Outdoor Passion | Notizie di sport all'aperto / Triathlon e multidiscipline  / X-Terra Garda Lake: paura e delirio a Toscolano Maderno

X-Terra Garda Lake: paura e delirio a Toscolano Maderno


Toscolano Maderno (Bs). Che il Lago di Garda fosse un dei posti adatti
per organizzare una tappa dell’X-Terra è da sempre cosa ovvia. Per
caratteristiche del territorio, il Garda è perfetto per qualsiasi attività
sportiva. Quando si dice qualsiasi vuol proprio intendere, qualsiasi.
Devo però ammettere che io da quel “ramo” del lago non ci ero mai
arrivato, ne a nuoto, ne in bici, tanto meno di corsa. Parlo al personale
perché per raccontare un test ride del percorso mi viene meglio. E
siccome l’ho fatto io, ve lo racconto come se lo stessi raccontando ad
un amico.

Della bellezza del luogo, dell’alba vissuta strada facendo
considerata l’alzataccia da Bologna, ve ne risparmio le gesta. Sono
sacrifici da guerrieri, che chi sa, sa. Partenza alle prime ore del mattino
direttamente dalla zona cambio, senza sapere minimamente a cosa
sarei andato incontro. Da solo! Prime curve tra le casine del paese che
si affacciano sul lago, poi, appena attraversata la statale (o
provinciale?) le cose cominciano a farsi serie, ma non ancora
serissime. Prime rampe in asfalto che si lasciano poi andare a cemento
e finalmente sterrato. Qualche intervallo prima di entrare nel vivo
della parte più off-road del percorso e subito si sale tra sassi e terreno
a tratti viscido e scivoloso. Le pendenze, signori, fin da subito, non
mollano il cardio frequenzimetro che ansima e tintinna a richiamare
l’attenzione. Te ne darei, ma c’è da salire. Gestire questa parte non
sarà per niente semplice. Andare immediatamente fuori giri e regalare
acido lattico ai muscoli è semplice e quasi matematico. Ad ognuno la
scelta ingenerosa di salire a 4km/h oppure prendere di petto i primi
400 metri di ascesa che non mollano quasi mai.

Dopo una salita, si scende. Eh si, anche in questo caso ma, scendere non è così semplice.
Non c’è tregua nel single track, ne nel sentiero che porta fino alla valle
della Cartiera. Le abbondanti piogge hanno reso il tracciato ancor più
tecnico di quanto già non fosse. Accortezza, manico e sensibilità
e scelta. Rischiare e provare a portare a casa qualche secondo di
vantaggio o tirare i freni e assicurarsi una discesa tranquilla? In tutti i
casi, stare in occhio, molto in occhio. Neanche il tempo di godersela
che inizia la seconda, infernale, rampa sul lato opposto. Anche in
questo caso non c’è molto da stare rilassati e allegri. C’è da guidare, c’è
da scegliere la traiettoria giusta. Se tutto ciò vi sembrerà strano, o
eccessivo, guardate il vostro pettorale, c’è scritto “X-Terra” e non “gara
della parrocchia”. Qui si fa sul serio.

Lo scollinamento è da fuori giri. Quando pensi che sia
finita, incomincia la rampa in cemento. Storicamente di rampe
cementate con poca pendenza, a memoria, non ne ricordo. Volete
proprio che a Toscolano potessi fare la conoscenza della prima? Eh no.
Discesa, forse più semplice? Macchè. Guidare, sempre guidare,
guardare avanti. L’ostacolo successivo sembra sempre troppo vicino.
Poi le scale. Tante? Poche? Mah, dipende. Chi sa scenderle, ne godrà,
chi invece non ne ha dimistichezza, ci litigherà non poco. Non è la
scalinata di trinità dei monti a Roma, tutta bella integra, pari e
regolare. Scalini, scaloni, curve a gomito, scalini, scaloni rotti e curve a
gomito, rotte. Allenatevi a fare del “surplace”, può tornarvi utile.

La vista del Lago a questo punto si fa più vicina, si comincia a “nasare”
aria di zona cambio, area di lungolago. Qualche centinaio di metri di
asfalto da tirare all’inverosimile, meglio se non da soli e si è al
traguardo. Non hai finito guerriero, ripetilo. Torna sulle prima rampe
che al primo giro hai attaccato e prova ad attaccarle ancora.
Descriverei volentieri il paesaggio che sono riuscito a godermi in
questo test ride del percorso ma temo che in gara in pochi avranno
modo di apprezzarlo. Natura rigogliosa e prorompente. Fiori, verde in
mezzo a case con vista lago da far invidia. Te ne innamori e non a caso.

Si cambia. Due piedi nelle scarpette da trail e si riparte. I primi 2 km
scarsi sono sullo stesso percorso poi…cambia la strada ma non la
pendenza. Dritta su, asfalto e poi, maledetto, cemento. E’ una sentenza.
Ogni volta che la strada si impenna arriva il cemento che sembra più
vivo che secco da quanto ti tiene attaccato a terra. Ben presto però si
entra nel bosco. Su e giù, di buon passo a godersi un single track
stupendo, pulito, davvero emozionante. Si attraversa una frana che
qualche anno fa ha rischiato di travolgere le case della valle della
cartiera e poi giù a capofitto. Brutta discesa, brutta nel senso di
difficile. Sassi spesso grandi con poca traiettoria pulita. Tanto freno
tirato pena “sfracellamenti”. Ginocchia che scricchiolano e caviglie che
si piegano, ma non dura una vita. Si risale verso quello che è definito il
“canyon” della valle. Una passerella in cimento con acque cristalline,
invitanti per un bel tuffo estremo. Si potrebbe godere di più magari il
giorno prima per una passeggiata. Non c’è tempo per rifiatare. Cosa ci
sarà ad attenderci. Cemento forse? Ebbene, warriors, cemento sia fino
in cima, senza tregua senza respiro. Poi, dopo un breve tratto di
falsopiano, giù, in un altro sentiero non semplicissimo ma con qualche
traiettoria già pulita in più da sfruttare assolutamente. Arrivati a valle
inizia quello che secondo me sarà uno dei tratti in cui se ne vedranno
delle belle. 4-5 km facili facili, tra sterrato e asfalto in leggera
pendenza favorevole. Ora, se ne hai ancora, e i casi non saranno
moltissimi, allora andrai giù forte, tanto forte. Se invece qualche
problemino muscolare è arrivato, qualche crampetto, qualche
avvisaglia, allora potrebbero essere un calvario.

A voi la scelta. La sentenza sarà arrivare sul lungolago e correre
disinvolti in mezzo al mare di gente che ci sarà ad aspettarvi oppure
arrivarci carponi, con la stessa gente che griderà il vostro nome per
portarvi al traguardo. In tutti i casi, avrete finito e la ricompensa, a
parte i dolori muscolari, sarà sempre e comunque enorme. D’altronde,
questo è X-Terra!

Di Emanuele Iannarilli

Emanuele Iannarilli

Appassionato di sport estremi in particolare Mtb, Surf, Snowboard. Ha collaborato con Pianetamtb.it per la stesura di articoli e report per le maggiori granfondo off-road italiane e gare a tappe internazionali. Responsabile comunicazione Challenge 24mtb 2013/2014. Atleta endurance con partecipazione a gare internazionali, marathon, granfondo, gare a tappe. Responsabile comunicazione di alcune granfondo nazionali e collaboratore per alcuni brand off-road per test materiali, prova nuova prodotti. Blogger e responsabile comunicazione Bike Action Team.