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Walter Bonatti al di la delle nuvole: il racconto del programma Sfide di Rai 3


E’ stata una puntata emozionante del programma Sfide di Rai 3, che racconta personaggi ed eventi dello sport, quella che è andata in onda ieri sera in tv su RAI 3. Emozioni trasmesse anche dal conduttore, Alex Zanardi, bicampione paraolimpico di handbike che nella veste di conduttore televisivo fa emozionare come nello sport e nella sua vita.

Il protagonista della puntata di ieri era Walter Bonatti, morto un anno fa, il 14 settembre 2011, un uomo che con forza e determinazione ha vinto tante sfide durante la sua carriera diventando un modello da seguire per generazioni di alpinisti e sognatori.

Un’ora circa di filmati alcuni inediti, intervallati dalle interviste a persone che l’anno conosciuto e accompagnato nella sua vita. La compagna Rossana Podestà, Reinhold Messner, Mauro Corona, Simone Moro, Renzino Cosson, Arnaud Clavel, Michele Serra.

Una vita che sembra un romanzo, anche se lui si considerava solo un “figlio del Po che da bambino sognava le terre lontane di Jack London ed Ernest Hemingway”.

Una vita che l’ha condotto su vie nuove e in solitaria, dal Gran Capucin al Dru sul Monte Bianco, all’invernale sul Cervino, ai viaggi nei deserti e nelle foreste amazzoniche.

Una vita segnata dalla vicenda del K2, in cui la sua giovane vita e la sua carriera alpinistica fu sacrificata dal capo spedizione Ardito Desio e dai primi scalatori del K2 Achille Compagnoni e Lino Lacedelli, per la riscossa nazionalistica attraverso un’impresa alpinistica. Il giovane Bonatti che, nel 1954 aveva 24 anni, dopo aver svolto il ruolo fondamentale quasi di sherpa attrezzando la via e portando le bombole ad ossigeno in quota venne accusato di aver sottratto loro l’ossigeno per arrivare prima in cima, dopo averlo abbandonato ad un bivacco notturno a 8000 metri. Una versione infondata come dimostrarono i processi e la confessione dello stesso Lacedelli prima di morire, che hanno riscritto la storia solo 50 anni dopo.

Ma questa ingiustizia lo segno profondamente, sapeva difendersi dalla natura, ma non dalle cattiverie umane, riemerse nella vicenda del Pilone Centrale del Freney sul Monte Bianco, nel 1961, tragedia nella quale morino 4 alpinisti.

La vita di Bonatti è in fondo la metafora dell’Alpinismo, che andrà ricordata e trasmessa alle generazioni future, non solo per le vette conquistate, ma per la sua capacità di vivere con lealtà e rispetto con la natura e con gli altri uomini.

Giancarlo Costa

Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006.