Woga: l’incontro dello sport in piscina con l’oriente per rigenerare la mente ed il corpo
Il passaggio alla stagione fredda mette a dura prova chiunque voglia mantenersi in salute e che nella cura del corpo ricerca una filosofia di vita. Ritrovare il proprio ritmo è importante per mantenere l’equilibrio interiore in una società poco attenta all’individuo nella sua unicità ed una sfida per combattere la depressione autunnale. Il Woga può essere una disciplina sportiva alternativa che aiuti in tal senso, rigenerando mente e corpo, aumentando la fiducia e la percezione di sé stessi,con un lavoro sul tono muscolare ed uno meditativo per acquietare la mente. Si ispira allo yoga orientale ma costituisce una pagina a parte rispetto alla moda diffusa negli ultimi anni perché si esegue in piscina.
Il termine composto dall’accostamento delle parole, water e yoga è stato inventato dall’ideatore della pratica, lo statunitense californiano Harold Dull,padre del watsu. Sul finire degli anni Ottanta prese ispirazione dagli studi condotti fin dal 1931 dall’indiano Kavoor Behanan, laureando in psicologia a Yale che iniziò a studiare il metodo di Swami Kuvalayananda, direttore di un ashram in Lonavia(Bombay). Da allora analisi scientifiche con elettrocardiogrammi ed encefalogrammi hanno evidenziato e confermato lo stesso effetto benefico nel corpo sia praticando le sequenze asana a terra che in acqua, con risultati addirittura superiori. In Italia, l’idea è stata ripresa da Italo Bertolasi, responsabile del metodo acquayoga. Il Woga si può provare in strutture apposite dove la regolazione dell’acqua a temperatura ambiente ricrea le stesse condizioni delle oasi all’aperto che si stanno moltiplicando per ovvi motivi di praticità rispetto alle fonti d’acqua naturali. La possibilità di esecuzione al di fuori del limite spaziale della piscina, in una fonte d’acqua non contaminata, rende il Woga uno sport outdoor ed una filosofia di vita assieme congiunte grazie al beneficio dell’interazione totale che si instaura tra la propria persona e la Natura. La sensazione suscitata è di una di maggiore armonia con sé stessi, con l’ambiente che circonda il praticante che spinge a condividere quanto di positivo si è provato, a vedere il prossimo con occhi diversi ed a rispettare la Natura stessa, salvaguardandola.
Gli esercizi
La tecnica nel dettaglio si divide in quattro fasi, due dedicate all’esercizio fisico, le altre al rilassamento psico-emotivo: rigenerare la propria mente facendo respirare le proprie emozioni, è uno degli obiettivi principali. Una disciplina come il Woga lavora sul rilascio emozionale migliorando sul lungo periodo la consapevolezza del proprio respiro, contratto per le emozioni a lungo represse a causa delle elevate prestazioni richieste dalla nostra società. Senza che ne siamo consapevoli diventiamo incapaci di concentrarci e di vivere nel presente, ansiosi e di malumore. Di conseguenza, con la padronanza del respiro ci riappropriamo della conoscenza delle singole parti che ci compongono. Tramite la consapevolezza del nostro corpo la mente è lucida e presente, non più focalizzata sui problemi esterni. Dalla consapevolezza con cui respiriamo dipende la qualità di agire nella vita, il modo in cui ci rapportiamo agli altri e noi stessi
Prima fase: asana e pranayama
La prima serie di esercizi, infatti, stimola senza forzature l’elasticità di tutto il corpo tramite le asana, movimenti lenti dei fasci muscolari, assimilabili al nostro streching che si eseguono toccando il fondo della piscina(non occorre saper nuotare). La facilità d’esecuzione degli asana in acqua non sottopone particolare sollecitazione dei muscoli degli arti inferiori garantendo una tonificazione muscolare maggiore, efficace per contrastare la cellulite e la ritenzione idrica. Infatti, persone con problemi articolari come gli anziani, persino donne in gravidanza e bambini, possono cimentarsi nella pratica così come gli appassionati di nuoto che già conoscono gli effetti benefici del lavoro in piscina sia a livello fisico che mentale. Anche per chi sta affrontando una dieta il Woga è ideale così come per chiunque voglia trarre beneficio e mettersi alla prova praticando uno sport innovativo e dolce e si avvicina per la prima volta al mondo della piscina. La seconda serie di esercizi, detta pranayama, è importantissima ai fini del Woga ed è ciò che la distingue dallo yoga tradizione. Come si è già accennato, in acqua, l’attenzione al proprio flusso respiratorio è indispensabile. Tramite gli esercizi di apnee, fondamentali per potenziare la capacità respiratoria, si
aumenta l’esecuzione dell’atto. Gestendo la durata del respiro, oltre che un immediato benessere si alimenta sul lungo periodo il ricambio cellulare e la resistenza del sistema immunitario grazie all’ottimale ricambio gassoso a livello sanguigno.
Seconda fase: rilassamento ed eutonia
La seconda fase è quella dedicata alla meditazione tramite le visualizzazioni che riprende lo scopo ultimo dello yoga classico. Il rilassamento profondo inizia con la terza serie di esercizi : si tenta una concentrazione e focalizzazione mentale tramite visualizzazioni di immagini della Natura o qualsiasi altro scenario che induce piacere e percezione interiore di sé. La quarta ed ultima fase di esercizi è quella dell’eutonia in acqua, un affinamento del tono che lavora su ogni singolo muscolo, specificatamente a seconda delle esigenze personali.
Perchè l’acqua?
I benefici sono innumerevoli. Le cellule d’acqua sono alleate preziose per la bellezza e la salute della nostra pelle e del nostro organismo. Il movimento in acqua è, inoltre, una terapia emozionale per il piacere che deriva dal contatto con la stessa. Infatti, la mente non razionale associa l’acqua all’utero materno in cui abbiamo provato la prima forma di immersione della nostra esistenza. Dal punto di vista neuronale, le cellule ormonali responsabili della sensazione del piacere producono una sensazione di quiete profonda per azione del sistema parasimpatico: il contatto con l’acqua fa fluire l’emotività abbassando la soglia della ragione. Consente di diminuire lo stress mentale aumentando i livelli di resilienza personali, di regolare il tono dell’umore e il metabolismo. Simbolicamente l’acqua è connessa all’energia femminile e di per sé simbolo dell’emotività. È in grado di predisporci all’ascolto e l’introspezione, sia nelle donne che negli uomini, per dare luce alle risorse interiori necessarie a superare qualsiasi tipo di crisi, stagnazione o situazione irrisolta. Infatti, a causa di diverse pressioni o mancanza di stimoli ambientali, sociali, lavorativi, familiari chiunque abbia affrontato o affronti un periodo di crisi interiore, un lutto, una malattia trarrà beneficio dalla pratica costante del Woga.
Bibliografia sul Woga:
http://www.italobertolasi.com/
http://www.stefaniamontagna.it/
http://www.benessere.com/fitness_e_sport/arg00/woga.htm
http://www.cure-naturali.it/tecniche-yoga/972/yoga-in-acqua-water-yoga/4749/a
http://www.woga.pro/
http://www.watsu.it/it/calendario-watsu-per-tutti/altri-bodyworks-acquatici/woga
http://www.quotidiano.net/benessere/corpo e mente/woga-in-forma-con-lo-yoga-in-acqua-1.3034073
Per approfondimenti e curiosità sullo yoga tradizionale:
http://www.greenstyle.it/storie/yoga
http://www.yogajournal.it/
https://www.greenme.it/yoga
Di Veronica Rossetti