Sellaronda Hero: la norvegese Gunn-Rita Dahle Flesjaa e l’austriaco Alban Lakata sono i campioni del mondo marathon. Damiano Ferraro 5º e Daniela Veronesi 10a i migliori azzurri
La leggendaria norvegese Gunn-Rita Dahle Flesjaa e l’austriaco Alban Lakata sono i campioni del mondo marathon 2015. Per la plurititolata Gunn-Rita, 42 anni, è il sesto mondiale dopo quelli ottenuti a Bad Goisern, Austria (2004), Lillehammer, Norway (2005), Oisans, France (2006), Villabassa, Italy (2008) e Kirchberg, Austria (2013)..
Sul podio femminile la campionessa uscente Annika Langvad, a 3 minuti. Terza la campionessa europea Sabine Spitz. Decima e prima delle due italiane al via, Daniela Veronesi.
L’austriaco Lakata si è imposto con una gara d’attacco praticamente dell’inizio alla fine. Hanno lottato per le piazze d’onore lo svizzero Christoph Sauser e il colombiano Leonardo Paez, classificandosi nell’ordine alle spalle del vincitore. Ottima prova di Damiano Ferraro, quinto, e Samuele Porro (campione italiano in carica), settimo: due azzurri nella Top Ten, un risultato confortante in prospettiva futura, considerata anche la loro età.
“Possiamo essere soddisfatti – ha detto Hubert Pallhuber –. Damiano e Samuele hanno fatto una bella gara. Non hanno forzato nella prima fase per dare poi tutto sul Pordoi e poi sul Duron. Sono soddisfatto. Questo mondiale ci vede tornare nei primi dieci dell’ordine di arrivo e lo facciamo con due ragazzi di 29 e 27 anni, ovvero relativamente giovani per una disciplina che ha dimostrato ancora una volta quanto valga l’esperienza. Attualmente gli atleti che sono saliti sul podio, sia maschile che femminile, non sono ancora alla nostra portata.”
– Per quanto riguarda gli altri azzurri?
“Alla vigilia pensavo in qualcosa di più da Longo, Mensi e Ragnoli. Toni ha pagato la fatica nella parte finale dopo aver dato l’impressione di tenere il passo dei migliori. Daniele Mensi era con Paez e Sauser al passaggio su Passo Gardena, nella discesa successiva ha avuto un problema meccanico ed è uscito di classifica. Speravo qualcosa in più da parte di Ragnoli, ma anche per lui vale il discorso fatto per Porro, a 27 anni ha tempo per migliorare.”
I due mondiali hanno avuto uno svolgimento analogo. anche se decisi su due “terreni” differenti. La Dhale Flesjaa ha fatto la selezione sin dalla prima salita. Sul Passo Gardena è transitata con una manciata di secondi sulla seconda, la campionessa uscente Annika Langvad. Ha incrementato sensibilmente per tutta la gara giungendo sul traguardo con un vantaggio di oltre 3′.
Alban Lakata, pur partendo deciso, ha staccato il gruppo dei migliori nella discesa che portava verso Corvara, creando il buco che poi non sarebbe più stato colmato. Alle sue spalle un gruppo di biker, compresi gli azzurri Longo, Ferraro e Porro hanno pedalato sostanzialmente compatto fino al Pordoi.
Damiano Ferraro è trevigiano, di Asolo, quest’anno ha vinto tra l’altro la Spaccapria, la Prosecchissima e, un mese fa, la cronoscalata finale dell’Alpentour Trophy in Austria. Insomma le salite sono il suo pane quotidiano: “Ho cercato di salire regolare – ha dichiarato – come era nei piani. Sul Pordoi mi sono ritrovato in quinta posizione, a quel punto ho cercato di tenere fino all’arrivo. Devo dire che alla fine pensavo potesse essere più dura..”.
Analoga gara quella di Porro, anche lui capace di venire fuori alla distanza. Samuele quest’anno ha vinto la 100 km dei Forti e la Capoliveri Legend, oltre ad aver collezionato diversi piazzamenti nel Marathon Tour.
Deluso invece Tony Longo, sul quale si appuntavano maggiori speranze per un piazzamento. “Per buona parte della gara ho tenuto il ritmo con i primi ma sul passo Duron mi si è spenta la luce…”.
Per quanto riguarda le donne, ottima prova della campionessa italiana Daniela Veronesi, in grado di chiudere al decimo posto: “Ci tenevo a far bene qui, con la maglia della Nazionale. Ho tenuto il più che ho potuto e sono veramente contenta del risultato. Di più non era possibile fare, anche perché la gara è stata veramente dura.”. Elena Gaddoni ha chiuso al 14° posto.
MONDIALE MARATHON UOMINI
1. Alban Lakata (Aut; 1979) in 4h, 24′ e 46
2. Christoph Sauser (Sui; 1976) a 2′ 7
3. Leonardo Paez (Col; 1982) a 2′ 15
4. Periklis Ilias (Gre; 1986) a 4′ 33
5. Damiano Ferraro (Ita; 1986) a 4′ 54
6. Marcus Kaufmann (Ger; 1981) a 5′ 8
7. Samuele Porro (Ita; 1988) a 6′ 40
8. Roel Tony Paulissen (Bel; 1976) a 7′ 27
9. Lukas Buchli (Sui; 1979) a 9′ 42
10. Kristian Hynek (Rce; 1980) a 12′ 20
Gli altri azzurri: 13. Tony Longo (Ita) a 12’41”;
21. Klaus Fontana (Ita) a 20’48”;
25. Johnny Cattaneo (Ita) a 22’26”;
33. Mirko Tabacchi (Ita) a 26’31”;
34. Stefano Dal Grande (Ita) a 27’33”;
41. Daniele Mensi (Ita) a 30’23”;
44. Marzio Deho (Ita) a 32’46”;
47. Johann Pallhuber (Ita) a 38’32”;
58. Massimo De Bertolis (Ita) a 45’21”;
MONDIALE MARATHON DONNE
1. Guun-Rita Dahle Flesjaa (Nor; 1973) in 3h, 34′ e 13
2. Annika Langvad (Dan; 1984) a 3′ 18
3. Sabine Spitz (Ger; 1971) a 9′ 30
4. Ariane Kleinhans (SAf; 1983) a 11′ 14
5. Sally Bigham (GB; 1978) a 11′ 43
6. Yana Belomoina (Ukr; 1992) a 17′ 44
7. Esther Suss (Sui; 1974) a 18′ 20
8. Christina Kollmann (Aut; 1988) a 19′ 20
9. Lea Davison (Usa; 1983) a 21′ 44
10. Daniela Veronesi (Ita; 1972) a 23′
14. Elena Gaddoni (Ita) a 34’22”.
Fonte federciclismo.it