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Springer e Massarotto trionfano alla 24 ore di Cremona.


Volevano il sole a Cremona, per la dodicesima edizione della 24 ore di Cremona, lo volevano gli organizzatori per evitare di dover gestire una situazione che con la pioggia diventa difficile ma soprattutto i biker memori della “burrascosa” edizione dello scorso anno. Sole è stato e dunque su Cremona dalle 14 di sabato 26 fino alle 14 della domenica si è svolta la ormai storica 24 ore. Negli anni il team Kulamula ha messo a disposizione di tutti la propria esperienza negli eventi endurance e ha reso le cose facili a chi già di per se non ha scelto come attività sportiva la cosa più semplice al mondo; pedalare per 24 ore. Qualcosa di enormemente impossibile per tanti, non semplice per chi comunque pratica mtb ma nemmeno neanche per chi è più avvezzo a questo tipo di appuntamenti.

C’erano però diverse possibilità di scelta oltre alla “regina” dell’endurance, la 24 ore. A completare una scelta ampia c’erano anche la 6 ore e la 12 ore, insomma un po’ per tutti i gusti, per tutte le gambe e per tutte le ambizioni di resistenza. Se sei ore in una maniera o nell’altra possono essere un obiettivo raggiungibile, 12 diventano già molto meno possibile, 24 poi sembrano un’eternità e ogni volta tutti i biker provano emozioni e sensazioni diverse. Varietà insomma nel format di gara ma anche e soprattutto nel percorso. Rinnovato rispetto alla passata edizione, con l’aggiunta di qualche nuova variante e il reinserimento di altre che erano state “abbandonate” negli anni scorsi e rinfrescate con immenso piacere di tutti. Poco da dire, bello, molto bello, mai noioso in nessuna sua parte di circa 6 km per giro con dislivello quasi assente. Un turbinio di curve a gomito e concatenamenti all’interno del parco che si affaccia sul Po. Qualche rettilineo nel quale poter fare un po’ di ritmo o magari riposarsi sempre immerso nel verde, tra vegetazione bassa e rigogliosa.

Adrenalico molto veloce e scorrevole insomma il giusto mix per rendere una pedalata lunga un intero giorno, divertente. Questo è riuscito bene a Cremona e tutto è filato liscio come da copione scongiurando anche il temporale che aveva minacciato i “gufi” notturni con lampi a pochi chilometri e che attanagliava i cuori di chi la notte era rimasto a girare sul percorso come 24 ore vuole. Nel cuore e nella mente ancora il fango del 2013 che durante una 24 ore è qualcosa che solo chi lo pesta può capire. Arrivata incredibilmente dopo 10 minuti la chiusura ufficiale della manifestazione ma ormai il dato era tratto.

200 solitari e circa 30 team si sono dati letteralmente battaglia sui terreni compatti del parco diventati autostrade dopo il ripetuto passaggio dei biker. Qualcuno meno della scorsa edizione un po’ a conferma che il movimento ha bisogno di essere rivitalizzato con qualcosa di forte come il 24H Mtb Italian Challenge si è proposto ma che ha bisogno di un po’ di rodaggio per avvicinare nuovi biker e risvegliarne di vecchi. E’ l’obiettivo comune e c’è bisogno di coesione e lavoro su più fronti. Competizione e divertimento, questa è la scelta dunque due diversi modi di vivere l’evento.

Per il primo obiettivo sicuramente ha percorso qualche centinaio di chilometri l’austriaco Rudolf Springer. Veterano del movimento e vera macchina da chilometri ha dominato la gara fin dai primi giri, mantenendo un ritmo sul giro quasi da team, anzi senza quasi. Ha stravinto così la classifica generale con ben 81 giri per la modica cifra di 481 km e qualche metro smettendo di pedalare circa mezz’ora prima della fine della gara in quanto il risultato era già stato acquisito. A seguire l’austriaco del team Mountainbiker, Gianluca Bodini, altro veterano e pedalatore instancabile delle lunghe distanze Team G.s. Barilla. Terzo un neofito della distanza lunga come solitario, Tiziano Carraro avendo partecipato spesso come componente di team piuttosto che “solo”.

Tra le donne invece? Beh chi se non la “Giuliana” nazionale? Parliamo di Giuliana Massarotto, una che di endurance se ne intende non solo nelle 24 ore ma anche di gare a tappe spesso oltre i confini della nostra penisola. Forse potrebbe essere il caso di ribattezzarla “Giuliana internazionale”. Tra i team ha dominato la scena il Tribool Team 1 con 95 giri seguito dal team Viadana con 93 e il Tribol team 2 con 89.

La 12 ore invece è stata un monologo di Zambelli, rientrato nel giro dopo un anno semi-sabbatico. Nuovo team per lui, il Nuvolera, e nuovi traguardi da raggiungere con una forma quasi perfetta. Che l’obiettivo possa essere Finale Ligure?

Se alla 12 ore il monologo è stato di Zambelli, la sei ha un altro protagonista con la stessa casacca, Simone Arici, ormai specialista della distanza più breve dell’endurance, sempre preciso e puntuale agli appuntamenti che contano.

Come ci ha tenuto a ribadire Max Ansoldi, al “comando” dell’organizzazione e del team Kulamula, ora è il tempo di riposare, per chi ha partecipato ma anche per chi si è rimboccato le maniche per rendere comunque possibile la manifestazione. Evidenti tagli sono stati resi necessari al fine di poter comunque svolgere l’evento effetto a catena del situazione del nostro paese e dei costi che gli atleti devono sopportare per spostarsi e coltivare le proprie fatiche. Noi crediamo fortemente che una manifestazione con un passato glorioso come quello che ha avuto la 24 Ore di Cremona debba credere oggi più che mai che si può fare di meglio per portare più biker e più interesse. Potrebbe essere l’ora di una sorta di reset, considerato che i tempi rispetto al passato sono cambiati, per capire di cosa si ha bisogno per ravvivare l’ambiente e la manifestazione in particolare rendendo l’esperienza dei biker unica, ma anche di tutte quelle persone di “contorno”, assistenti, alimentatori, meccanici, supporter che sono linfa per le manifestazioni e per il movimento tutto. L’esperienza è fondamentale e di quella ce n’è tantissima, maturata negli anni e affinata. Torna in mente una frase del celebre Steve Jobs del quale tutto si può dire tranne che non abbia indovinato le mosse per promuovere i propri prodotti e cioè: “ Investire in pubblicità in tempo di crisi è come costruirsi le ali mentre gli altri precipitano”.

Tre settimane separano gli atleti dalla terza tappa del nuovo 24H Mtb Italian Challenge, ora raffreddare i motori e cominciare la preparazione.

Di Emanuele Iannarilli (Uff. Stampa 24h Mtb Italian Challenge)

Emanuele Iannarilli

Appassionato di sport estremi in particolare Mtb, Surf, Snowboard. Ha collaborato con Pianetamtb.it per la stesura di articoli e report per le maggiori granfondo off-road italiane e gare a tappe internazionali. Responsabile comunicazione Challenge 24mtb 2013/2014. Atleta endurance con partecipazione a gare internazionali, marathon, granfondo, gare a tappe. Responsabile comunicazione di alcune granfondo nazionali e collaboratore per alcuni brand off-road per test materiali, prova nuova prodotti. Blogger e responsabile comunicazione Bike Action Team.