Piolets d’Or: premiati lo svizzero Ueli Steck per la salita sull’Annapurna ed i canadesi Welsted e Slawinsky. All’americano John Roskelley il premio alla carriera
Mai più parimerito, si era detto dopo la scorsa edizione in cui il riconoscimento era andato a 5 spedizioni e invece anche questa volta il premio è andato a due spedizioni ex-equo
A conquistare il prestigioso premio sono stati lo svizzero Ueli Steck e i canadesi Ian Welsted e Raphael Slawinsky.
Polemiche e veleni hanno accompagnato la vigilia. Nel mirino è finito Steck. La giurata Catherine Destivelle, alpinista francese che ha messo in dubbio che l’impresa sia mai stata portata a termine. «Ho ricordato che non c’è prova del suo arrivo in vetta». Lui non si è scomposto: «I portatori mi hanno visto». Steck ha aperto una nuova e incredibile via sulla Sud dell’Annapurna, 8.091 metri di quota. E’ salito e sceso da solo, in 28 ore, per 2800 metri di parete. Ha conquistato Erri De Luca, altro componente della giuria, che ha descritto con poesia l’impresa di Steck: «E’ salito da solo, di notte, con la sua frontale in testa. Saliva verso l’alto in una bolla di luce, come una piccola bolla d’aria che risale in una massa liquida». Ricevendo il premio ha anche dato l’addio all’alpinismo estremo.
Il premio per i canadesi Ian Welsted e Raphael Slawinsky. È stato attribuito per la prima salita assoluta del K6 (cresta Ovest) nel Karakorum pakistano, che in passato era stato tentato più volte. Una vetta da 7.040 metri, tra ghiaccio, neve e roccia, per una via da 2700 metri. «Siamo onoratissimi – hanno detto i due – speriamo che questo riconoscimento serva a porre i riflettori anche sull’alpinismo canadese».
Il Piolet d’or alla carriera e’ stato consegnato allo statunitense John Roskelley, autore di grandi ascensioni sul Nanda Devi, sul K2 e sul Makalu .