Tgr Montagne: appello contro la chiusura dell’unica trasmissione RAI dedicata alle Terre Alte che potrebbe terminare a fine mese
“La decisione della Rai di chiudere la trasmissione ’’Tgr Montagne’’ è gravissima: la tv pubblica abbandona le Terre Alte. Il Piemonte è penalizzato”. Lo sostengono Enrico Borghi e Lido Riba (rispettivamente presidente nazionale e piemontese dell’Uncem) in un comunicato congiunto, in cui si condanna la scelta sulla trasmissione realizzata dal Centro di produzione Rai di Torino. “La montagna – dicono Borghi e Riba – è messa ai margini anche nella comunicazione . La Rai dimentica la montagna. E distrugge l’unica trasmissione del servizio pubblico dedicata alle Terre Alte, Tgr Montagne”
La decisione è arrivata dopo mesi nei quali il “sistema montagna” piemontese chiedeva ai vertici Rai di potenziare e collocare più efficacemente nel palinsesto la trasmissione. Uncem ha aperto anche una petizione on line, sul sito internet www.firmiamo.it/tgrmontagne. Due le interrogazioni presentate in Parlamento, una alla Camera dei Deputati e una al Senato, a firma di diversi parlamentari piemontesi con in testa il senatore Federico Fornaro ed Enrico Borghi, deputato e presidente dell’Intergruppo parlamentare per lo Sviluppo della montagna. Entrambe chiedevano alla Rai di non eliminare Tgr Montagne dalle tre reti ammiraglie e anzi spostarla in una fascia con maggiore pubblico, visto l’alto valore aggiunto e il ruolo di coesione territoriale rappresentato dalla produzione torinese.
“La montagna italiana viene penalizzata ancora una volta– spiega l’on. Enrico Borghi, deputato e presidente nazionale dell’Uncem –. Dal 30 novembre viene annullata la voce delle aree montane sul servizio pubblico. La metà del territorio italiano da otto anni poteva contare su un settimanale capace di raccontare con efficacia le storie più belle di chi vive e lavora nelle Terre Alte. Per qualche assurdo e comunque incomprensibile motivo di rifacimento del palinsesto di Rai 5, dove Tgr Montagne andava in onda tutti i venerdì, perdiamo un programma che ha saputo conquistare un pubblico sempre più ampio, tra gli appassionati e tra chi non vive in montagna, ma sale nelle vallate alpine e appenniniche per lavoro, svago, relax, divertimento, sport”.
“L’Uncem Piemonte, con altre associazioni come Cai, Cipra, Federbim, Federparchi – prosegue Lido Riba, presidente della Delegazione regionale – trova assurda la decisione della Rai. Lo diciamo con 553 sindaci e 7.500 amministratori pubblici che hanno avuto modo di apprezzare il ruolo di Tgr Montagne. La trasmissione era nata alla vigilia delle Olimpiadi invernali ed era una delle ultime eredità rimaste di quel sogno condiviso da tanti, cioè di una Torino sempre più ‘Capitale delle Alpi’. La scelta di cancellare Tgr Montagne è un atto gravissimo. Chiediamo con forza alla presidente e al direttore generale Rai di ripensare questa decisione. Vogliamo credere che la Rai abbia la capacità di tornare sui suoi passi, ridiscutere la scelta compiuta e inserire Tgr Montagne su una delle prime tre reti. Anche la politica non può stare ferma. Mi unisco all’assessore regionale allo Sviluppo montano Gian Luca Vignale che ha chiesto un intervento del presidente Letta affiché la montagna abbia il giusto spazio sulla tv pubblica”.
Che dire…condannati a veder calcio e formula 1, tuttalpiù le trasmissioni dedicate al mare. E dire che il 50% del territorio italiano è fatto di montagne, dagli 800 metri di quota in su, da Alpi e Appennini. Lavoro per gli operatori di settore, problematiche legate ai trasporti, al clima e al territorio, cultura e sport.
Cancellare l’unica trasmissione del servizio pubblico che si occupa delle montagne è di una miopia unica. E se il problema è quello degli ascolti, perchè non provano a metterlo in prima serata? Magari si accorgerebbero che un “TGR Montagne” farebbe più ascolti di qualche litigioso talk show, e noi paghiamo anche il canone TV.