Stefania Valsecchi ci racconta i 900Km dalla Cordillera Bianca all’Oceano Pacifico (prima parte)
Carissimi Mountain Bikers: ho una proposta da farvi!
Dopo l’esotico Ciclo Himalaysmo attraverso il Tibet fino alle pendici dell’Everest (MTB Magazine, Ottobre 2007) e dopo il “nostrano” Ciclo Alpinismo attorno al Monte Bianco (MTB Magazine, Febbraio 2008) che ne dite se affrontiamo ora il variopinto Ciclo Andinismo in Perù tra le cime più alte dell’America Latina, quell’angolo di paradiso chiamato Cordillera Blanca ?!! Ci state ? Perfetto !
23 Maggio 2008 e siamo già in volo con le amate MTB: in Italia sta per sopraggiungere l’estate mentre in Perù scatterà a breve l’inverno, cioè la stagione giusta perché secca e soleggiata.
Tappa a Madrid per cambio aereo e via verso Lima, caotica capitale Peruviana. Ancora solo un po’ di pazienza nelle 10 ore di autobus che da Lima ci portano a destinazione e finalmente eccoci a Marcarà ! Piccolo villaggio a 2.760 mt. di altitudine, poco lontano dell’Equatore, nel cuore delle Ande Settentrionali, punto di partenza sia per l’elevata e rilucente Cordillera Bianca, che per la più bassa Cordillera Negra (più prossima al Pacifico).
Il colpo d’occhio da Marcarà sul Nevado Copa (6.170 mt.) che ci accoglie con ghiacci brillanti e nevi immacolate, rende evidente il perché del nome “Blanca” per questa magnifica catena di monti e noi entusiasti già pregustiamo le pedalate che si prospettano magnifiche in tale scenario.
A supportarci in questi giorni Andini, saranno i giovani Peruviani dell’Operazione Mato Grosso (O.M.G.): associazione di volontari che oltre ai molti impegni sociali gestisce egregiamente la Casa delle Guide di Alta Montagna e di Mountain Bike (www.rifugi-omg.org/i…) nonché i rifugi in alta quota nei quali passeremo alcune notti. Un autista peruviano guiderà il furgone a nostra disposizione con tutto il materiale e un cuoco cucinerà per noi quando staremo in tenda; mentre Michael, giovane guida peruviana, pedalerà un po’ con noi e ci accompagnerà in alta montagna quando saliremo su alcune vette con piccozza e ramponi. Se non dormiremo in tenda o nei rifugi, saremo ospiti nelle case dell’O.M.G. sugli alti villaggi della Cordillera.
Dato che il tour scelto ci porterà a pedalare fino a 4.900 mt. di altitudine, la prima giornata di bici la sfruttiamo per acclimatarci alla quota salendo fino a 3800 mt., ma ridiscendendo nuovamente a Marcarà per abituare il fisico e ossigenare il sangue.
Così Domenica 25 Maggio, volta celeste abbagliante su di noi, brachette e canottiera per la calda temperatura, partiamo in bici da Marcarà, seguiamo per un paio di km la strada in direzione Huaraz, attraversiamo il Rio Santa ed entriamo subito in Cordillera Negra. Percorriamo dunque per 1.100 mt. di dislivello e una trentina di km. una bellissima strada sterrata e tortuosa sulla Negra, eccellente balconata naturale da cui si gode di completa vista sulla Cordillera Blanca.
Giungiamo all’apice della morbida altura di Contuyoc e nonostante i nostri altimetri e la cartina segnino 3850 mt. di quota, sembra incredibile, ma qui coltivano grano, siamo ancora immersi in colori brillanti e la natura è prosperosa: ci si perde volentieri in questo tappeto sgargiante di macchie fiorite variopinte e nel verde intenso delle colline (tutte ben oltre i 3000 mt !!) che ci attorniano con floride foreste; di fronte a noi invece il riverbero dei ghiacci eterni della Cordillera Blanca ci inchioda a sé stupefatti… si sprecano foto, filmati, commenti elettrizzati e l’entusiasmo per aver scelto quest’anno le Ande Nord Peruviane sale alle stelle ! Tra le tante e incantevoli alture che ci si porgono innanzi in questa generosa arena, svetta su tutte, con “matronesca” imponenza, il massiccio dell’Huascaran che, raggiungendo i 6.768 mt. s.l.m., è la più alta montagna del Perù. Poco più a nord, altrettanto candido ma più slanciatello il Nevado Huandoy (6.395 mt.): le sue 3 cime, disposte in meraviglioso arco, cingono l’enorme bianco plateau di neve che si cala fino a lambire i pascoli sottostanti e visto da qui pare s’incontri coi ghiacci dell’Huascaran. Invece i due monti son divisi dalla famosa Quebrada (letteralmente significa “spaccatura”, cioè valle) di Llanganuco che s’inerpica fino a quota 4.767 mt: fra qualche giorno pedaleremo proprio lassù !
Paghi di questa visione, ridiscendiamo a Marcarà: Stefano, Riccardo e Frabrizio (i miei soci pedalatori) tagliano ogni tornante scomparendo decisi in “sgarrupati” e ripidi sentieri; io li seguo finché… SBHAMM ! mi “inzucco” di schianto contro un masso… Coscia e gomito sbucciatelli mi riporto tranquilla sulla stessa strada percorsa in salita cominciando seriamente a pensare di mettere … solide rotelle alla mia MTB !!!
Lunedì 26 Maggio finalmente partiamo per la prima parte del nostro itinerario: “circumpedalata” dell’Huascaran; salita a piedi al Pisco (5.752 mt.); ascesa a pedali nella Quebrada Paron fino al lago omonimo e ritorno a Marcarà… non vediamo l’ora d’immergerci nell’ammaliante scenario che ieri abbiamo solo assaporato da lontano ! Poiché tale percorso in MTB è lungo 360 km. per 7.745 mt. di dislivello più un’altra quarantina di km. a piedi per circa 2000 mt. di salita, sul furgone viaggiano tende, viveri, pignatte, sacchi a pelo, materassini, ricambi delle bici (catena nuova, smagliacatena, fili e pastiglie freni, pedali, fili cambio, copertoni, camere d’aria, brugole, pinze e attrezzi vari…) ed altro materiale da montagna, tutto quanto custodito da Alvaro e Gianandrea nostri attivi accompagnatori armati di telecamera e …. canna da pesca ! Le acque, che siano fiumi tortuosi o morbidi laghi, si sprecano in Cordillera Blanca, quindi speriamo che i soci non-pedalatori acchiappino trote da grigliare la sera in tenda….molto easy-riders (easy biker vorrai dire… NDR), no ?!
Bé, tornando ai pedali, da Marcarà in pochi chilometri di asfalto siamo a Carhuaz (2.650 mt.), villaggio “muy muy lindo” arioso, bancarelle arcobaleno, gente accogliente e da qui inizia la salita della Quebrada Ulta che in una sessantina di km. ci porterà ai 4.890 mt. del Passo di Punta Olimpica: tutta sterrata ci “shakeriamo” a puntino con gli innumerevoli sobbalzi ! Nel bel percorso attraversiamo altri minuscoli villaggi dai nomi musicali (Amashca, Shilla, Huaypan) e il tempo che scorre lento come in epoche antiche: donne in gonnelloni sgargianti, poncho multicolor e immancabile cappellone nero in testa filano mollemente la lana sedute sul ciglio della polverosa mulattiera vegliando pecore, capre, maialetti secchi come levrieri nello smeraldo di questi sconfinati pascoli. I bimbi in magliettine sdrucite, capelli arruffati e il solito naso che cola ci gridano “buenos dias” e qualcuno ci rincorre…. Oh ma non vanno a scuola qui ??!
Tra le diverse sfumature di verde di boschi e praterie, appaiono come artistici schizzi d’autore i fucsia, i gialli, i lilla, i turchesi o i rossi dei fiori con nomi folkloristici che mi è impossibile rammentare…. Ma la cosa che più sbalordisce è che da tutta questa florida “equatorialità”, balzan fuori, quasi fossero fotomontaggi, altissime punte ghiacciate, enormi panettoni colmi di nevi come morbide meringhe, brillanti creste e bianchi contrafforti ! Strepitose queste Ande, STRE – PI – TO – SE !
Allegri e “gasati” anche nel riparare quel paio di forature che non si fan troppo attendere, giungiamo nel pomeriggio ad un’ampia spianata a 4000 mt. bagnata dal Rio Ulta in cui Alvaro getta l’amo, ma…per stasera niente grigliata di trote!
Piantiamo qui le tende intanto che il cuoco già fa bollire l’acqua per un corroborante tè di coca (non la bevanda dolce, scura e gasata… ) con biscotti e in men che non si dica il caldo e la luminosità del giorno, cedono il passo al freddo e al bruno della notte anche se son solo le 18,30, ma vicino all’Equatore è così tutto l’anno, non ci sono le nostre lunghe e chiare serata estive.
Così l’inizio notte in tenda segna zero gradi, ma col tepore del corpo si riscalda veloce e il sonno non si fa attendere.
Le luci dell’alba svelano il biancore del Nevado Ulta (5.875), del Chopicalqui (6.354 mt.) e del Huascaran che incombenti sopra noi fendono il blu ardesia: sotto l’effetto “narcosi” di tale bellezza ripartiamo senza rammentare i bruciori al fondo schiena e l’indolenzimento dei muscoletti, ma tutti proiettati alla cima Coppi di oggi, il Passo di Punta Olimpica a 4890 mt., pedaliamo certi di godere di altre fantasmagoriche messe in scena di queste effervescente natura.
Non ci sembra di far fatica se non dopo alcune ore quando….ma tòh che sensazione strana ci accomuna: gambe di ghisa, fiato strozzato, testa “intontolita”…. Uhè ciclisti, che succede??!! Ahaa bè… Uno sguardo attorno e un occhio all’altimetro ed ecco la spiegazione: c’è neve a bordo strada, è tutto brullo….siamo a 4700 mt. ! Mentre più in basso riuscivamo a stare sui 9-10 km all’ora senza ammazzarci di fatica, qui è già tanto se con sforzo erculeo teniamo i 4 per far si che il contachilometri non vada in “sciopero” nonostante le ruote girino!
Eppure quando ci superano due grosse jeep coperte di scritte cubitali “Perù Aventuras” e due morettoni “muy guapos” ci filmano, siam bravissimi a fingere d’essere più tonici di Contador vittorioso…. Per fortuna sono solo brevi istanti perchè, scomparse le jeep, ci vengono i “balordoni” e ci vuole la tenda ad ossigeno per ripigliarci dallo sforzo !!!
Poi finalmente una spaccatura fra due torrioni e lo sguardo riesce a bucare il confine su un’altra vallata: ecco raggiunta la Punta Olimpica ! Uno dei miei compagni si stende al suolo per crampi e subitamente è soccorso dall’altro che gli tira la gamba, ma in pochi minuti siam di nuovo tutti schierati sorridenti, pollici al cielo, per le foto di rito. Ci attende ora un’incredibile discesa di 30 km e 1530 mt. di dislivello tra laghi e pascoli fatta di talmente tanti tornanti ripiegati su sé stessi che pare un gigantesco interminabile intestino (non sarò poetica ma rende l’idea…) e ci porterà nella pregevole piccola Chacas (3.360 mt) dove ceneremo abbondantemente e pernotteremo comodi nella bella casa dell’Operazione Mato Grosso.
Continua…tornate a trovarci…