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Una freccia tricolore sul traguardo di Sant’Anna di Vinadio: Vincenzo Nibali conquista la maglia rosa


Tormento ed estasi; così si può definire il Giro d’Italia di Vincenzo Nibali quando manca una tappa alla fine della corsa rosa, tappa che il Campione d’Italia affronterà in maglia rosa per la prima volta in questa gara. I favori del pronostico fin da gennaio erano tutti per lui, è questo s’era trasformato come una sabbia invisibile nei meccanismi suoi e della sua squadra, la fortissima Astana, team Kazaco ma dall’anima italiana. Tutto sembra perduto lo scorso fine settimana, soprattutto domenica dopo la cronoscalata, con il cambio che s’incastrava nei raggi e Nibali che “smadonnando” a bordo strada aspettava la bici di ricambio e finiva la prova contro il tempo a quasi due minuti dalla maglia rosa dell’olandese Steven Kruijswijk.

Poi il giorno di riposo, questa storia degli esami da fare, l’ipotesi ventilata del ritiro, per fortuna mai confermata da lui, conscio che i campioni devono rispettare gli avversari anche nella sconfitta e terminare la gare anche quando non vanno bene. Quindi un po’ alla volta la rinascita, dai tormenti del corridore che si rende conto di non andare come pensava, all’estasi di oggi, quando il cronometro dell’arrivo della splendida tappa Guillestre-Sant’Anna di Vinadio gli assegnava la maglia rosa, passando per la vittoria di ieri a Risoul, dopo la scalata al Colle dell’Agnello.

Oggi come ieri cronista sulla strada, per vivere pedalando le tappe decisive di questo Giro d’Italia. Nuovamente un fiume di gente, a piedi e in bicicletta, che saliva verso il Santuario di Sant’Anna di Vinadio per l’arrivo e verso il Colle della Lombarda, dove si pensava che sarebbe arrivato l’attacco dello “Squalo dello Stretto”. Passione popolare, si tornava indietro nel tempo, come negli anni ’70 quando si seguivano le partite di calcio con le radioline. Tutti sparsi sui tornanti a chiamare casa con I-phone per sapere dai famigliari davanti alla TV come andava la corsa. Scarponi tirava sul “Lombarda” come ieri sull’Agnello e poi Nibali partiva, uno scatto, poi un secondo scatto e la maglia rosa indossata dal giovane campione colombiano Esteban Chaves si staccava. E Nibali giù in picchiata, i secondi aumentavano negli 8 km di discesa verso il bivio che portava all’ultima salita verso il traguardo. Passava sotto i miei occhi in salita come una “freccia tricolore”, a velocità tripla di Visconti che s’era rialzato per aspettare il suo capitano Valverde verso l’ultima salita e l’ennesimo podio dell’asso spagnolo della Movistar. La salita di Nibali verso il traguardo era scandita dai boati della folla a ogni tornante, fino all’esplosione quando anche radio corsa e lo speaker iniziavano a dire che Vincenzo Nibali era maglia rosa. Un’altra giornata da raccontare ai nipoti, con l’orgoglio di poter dire “io c’ero” quando Vincenzo Nibali ha vinto per la seconda volta il Giro d’Italia.

La cronaca sportiva racconta della vittoria dell’Estone Rein Taaramae della Katusha,nella Guillestre-Sant’Anna di Vinadio di 134 km con la scalata del Col de Vars, Col de la Bonette, Colle della Lombarda e l’arrivo in salita al Santuario di Sant’Anna, in 4h22’43”. Alle sue spalle 2° Darwin Atapuma a 52”, 3° Joe Dombrowski a 1’17”, 4° Mikel Nieve a 4’12”, 5° Alexander Foliforov a 4’36”, 6° Vincenzo Nibali a 06’44”, 7° Alejandro Valverde a 06’57”, 8° Rigoberto Uran st, 9° Giovanni Visconti a 07’47” e 10° Rafal Majka a 08’06”.

La nuova maglia rosa è quindi Vincenzo Nibali in 82h44’31”, 2° Esteban Chaves a 52”, commovente per le sue dichiarazioni e per i suoi genitori che sono andati a fare i complimenti e ad abbracciare Nibali “Gran Campeon” subito dopo l’arrivo, 3° Alejandro Valverde a 1’17”, 4° Steven Kruijswijk a 1’50”, che non ha mollato nonostante una costola fratturata dalla caduta nella discesa dell’Agnello, e 5°Rafal Majka a 04’37”.

A domani la sentenza finale con la Cuneo-Torino, pianura con un circuito finale da ripetere 8 volte con una salita, quindi non una passerella ma una tappa da seguire con attenzione.

Giancarlo Costa

Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006.