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Pasqua di lutto per il ciclismo belga: morti Antoine Demoitiè e Daan Myngheer


Due tragedia hanno colpito il ciclismo professionistico in questi giorni e purtroppo anche il Belgio, provato duramente dagli attacchi terrostici. Sono morti due ragazzi che correvano in bici, da professionisti, con il sogno di vivere della loro passione.

Per Antoine Demoitié, ciclista di 26 anni del team belga Wanty-Groupe Gobert, ci sono grosse responsabilità dell’organizzazione e soprattutto del motociclista al seguito della corsa Gent-Wevelgem che l’ha travolto e ucciso dopo una caduta che l’aveva coinvolto con altri corridori. E non si partli di fatalità, quante volte nelle ultime stagioni abbiamo visto in televisione ciclisti travolti e messi fuori corsa da qualche auto o moto a qualche titolo in strada assieme ai ciclisti? L’elenco è lungo, ormai chilometrico, doveva scapparci il morto, come succede a tanti ciclisti sulle strade del mondo, per sperare in una sterzata degli organizzatori su questa cosa? Rinunciamo al reality all’interno delle corse per far vivere agli spettatori le corse dal di dentro se ciò vuol dire mettere a rischio l’incolumità degli atleti. Gli spettatori appassionati di ciclismo capiranno e i corridori capiranno.

Fatalità invece quellla che ha colpito Daan Myngheer, ciclista belga della Roubaix Metropole Lille, che è morto all’ospedale di Ajaccio dove era stato ricoverato dopo l’attacco cardiaco che l’aveva colpito nel finale della prima tappa del Criterium International in Corsica due giorni fa. Il dramma sembra quello del calciatore Morosini del Livorno, morto sul campo di calcio qualche anno fa. Ci saranno inchieste, la colpa magari finirà al medico di turno che non ha fatto un esame o qualcosa del genere, ma qui la fatalità di un arresto cardiaco di un giovane sportivo merita il cordoglio di tutto il mondo del ciclismo e dello sport. Un cuore di uno sportivo ha smesso di battere mentre batteva per la sua passione, silenzio e cordoglio di tutto il mondo del ciclismo e non solo.

Ma è la tragedia di Antoine Demoitiè che deve far protestare e alzare la voce, non solo per le gare ciclistiche, ma per tutti i morti sulle strade di chi usa la bici come mezzo di trasporto, per vivere meglio e spostarsi senza inquinare intasare le strade.

Rispetto per i ciclisti quando si guida un’auto o una moto!


Giancarlo Costa

Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006.