La Thuile (AO): la 4ª tappa di Coppa Italia Enduro ha visto prevalere il francese Bailly-Matre su Nicola Casadei e la britannica Moseley sulla svizzera Gehrig
A La Thuile torna di scena il vero enduro con una gara tecnica e fisica di altissimo livello che conferma i valori in campo nella classifica generale del Coppa Italia Enduro con Nicola Casadei e Louise Paulin al comando. Ampio dislivello, prove speciali lunghe e fisiche, sezioni ripide e tratti da rilanciare, porzioni scassate con radici e pietre che si alternano a pratoni e boschi divertenti e ricchi di flow, La Thuile ne ha davvero per tutti i gusti e questa gara, valida come quarta prova della Coppa Italia Enduro, ha mostrato nuovamente dopo la EWS dello scorso anno, la completezza ed eterogeneità dei percorsi di questa splendida località alpina.
Le caratteristiche del percorso di gara sono state la cosa che maggiormente ha entusiasmato i concorrenti questo weekend, che si sono letteralmente esaltati dalle speciali, così diverse l’una dall’altra, così “enduro” nel senso più stretto e originale del termine. Guidare al limite delle proprie possibilità è divertimento allo stato puro ed è ciò che accomuna pro e amatori. Qui a La Thuile tutti hanno potuto esprimere al meglio le proprie caratteristiche contribuendo a rendere spettacolare e avvincente la competizione.
Sul filo dei secondi la vittoria di Francois Bailly-Matre, BMC Factory Trailcrew, all’ultima speciale Mulino, la più enduro a detta di tutti i riders, su un sempre più convincente Nicola Casadei, team Airoh-Axo-Santacruz, in testa fino a quel momento. Durante la PS6 Nicola ha abbassato il proprio tempo di ben 20 secondi, 8 in meno rispetto al tempo di Francois del giorno precedente. Sembrava fatta, ma il francese, al rientro dopo un infortunio, ha spinto forte senza commettere errori ricucendo il margine e superando Nicola di soli 2 secondi.
“Mi piace correre su terreni alpini, adoro le speciali lunghe, mi divertono da matti e il divertimento è la benzina che mi fa correre. Due secondi dopo oltre 50 minuti di speciali non poi così tanti, complimenti a Nicola, si può dire che siamo arrivati assieme” commenta sportivamente Francois Bailly-Matre al termine della gara.
Sul terzo gradino del podio sale Ludo May, Canyon Factory Enduro Team, che è riuscito a mantenere una prestazione ottima e costante per tutta la gara, con anche la vittoria della speciale più tecnica, La Fresa.
In campo femminile invece è stato un dominio assoluto quello di Tracy Moseley, Trek Factory Racing Team, davanti a tutte sin dalla prima speciale con distacchi importanti. Per rendere l’idea di che tipo di atleta stiamo parlando basta dire che chiude 20esima assoluta. Dietro di lei le due gemelle Gehrig, Anita e Carolin, Ibis Cycles Enduro Team, chiudono il podio. Solo 30 secondi hanno invece impedito alla leader del circuito di Coppa Italia, Louise Pauline, Alien Factory di raggiungere la terza posizione. La rider svedese ha lottato fino all’ultimo per riuscire a rosicchiare qualche secondo alle gemelle, ma alla fine ha dovuto accontentarsi della quarta posizione. “La Thuile ha tutto da offrire ad un rider” dichiara la vincitrice Tracy Moseley all’arrivo “qui si respira una bella aria, tutti lavorano sodo per sviluppare la mountain bike e l’enduro in questa località. In questo weekend non mi sono risparmiata, volevo fare bene ed allenarmi in vista delle prossime tappe alpine di EWS”.
Tra gli esordienti la vittoria va ancora una volta a Simone Martinelli, che sarà sicuramente uno da tenere sott’occhio il prossimo anno, quando al passaggio di categoria farà la gara completa insieme ai top rider.
Se la passata estate durante la tappa della Enduro World Series le proibitive condizioni meteo con freddo e persino neve hanno brutalmente caratterizzato la gara, questa edizione di La Thuile Enduro è stata baciata dal sole e da un clima estivo con temperature ben sopra la media. Difficile spingere forte e mantenere la concentrazione lungo le speciali a queste quote, con il sole diritto sopra la testa e la polvere a seccare la gola. Ma se da un lato la fatica e il sudore sono stati tanti, dall’altro lo spettacolo delle vette e i ghiacciai circostanti hanno reso l’esperienza di correre a La Thuile decisamente unica.
Fonte federciclismo.it