Un orso compagno di escursione
Ecco un articolo apparso qualche giorno fa sul quotidiano Adige, un bikers, impegnato in un escursione con la sua biga ha avuto un incontro ravvicinato con un orso…ecco le sue impressioni e la sua reazione:
L’orso lo insegue per 70 metri durante un’escursione in mountain bike. L’incontro ravvicinato con il grande plantigrado ha scosso il sessantaduenne biologo dell’ospedale Santa Chiara G.P., che, il 22 luglio scorso, dopo una giornata di lavoro, si era recato nella sua dimora estiva di monte Terlago, intenzionato ad effettuare un’escursione in bicicletta per scaricare la tensione accumulata in nove ore di servizio. «Dopo aver percorso circa 1.700 metri lungo una strada forestale caratterizzata da pendenze considerevoli, mentre affrontavo una semicurva posta in un pianoro, mi sono imbattuto in un’enorme massa pelosa: l’orso giaceva sdraiato sulla strada. Ho frenato istintivamente e, dopo aver bloccato le ruote, sono riuscito a fermarmi ad una decina di metri dall’animale», spiega il biologo. L’orso come ha reagito? Non si è scomposto. Si è messo seduto ed ha iniziato a fissarmi. A quel punto lei cosa ha fatto? Sono andato in panico, ho girato la bicicletta e mi sono lanciato a rotta di collo lungo la discesa che avevo appena affrontato in senso inverso. E l’animale come si è comportato? È entrato nel bosco che costeggia il sentiero e per circa 70 metri ha corso a fianco alla mia bicicletta ansimando fortemente. Si è ripreso dallo shock? Non ancora, pensi che mi è passata la voglia di tornare in bicicletta su quei sentieri. Sono rimasto traumatizzato, perché queste non sono esperienze che si dimenticano facilmente. Non so nemmeno quando potrò pensare di fare ancora un’escursione a piedi con la mia famiglia nei boschi che frequento da una vita. È infatti dal lontano 1954 che trascorro l’estate nella località di Vallene. Le è capitato di incontrare altri animali nelle sue escursioni? Sì, ma non grandi predatori. Non sono rari gli incontri sulle nostre montagne con gli ungulati: caprioli e cervi per lo più. Mi ha turbato molto il fatto che l’orso, quando ha sentito il rumore della bicicletta e della mia frenata, non sia scappato. Questi animali, introdotti in un ambiente fortemente antropizzato come quello trentino, non hanno paura dell’uomo. Non sono rare infatti le incursioni dei plantigradi nei centri abitati. A mio avviso sarebbero opportuni interventi per evitare che gli orsi scendano a valle o per limitare la frequenza di tali raid. Alla luce della sua esperienza, che opinione si è fatto del progetto Life Ursus? Sono fortemente critico. Non credo che mi abituerò a questa ingombrante presenza. Sono abituato a ritenere l’ambiente naturale anche mio, non a sentirmi di troppo.
cosa dire…facciamo attenzione quando andiamo in bici, è vero che non abbiamo il pericolo degli automobilisti ed è vero che se frequentiamo percorsi facili possiamo essere un pò più spensierati che quando pedaliamo su strada, però credo che le affermazioni dello sfortunato biker siano anche dettate dallo spavento per l’incontro ravvicinato, come si diceva su mtb-forum.it, l’ospite in quel caso era il biker e non viceversa e non si può pensare di andare in casa d’altri e fare come se si fosse nella propria, bisogna portare rispetto e fare attenzione, esattamente come quando siamo invitati a casa di qualcuno.
A concludere l’intervista il biker dice: sono abituato a ritenere l’ambiente naturale ANCHE mio, non a sentirmi di troppo; sono parole giuste ma non ci si deve dimenticare che l’ambiente naturale non è dell’uomo ma è degli animali e gli ospiti siamo noi!