolpito per sempre sui ghiacciai e le rocce del K2 e nella sua
Cortina.