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Tanta curiosità intorno alla BMX Olimpica


Ricordo che le BMX andavano un sacco di moda tra la fine degli anni 80 e la metà degli anni 90, allora ero un pargolo, ma ricordo benissimo che la mia prima bicicletta fu proprio una BMX Atala, era gialla e rossa, con il telaio rosso e tutti i loghi in giallo, le manopole gialle, le leve del freno cromate e i copertoni rossi!

Ci andavo praticamente ovunque, vista anche la fortuna di essere nato e cresciuto in un paese tranquillo dove anche i ragazzini di 12 13 anni potevano scorazzare per le vie cittadine e la campagna senza particolari preoccupazioni; non sapevamo cos’erano i trick, le rampe o 4x…pedalavamo la nostra BMX in gruppo, avete presente i classici motociclisti dei film americani che girano con le loro custom?…ecco noi eravamo così, andavamo a comprarci il gelato, andavamo a fare le sgommate e le impennate nelle piazze e ovviamente a fare gli scemi con le ragazzine.

A metà anni 90 poi, arrivò la prima mountain bike e le BMX sparirono, tutte di colpo! Tutti avevamo abbandonato quelle biciclettine per le mtb, mi ricordo che fui un precursore tra la compagnia, il primo a girare con un’altra Atala con 18 rapporti, cambio Shimano, il tubo di gommapiuma a mo di salvaballe e poco per volta tutti giravamo per i campi e per i boschi con le BMX e facevamo a gara a chi la chittava di più e chi aveva più rapporti…allora averne 21 era fuori dal comune!

Oggi a distanza di anni ecco la BMX alle Olimpiadi, mio padre quando l’ha sentito si è messo a ridere dicendo: la BMX?…beh potevi continuare ad andarci quando eri piccolo chissà che non ci andavi anche tu adesso alle Olimpiadi!….grazie per la fiducia Papà!

Visto dal di fuori, oggi, il mondo delle BMX sembra un pò chiuso, come quello degli skater o dei freerider invernali, un pò restio ad aprirsi a nuovi adepti, quasi come se desse fastidio che la gente normale si appassionasse a questa disciplina, come dice lo stesso coach Antonio Silva nell’intervista rilasciata al sito Ogliate Comasco BMX: il BMX in Italia vive in una nicchia e, visto dal di fuori, da l’impressione di non volerne uscire (scusate se sono un po’ diretto, ma fa parte del mio carattere, vi ci abituerete e penso finirete con l’apprezzarlo), l’organizzazione dell’attività appare spesso un poco “provinciale; per ciò che riguarda gli atleti, non mi è ancora chiara la metodologia di allenamento dei nostri ragazzi, sempre che ce ne sia una (anche perché quasi nessuno ha risposto ai questionari che ho fatto inoltrare alle società, altro motivo che evidenzia la situazione di “chiusura” del settore). Qualcuno però si è mosso…….. e sta iniziando a lavorare, il treno si avvia e chi resta a terra poi dovrà rincorrere. Sarà necessario muoversi con compattezza di intenti e d’azioni per potersi guadagnare un posto di rilievo nel panorama sportivo nazionale.

in Italia, come al solito mi viene da dire, ci muoviamo sempre tardi, non abbiamo una vera pianificazione per far crescere gli atleti, non ci sono team in grado di fare la voce grossa all’estero per svariati motivi e per colpe di molti, ma il coach Silva si sta impegnando a fondo con la federazione per promuovere la BMX e far crescere le nuove leve, si sta lavorando all’organizzazione di campi per i più giovani in modo da trasformare il gioco BMX in sport vero e proprio.

Fortunatamente però le nostre qualità sono la passione e la tenacia così a Pechino non mancheranno i nostri assi nella manica, su tutti De Vecchi di cui abbiamo parlato qualche giorno fa.

Sono anche sicuro che se alla BMX verrà concesso il giusto spazio sui media non mancherà di fare proseliti tra i più giovani, quindi mi raccomando RAI, Sky e company…fateci vedere la BMX!

Giancarlo Costa

Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006.