Unione energetica: 200 milioni dalla Commissione Europea contro blackout ma nascono i comitati per il no
La Commissione Europea finanzia con 200 milioni di euro la modernizzazione della rete elettrica europea. L’obiettivo è la creazione di un’unione energetica europea per la resilienza e contro il cambiamento climatico, con l’idea che la condivisione dell’elettricità ridurrà la necessità di nuove centrali e scongiurerà il rischio di blackout.
L’Italia sarà interessata dal finanziamento, che non potrà superare il 50% del costo complessivo delle opere, per il tunnel del Frejus a Piossasco dove la rete elettrica italiana si interconnetterà a quella francese di Grande Ile sfruttando in parte l’esistente tunnel automobilistico dove passerà un cavo sotterraneo da 190 chilometri a 320 kV e verranno costruiti alle estremità due convertitori da 600 MW di potenza l’uno nel 2019.
Verranno connesse con un nuovo cavo da 320 kV anche Friuli Venezia Giulia a Somplago e Carinzia a Wurmlach (2018), Verderio inferiore nel milanese e la Svizzera con un cavo da 150 chilometri di qui 47 sotto il Lago di Como è una capacità di 1 GW (2021) sfruttando un vecchio oleodotto dismesso nel 1997 che attraversa l’Italia e la Svizzera a Splügenpass e un altro collegamento fra Baggio in Italia e Airolo in Svizzera (2022).
Sicuramente più ambiziosa e problematica la costruzione del cavo sotterraneo da 1000 MW a Villanova in Italia e Lastua (Tivat) in Montenegro, progetto in via di realizzazione che prevede un cavo da 455 chilometri e 500 kV nel 2019 così come la connessione (2022) fra la Slovenia Italia tramite cavi in terra e in mare dai 150 ai 250 chilometri in attesa di vaglio da parte degli sloveni.
Questi progetti possono incontrare resistenza delle comunità locali come è accaduto nel corso dell’opera per la connessione Italia Montenegro dove si è costituito un comitato del NO contrario alla costruzione dell’elettrodotto a Villanova e Gissi in Abruzzo. Evitare conflitti è possibile con il coinvolgimento delle comunità locali e la trasparenza da parte dei costruttori, condividendo gli obiettivi e valutando l’effettiva necessità delle opere.
Se l’unione energetica europea è uno strumento utile di integrazione e efficienza fra i vicini europei, il Piano 20 20 20 dovrebbe dare eguale importanza all’uovo di colombo della resilienza, la microgenerazione da fonti rinnovabili.
Ottenere la resilienza energetica di un intero continente è estremamente più complesso che farlo per una unità abitativa, per uno stabile o per una città e questi modelli di efficentamento dovranno coesistere e collaborare nella transizione verso l’economia circolare.
L’ultimo grande blackout italiano è stato il 28 settembre 2003 per le conseguenze dell’interruzione di una linea svizzera a causa di eventi naturali.
Per saperne di più
- Commission releases 200 million euros for cross-border energy networks, Commissione Europea, 18 marzo 2016
- Elettrodotto Italia-Montenegro, partono i lavori sulla battigia di Porta Nuova, Pdn, 20 gennaio 2015