Xterra Poland: Wiess e Karaskova vincono la terza edizione. L’italiano Davite vince la propria categoria.
Cracovia (Polonia): solitamente gli appuntamenti XTERRA si tengono in luoghi diversi dalle grandi città. Spesso sono località poco conosciute, altrettanto spesso paesi piccoli che però hanno dalla loro parte la location, un bel lago o il mare in alcuni casi. Cracovia invece è una grande città, storicamente molto rilevante e soprattutto bellissima. Città dai mille volti e con monumenti conservati perfettamente con la più grande piazza d’Europa, uno spettacolo insomma. Purtroppo Cracovia è stata al centro della storia contemporanea per altri fatti, anzi,misfatti. La seconda guerra mondiale la colloca tra le città più colpite dalla furia nazista. In più a pochi chilometri da essa sorgono i due più famosi campi di concentramento del terzo Reich; Auschwitz e Birkenau. Ciò che l’uomo non avrebbe mai dovuto vedere.
Tornando però allo sport e alleviando la storia di Cracovia, un lago incredibilmente blu ricavato all’interno di una cava abbandonata ospita l’evento XTERRA Poland. A circa 3 km dal centro di Cracovia immerso in boschi e sentieri da mal di testa e meta di svago e relax per tutti i cittadini di Cracovia. La zona cambio allestita su una pista ciclabile e le due frazioni di mtb e Trail che si intersecano tra di loro in un andirivieni di atleti che si incrociano più e più volte durante la loro fatica. Eh si, perché si è faticato, tanto. Dopo i 1500 scarsi nel lago, su due giri, un lungo trasferimento porta alla zona cambio. 38 km di mtb, non tecnici ma maledettamente da guidare, da pedalare forte sulle rampe scivolose tra radici e terra mossa, da rilanciare in continuazione con chicane tra alberi, ponti su ruscelli e compressioni spacca-catene. Bello, forse solo un po troppo a rischio errore di percorso.
Dall’acqua vola verso la zona cambio Crudginton seguito da Sam Osborne. Le distanze in realtà dagli inseguitori non sono eclatanti e Chane’, Wiess Allen e company sono molto vicini. Tra le donne è Brigitta Poor ad uscire prima dal lago. Da lì in poi sarà lotta serrata, tra lei, Carina Wasle, Helena Karaskova e Riou.
La mtb vede Wiess recuperare subito posizioni e portarsi davanti al gruppo. Osborne tiene per quanto può ma oggi il sudafricano sembra averne davvero tanto. Chane’ dopo una bella frazione di nuoto continua a non mollare e a tenere duro la terza posizione, rilanciando gli attacchi di Allen.
Karaskova intanto recupera e si porta a ridosso di Brigitta Poor. Saranno insieme fino agli ultimi due chilometri.
Neanche la frazione di corsa riesce a spodestare Wiess dalla prima posizione. Trionfa in 2 ore e 34 minuti su Osborne, staccato di 4 minuti scarsi e Chane’ a ben 7 minuti. Se voleva lanciare un segnale forte per l’European Championship in Germania di sabato prossimo, ci è riuscito alla grande. Gli ultimi due chilometri invece sono fatali per Poor che vede andare via Karaskova. Al traguardo dichiara: mi è mancata la motivazione oggi per lottare fino alla fine con Helena. Avevo poca fame forse ma stavo molto bene fisicamente. Ora bisogna recuperare in fretta per la Germania di sabato prossimo.
Molto contento Wiess della vittoria dopo che aveva dovuto nelle ultime settimane astenersi da allenamenti in corsa a causa di problemi fisici.
A Cracovia oltre al sottoscritto che porta a casa un quarto posto di categoria a soli 51 secondi dal terzo, c’erano diversi italiani. Marta Menditto chiude settima tra le pro e vista la sua giovanissima età può ritenersi soddisfatta come effettivamente lo era al traguardo. Sfinita, ma contenta. Chi invece ha fatto il colpo grosso è il suo preparatore Stefano Davite che chiude niente poco di meno che 20esimo assoluto e primo di categoria. Grandissima gara la sua.
Evento sicuramente sui generis quello di Cracovia. Un attimo sei in centro, l’attimo dopo sei a nuotare in un bellissimo lago blu o in mtb o a correre tra boschi fitti e impervi. Un grande lavoro di allestimento in quanto la zona è sprovvista di qualsiasi struttura. Ne bar, ne spogliatoi, ne docce, nulla insomma. Altrettanto faticosa la tracciatura dei percorsi. Se è vero che di sentieri ce ne sono fino alla nausea è anche vero che sono un vero labirinto e perdersi o uscire fuori percorso è facilissimo. La fettucciatura è stata davvero imponente e a parte qualche punto in cui evidentemente è stata rotta si riusciva a seguire la traccia. Stupendo il trail con strappi corti ma molto pendenti con due punti in cui si ci doveva aiutare con le mani per un mini climb. La zona infatti si presta anche all’arrampicata sportiva. Lo sforzo ha sicuramente pagato perché i numeri di partecipazione sono stati importanti. Anche dopo il taglio del traguardo i servizi sono stati soddisfacenti. Non abbiamo trovato però docce e lavaggio bici che sarebbero stati molto graditi. Buon rifornimento finale con liquidi e solidi.
Evento senza dubbio che vale la pena di provare unendolo a qualche giorno di visita della città e dei dintorni che non offrono sono reminiscenze nefaste della seconda guerra mondiale ma tanto altro.
Di Emanuele Iannarilli