La Valle Borbera è una delle principali valli appenniniche del Piemonte caratterizzata nel suo tratto mediano da profonde gole
Ben conosciute dagli alessandrini che ne hanno fatto una sorta di riviera nei mesi estivi, le gole del Borbera sono forse nel loro genere le più significative del Piemonte. Meno spettacolari di quelle dell’Ardeche o del Verdon nella vicina Francia, meno selvagge e impraticabili ma molto più estese dei più celebrati orridi come Foresto, Chianocco e Uriezzo nel contesto piemontese sono un unicum, paesaggistico, geologico e naturalistico.
Il Borbera è un affluente dello Scrivia in cui confluisce nei pressi di Vignole ed è noto per l’eccellente qualità delle sue acque, fresche e cristalline. Dopo un primo tratto dal carattere tipicamente appenninico nei pressi di Pertusio, tra Cantalupo e Rocchetta ligure si apre forzatamente un varco nei conglomerati della formazione rocciosa di Savignone costituita da ciottoli arrotondati, cementati da una malta calcarea, risalenti a circa 25 milioni di anni nell’epoca terziaria. I conglomerati di Savignone, si estendono dall’omonimo centro in direzione nord interessando la media Val Vobbia e raggiungendo il corso del Borbera. Per un tratto di circa 6 km il torrente scorre incassato tra due alti pareti rocciose che sfumano nei fitti boschi sovrastanti. Non ci sono insediamenti umani e il letto ciottoloso è percorso pigramente dal nostro fiume che si attarda in innumerevoli meandri ora lambendo una sponda ora l’altra alternando tratti a corrente vivace con pozze anche profonde. In primavera, quando la portata idrica è più abbondante è facilmente navigabile in canoa, mentre nei periodi di asciutta le gole possono anche essere percorse a piedi. Non c’è sentiero ed è necessario effettuare numerosi guadi. L’acqua non è mai troppo alta ma è molto meno domestica di come appare dai punti panoramici. Molto interessanti sono alcuni dei valloni secondari che confluiscono nel solco principale ma che possono essere risaliti per tratti più o meno lunghi. Solamente in pochi punti si può però interrompere la traversata e risalire alla strada che panoramica attraversa in alto le gole.
Le strette sono state individuate come SIC (sito di interesse comunitario) e fanno parte integrante della rete di Natura 2.000. La superficie dell’area tutelata è di 1628 ettari compresa tra i 330 m s.l.m. del fondovalle e gli 850 dei monti circostanti.
Interessante è la flora tra cui spicca l’endemica centaurea appenninica, il non comune issopo e diverse specie protette come il giglio martagone, la Fritillaria tenella diverse specie di orchidee selvatiche. Dodici le specie ornitiche particolarmente rilevanti (rare o localizzate) tra cui l’averla piccola, l’ortolano, la calandra, il succiacapre. La buona qualità delle acque ha permesso la sopravvivenza di numerose specie ittiche e soprattutto dell’ormai raro gambero di fiume.
Due sono gli accessi più comodi. Dalla frazione Pertuso (Km 15,600 della Strada Provinciale) dove un cippo commemorativo ricorda l’eroica divisione partigiana Pinin-Cichero seguendo un sentiero che conduce all’unico ponte (passerella pedonale) di tutta la zona. (attenzione il sentiero segnalato –il 260 – prosegue verso la Croce degli Alpini e Roccaforte con alcuni tratti attrezzati e qualche passaggio esposto sulla puddinga). O dall’area attrezzata, che si trova a destra della strada (salendo dal basso), da dove una scalinata- sentiero protetta da mancorrente conduce sino al greto del torrente.
Per saperne di più:
Sindaco R., Savoldelli P., Selvaggi A., 2009 La rete natura 2000 in Piemonte-I Siti di Importanza Comunitaria
Fonte Piemonte Parchi