Richard Carapaz, il volo del condor sul Giro d’Italia, secondo un grande Vincenzo Nibali
La crono di Verona, ultima tappa del Giro 102, è stata vinta dall’americano Chad Haga che ha coperto la distanza di 17 chilometri in 22’ 07” anticipando di 4” il belga detentore del record dell’ora Victor Campenaerts, Il quarto posto di Damiano Caruso dimostra quello che si è sempre saputo: l’ultima crono di solito non è solo per specialisti, ma per chi ne ha ancora. E Damiano ha chiuso il suo splendito Giro nel modo migliore.
Per quanto riguarda la classifica generale, l’ecuadoriano Richard Carapaz perde quasi 50 da Vincenzo Nibali, che arriva 9° e supera anche Primoz Roglic 10°, ma resta saldamente al comando e porta a casa il primo successo al Giro per il suo paese.
Dopo le tappe di Ceresole-Lago Serrù e Courmayeur, si era capito che tra i due litiganti il terzo gode, e così è stato, perché approfittando del surplace tra Nibali e Roglic in quelle due tappe, l’equadoriano Richard Carapaz ha guadagnato il vantaggio che oggi gli ha consegnato la Maglia Rosa finale e il Trofeo Senza Fine.
Il primo ecuadoriano della storia a vincere il Giro è stato in grado di gestire benissimo la sua forza in salita e una formazione, la Movistar, apparsa superiore alle altre, anche grazie al “capitano-luogotenente” Landa, che ha rappresentato una costante spina nel fianco per Nibali e Roglic.
Il bilancio dell’Italia conta le vittorie di tappa di Masnada, Benedetti, Cataldo, Cima e Ciccone. Cinque successi frutto di fughe a “lunga gittata”, a dimostrazione che il nostro ciclismo è in grado sempre di proporre protagonisti per tutti i terreni. Una nota particolare la merita Giulio Ciccone, vincitore della maglia di leader dei Gran Premi della Montagna. E’ stato tra i più forti in salita sin dalla cronometro di apertura di Bologna. Ha costruito questo primato con costanza e umiltà. Ha impreziosito tutto con una vittoria di tappa. Difficile chiedergli di più. Questo risultato, inoltre, ci auguriamo possa essere un viatico per il futuro della sua carriera.
Un applauso lo merita anche Valerio Conti, in maglia rosa per 6 giorni. Un romano in grado di vestire le insegne del primato nella corsa rosa è cosa rara, forse unica. Un bel segnale, a nostro avviso, per tutto il movimento. Perché se cresce la passione e la pratica nelle grandi città non può che essere un bene.
Ci piace ricordare, tra i protagonisti di questo Giro, anche Elia Viviani, cha ha collezionato tre secondi posti oltre ad una vittoria “mancata” ad Orbetello; Mattia Cattaneo, splendido secondo alle spalle di Cataldo a Como; Simone Consonni, terzo in volata a Santa Maria di Sala; Damiano Caruso, secondo a Pinerolo ma che probabilmente avrebbe potuto raccogliere di più se non fosse stato sacrificato nella logica di supporto a Nibali; Davide Formolo, che ha provato a portare a casa un successo di tappa, per compensare un Giro altalenante. E’ giovane, lui come molti degli altri citati, e il tempo per rifarsi ce n’è.
Infine Vincenzo Nibali. L’obiettivo della stagione era il Giro. Una sfida importante: se fosse riuscito nell’impresa sarebbe stato il corridore più anziano a vincere la corsa rosa. Il primato resta a Fiorenzo Magni, che vi è riuscito a 34 anni. Nibali ha corso bene mostrando significativi miglioramenti nelle prove contro il tempo. Ha potuto godere di due compagni di squadra, Caruso e Pozzovivo, in grado di proteggerlo adeguatamente. Questo non gli ha impedito di perdere minuti preziosi contro Carapaz, sottovalutato non solo da lui ma da tutti gli addetti ai lavori. Ha cercato l’impresa nella tappa del Mortirolo e in quella del sabato sul monte Avena, purtroppo per lui senza riuscire a vincere una tappa, in un Giro in cui è comunque arrivato secondo a 1’05” dopo 3600 km e 47000 metri di dislivello. Ha partecipato a 6 giri d’Italia, 2 volte primo, 2 volte secondo e 2 volte terzo. A 34 anni ha recuperato dal grave infortunio del Tour 2018, e siamo sicuri che sarà ancora protagonista per qualche anno come un Valverde che ha 39 anni ha saputo vincere un Mondiale.
Onore al vincitore, l’equadoriano Richard Carapaz, quarto l’anno scorso, che partito a fari spenti, ma supportato da una grande squadra come Movistar, con un Landa trasformatosi da capitano a luogotenente in suo supporto, ha fatto trepidare un paese intero dove il ciclismo non è certo lo sport nazionale. Dall prima bici trovata in una discarica dal padre, alla maglia Rosa, sembra un romanzo ma è la sua storia reale.
Classifica 21^ TAPPA
1. Chad Haga (USA, Team Sunweb) Km. 17 in 22’07”; 2. Victor Campenaerts (BEL, Lotto Soudal) a 4”; 3. Thomas De Gendt (BEL, Lotto Soudal) a 6”; 4. Damiano Caruso (ITA, Bahrain – Merida) a 9”; 5. Tobias Ludvigsson (SVE, Groupama – Fdj) a 11”; 6. Josef Cerny (CZE, Ccc Team); 7. Pello Bilbao Lopez De Armentia (SPA) Astana Pro Team) a 17”; 8. Mattia Cattaneo (ITA. Androni Giocattoli – Sidermec) a 20”; 9. Vincenzo Nibali ( ITA. Bahrain – Merida) a 23”; 10. Primoz Roglic (SLO, Team Jumbo – Visma) a 26”.
CLASSIFICA FINALE
1 – Richard Carapaz (Movistar Team)
2 – Vincenzo Nibali (Bahrain – Merida) a 1’05
3 – Primoz Roglic (Team Jumbo – Visma) a 2’30
4 – Mikel Landa (Movistar Team) a 2’38
5 – Bauke Mollema (Trek – Segafredo) a 5’43
MAGLIE
• Maglia Rosa, leader della classifica generale, sponsorizzata da Enel – Richard Carapaz (Movistar Team)
• Maglia Ciclamino, leader della classifica a punti, sponsorizzata da Segafredo – Pascal Ackermann (Bora – Hansgrohe)
• Maglia Azzurra, leader del Gran Premio della Montagna, sponsorizzata da Banca Mediolanum – Giulio Ciccone (Trek – Segafredo)
• Maglia Bianca, leader della Classifica dei Giovani, sponsorizzata da Eurospin – Miguel Angel Lopez (Astana Pro Team)