Reggio Emilia, storia e accoglienza
La maratone del 13 dicembre può essere l’occasione per conoscere meglio una cittadina piacevole, storica e accogliente
Il 13 dicembre si corre la maratona di Reggio Emilia, una città che, grazie alla sua genuinità e a un’indiscutibile generosità, non potrà che farsi benvolere da tutti i partecipanti alla competizione.
Vivace fin dall’epoca romana, Reggio sa accogliere gli ospiti con garbo e fascino, proponendosi come luogo ideale per una passeggiata in città in periodo pre-natalizio. Lontana dai tradizionali circuiti turistici attenti all’arte e alla storia, il centro emiliano non è privo di punti di interesse. Tra botteghe artigiane e gustose gastronomie tutte da scoprire, di seguito diamo qualche rapida idea per un giro del centro storico, che certo non deluderà.
Punto di partenza ideale per l’esplorazione della città è piazza Cesare Battisti, che, a metà della via Emilia, taglia in due il centro ed è il cuore della vita locale. Sui suoi lati, si alzano il Palazzo del Monte della Pietà (dove fino ai primi decenni del 400 il Comune aveva la sua sede), il palazzo Bussetti (a nord), che qualcuno vuole disegnato da Bernini, e il duecentesco palazzo del Capitano del Popolo, che nella sua versione attuale porta i segni di un restauro dei tempi del Ventennio.
Altra punto importante per la vita e la storia cittadina è piazza Prampolini (o piazza grande), dove, lasciando scorrere lo sguardo da sinistra a destra, si abbracciano il battistero, il palazzo Vescovile e il palazzo del Comune, oltre ad altre residenze storiche.
Attraverso un passaggio porticato, il Broletto, si raggiunge piazza San Prospero (o piazza piccola), su cui affaccia l’interessante basilica intitolata al patrono locale, S. Prospero. Dopo aver osservato il suo particolare campanile a pianta ottagonale, attraverso la stretta via Prevostura e quindi via Toschi e via S. carlo (dove al numero 10 si incontra il quattrocentesco palazzo dei Mercanti), si arriva nell’alberata piazza Fontanesi, ravvivata da molte botteghe antiquarie. Un tempo, qui, le acque del canale Guazzatoio permettevano la lavorazione della seta e la concia delle pelli.