Mobilità ciclabile per gli spostamenti al tempo del coronavirus
Dal 4 maggio l’inizio della cosidetta “Fase 2” contro la pandemia coronavirus covid-19, ha rivisto vivacizzarsi la mobilità sulle strade italiane, dovuto al ritorno al lavoro di circa 4,5 milioni di persone, oltre a chi aveva comunque sempre lavorato. Le norme di distanziamento fisico varranno anche per il trasporto pubblico, che in città vuol dire soprattutto autobus e metropolitane. Trasporto pubblico che praticamente dimezzerà la portata persone/ora, cosa che unità al timore di prendere un mezzo pubblico e di contagiarsi, significherà l’aumento dell’utilizzo dell’auto, per cui a breve è previsto un congestionamento delle città causa traffico automobilistico. Un rimedio e una soluzione potrebbe essere l’uso della bicicletta come mezzo di trasporto, da qui la messa in campo di misure ad hoc per la bicicletta, dagli incentivi all’acquisto alla creazione di nuove piste ciclabili nelle aree urbane. Parallelamente si è già scatenata la polemica, su queste misure, da chi vede nella bicicletta e nelle piste ciclabili solo un intralcio sulle strade, più che un’opportunità come mezzo di trasporto.
L’esempio dei Paesi Bassi
I Paesi Bassi sono la nazione con il più alto numero di ciclisti al mondo ed il maggior numero di km percorsi giornalmente (2.5 km di media), grazie ad un’efficiente rete di piste ciclabili che attraversa l’intero paese . La percentuale degli spostamenti in bicicletta supera il 30% e il numero di incidenti dove i ciclisti vengono coinvolti è inferiore al 1% per 100 milioni di km percorsi. Nella sola Groningen il 40% degli spostamenti è effettuato in bicicletta mentre la città di Amsterdam supera il 60% nel centro ed il 35% considerando l’intera area metropolitana (periferia e cintura). Nelle città olandesi si osservano fiumi di ciclisti che si recano a lavoro, centinaia di biciclette parcheggiate in ampi ciclo-parcheggi e un ambiente a misura d’uomo.
Molti indicano il largo utilizzo della bicicletta nei Paesi Bassi come una questione puramente culturale, ma questo è solo parzialmente vero. L’olandese non sceglie la bicicletta perché mosso da motivi ambientali o per questioni legate al risparmio ma perchè la bicicletta è il mezzo più comodo e flessibile per gli spostamenti quotidiani. Ad oggi la bicicletta gioca un ruolo fondamentale nelle politiche pubbliche olandesi. La mobilità su due ruote è infatti vista come uno strumento per garantire accessibilità a vari strati della popolazione, ridurre l’inquinamento urbano, migliorare la produttività dei lavoratori e dare stimolo all’economia locale.
La città di Utrecht, presa a modello per la mobilità ciclabile, risparmia circa 250 milioni di euro all’anno grazie alla mobilità ciclabile, risparmio dovuto alle mancate emissioni di CO2 e ai minori costi sulla sanità pubblica di chi fa attività fisica quotidiana grazie agli spostamenti in bicicletta. Utrecht ha un piccolo record: ha realizzato nel 2018, presso la stazione centrale, il più grande parcheggio per biciclette al mondo, che ne può ospitare 12500. Utrecht è anche la città che ha realizzato la prima pista ciclabile dei Paesi Bassi, nel 1885.
In Europa e nel Mondo
Ogni città sta adottando strategie diverse per evitare che le strade si trasformino in breve tempo in ingorghi senza fine. Bruxelles ha deciso di dare la priorità nelle strade del centro a ciclisti e pedoni, limitando a venti chilometri orari la velocità di tutti i mezzi di trasporto. Questa scelta viene accompagnata alla possibilità per pedoni e biciclette di potersi spostare anche sulle carreggiate delle strade interessate dal provvedimento.
Ci sono città dove il bike sharing ha visto un incremento notevole. Due delle principali metropoli degli Stati Uniti come New York e Chicago hanno visto un importante aumento degli spostamenti in bicicletta, in particolare tramite il bike sharing. A Berlino è stato deciso di permettere l’utilizzo gratuito delle biciclette condivise per trenta minuti anche più volte nell’arco della giornata.
Se Lisbona ha incentivato le biciclette in comune a favore delle consegne di cibo e farmaci, a Londra, Glasgow, Bogotà e New York l’accesso al bike sharing per i lavoratori dei settori essenziali è stato reso gratuito.
Il coronavirus covid-19, modificherà sostanzialmente le nostre vite; lavoro, scuola, spostamento, tempo libero, turismo, vita sociale non saranno più come prima, anche quando sarà trovato un vaccino. Le misure prese in considerazione dalle città italiane, europee e mondiali, grazie anche alla pressione e alle proposte delle associazioni per la mobilità ciclabile e per la tutela dell’ambiente, saranno i primi passi per implementare la bicicletta quale mezzo di trasporto protagonista nella vita quotidiana urbana.