Tragedia per lo sport italiano: è morto Michele Scarponi
Sgomento nel mondo del ciclismo e di tutto lo sport italiano per la terribile notizia della tragica scomparsa di Michele Scarponi. Il campione è stato travolto questa mattina da un furgone mentre si allenava sulle strade di casa.
Michele era appena tornato dal Tour of the Alps, dove aveva ritrovato la gioia della vittoria nella prima tappa a Hungerburg, in Austria, con la maglia dell’Astana. Secondo le prime ricostruzioni sulla dinamica dell’incidente, è stato travolo a un incrocio su Via dell’Industria a Filottrano da un furgone.
Professionista dal 2002, grande scalatore, ha vinto il Giro d’Italia 2011 dopo la squalifica di Alberto Contador. Nello stesso anno vinse il Giro del Trentino e colse sei vittorie con la maglia della Lampre ISD. Michele Scarponi avrebbe compiuto 38 anni il 25 settembre. Lascia la moglie Anna e i gemellini Giacomo e Tommaso
Il Presidente della FCI Renato Di Rocco, appresa la sconvolgente notizia, nell’esprimere il profondo cordoglio anche a nome del movimento ciclistico italiano, invita ad osservare un minuto di raccoglimento in tutte le gare ciclistiche. Il Presidente del CONI, Giovanni Malagò, partecipando al dolore della famiglia e di tutto il mondo del ciclismo, ha invitato le Federazioni Sportive Nazionali, le Discipline Sportive Associate e gli Enti di Promozione Sportiva a far osservare un minuto di silenzio in occasione di tutte le manifestazioni sportive, che si disputeranno in Italia da oggi e per tutto il fine settimana in ricordo del campione delle due ruote.
Michele Scarponi: Bicicletta, mio primo amore
Tratto dal sito ufficiale http://michelescarponi.it/index.php/biografia
La mia storia inizia il 25 Settembre 1979 a Jesi (AN), secondogenito di papà Giacomo e mamma Flavia. Ho trascorso serenamente la mia infanzia a Filottrano, comune di 10.000 abitanti, della provincia di Ancona in compagnia di mio fratello Marco e mia sorella Silvia.
Il mio amore per la bicicletta è nato dopo la Prima Comunione, i miei genitori mi regalarono una Bianchi, ed è stato in quel momento che ho sentito un’attrazione talmente forte che mi ha portato ad intraprendere questa professione.
Allora la bici era solo un gioco, ma il fatto di sentirmi libero di poter girare, progressivamente, sempre più lontano dalla mia abitazione mi rendeva veramente felice. Proprio per questo motivo i miei genitori hanno deciso di iscrivermi alla principale Società ciclistica della mia zona, la “Pieralisi” di Jesi, con la quale ho cominciato a correre all’età di 8 anni ottenendo sin da subito risultati molto positivi.
Nei primi 3 anni di “carriera” nelle categorie giovanili, ho conquistato numerose vittorie, ma con il passar del tempo sono arrivate anche le prime delusioni. Per fortuna quel periodo è passato presto, grazie soprattutto alla mia famiglia, che mi ha sempre sostenuto e seguito in ogni corsa, circondandomi dell’amore e dell’armonia necessari per superare ogni difficoltà.
Il loro aiuto è stato costante e per mia grande fortuna nel tempo hanno trovato una valida “alleata” in Anna, mia moglie, che sa bene cosa significa correre in bici e per questo riesce sempre a trasmettermi serenità e non farmi mancare mai ciò di cui ho bisogno.
Tra i miei successi più importanti, il primo è stato il Campionato Italiano del 1997 quando, all’età di 17 anni, indossavo la maglia della PIERALISI. Per questa manifestazione, che vedeva al via i migliori rappresentanti nazionali, nelle Marche venivano selezionati i 5 atleti più meritevoli ed io ero tra loro. Quel giorno sono stato il più forte, sono riuscito a staccare tutti sull’impegnativa salita del castello di Caneva (PN), e sono arrivato da solo: è stata un’emozione forte e un successo importantissimo. Allora ho capito che il ciclismo era la mia strada, che sarebbe stato il mio futuro.
Questa vittoria mi ha aperto le porte della nazionale e così, nel mio secondo anno da Juniores, ho indossato per la prima volta la maglia azzurra. A dire il vero a San Sebastian nel 1997 è stato un mondiale su strada davvero sfortunato in quanto una foratura nella fase decisiva di gara mi ha fatto perdere le ruote dei migliori rendendo vano ogni mio tentativo di recupero.
Passato dilettante, ho corso 4 anni in Veneto indossando i colori della ZALF, la squadra più attrezzata tra quelle dilettantistiche. E’ stato un bel periodo, e nonostante squadre e avversari più numerosi, agguerriti e competitivi, ho comunque ottenuto importanti successi sia in gare nazionali sia internazionali.
I buoni risultati ottenuti da dilettante mi hanno permesso di essere selezionato per i Campionati Mondiali a cronometro di Lisbona del 2001 dove mi sono classificato 8° (1° degli italiani).
Anche grazie a questo ottimo piazzamento sono stato contattato da Santoni, team manager dell’Acqua e Sapone, che mi ha dato l’opportunità di diventare professionista a partire dalla stagione 2002.
Nella mia vita da sportivo, sicuramente ho dovuto rinunciare a qualcosa: una serata con gli amici, una cena a cui avrei partecipato con piacere e tanti altri svaghi e divertimenti abituali per i ragazzi della mia età, ma quando si corre ad alti livelli questo è il “prezzo” che si paga. Per fortuna queste “rinunce” non mi hanno mai pesato anzi, pedalando mi diverto, e nonostante gli alti e bassi che la carriera da sportivo riserva, ho sempre ritenuto di essere un privilegiato.
La mia passione per questo sport è forte, amo il ciclismo …
è il mio lavoro ed è ciò che amo fare!
Fonte federciclismo