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Incidenti in montagna: quando la morte fa notizia


Anche negli ultimi due giorni la morte fa notizia, audience. Si aprono telegiornali, programmi di approfondimento e programmi radiofonici, per non parlare delle numerose pagine dedicate sui quotidiani. E per fortuna che Vespa e Porta a Porta sono in ferie, altrimenti vedremmo il modellino del K2 al posto della villetta di Cogne.
Per le tragiche vicende delle ultime ore sul K2, (la seconda montagna della Terra per altezza con i suoi 8611 metri, ritenuta da tutti più difficile dell’Everest), dal quale ne sta uscendo il forte alpinista italiano Marco Confortola, con qualche danno da congelamento, ma con salva la vita, oltre che la vetta raggiunta i primo agosto; pare di essere ornati ai tempi della tragedia sull’Everest raccontata da Krakauer nel libro Aria Sottile. Ben 11 alpinisti, di cui 2 portatori sherpa, hanno perso la vita, a causa del crollo di un seracco che ha spazzato via le corde che dovevano agevolare la discesa e di una valanga poche ore dopo. Quindi riecco i termini “montagna maledetta”, “valanga assassina”, giornalisti famosi che chiedono ad Agostino Da Pollenza di spiegare meglio al grande pubblico che cos’è un seracco. Ci s’interroga sul senso delle spedizioni commerciali, ogni volta che ci scappa il morto, non quando una persona disposta a spendere in portatori, guide e ossigeno per essere sospinto fino alla cima, definisce questa come un’impresa alpinistica e non sostanzialmente come una vacanza in alta quota.
E sulle nostre montagne del cuneese purtroppo non va meglio.
Ancora due incidenti mortali domenica. La ventitreenne Chiara Bertaina di Centallo, è morta nella zona di Terme di Valdieri, dopo essere caduta per circa 50 metri dalla parete sud dell’Argentera. L’altra vittima è Giorgio Donegà, 53enne di Cuneo, deceduto a Pra del Rasur, in alta Valle Gesso, per un infarto.
Se questo serve a far riflettere la gente sui pericoli oggettivi dell’andare in montagna, del dover allenare il corpo e preparare la tecnica, per proteggere la propria incolumità in un ambiente non addomesticato, ben venga.
Così come si dovrebbero raccontare tutte le morti per incidenti stradali, per abuso di velocità, di alcool o droga, modi molto più stupidi per lasciarci le penne.

Giancarlo Costa

Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006.