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Luca Colli ci racconta l’avventura sul Kilimanjaro (5.895)


Luca Colli ci racconta la sua trasferta sul kilimajaro, la tecnica, l’emozione, i sentimenti.La performance sul Kilimanjaro è sata un grande successo: ho coperto i 4.055 metri di dislivello che separano il cancello d’ingresso al Kilimanjaro National Park (1.840) dall’Uhuru Peak  (5.895) e i circa 40 km in linea orizzontale in 9h e 53’, realizzando la prima ascensione al mondo in notturna, il record di velocità per il 2010 e diventando il terzo alpinista più veloce al mondo dopo il Kazako Adrey Puchinin e l’Italiano Bruno Brunod ad aver salito la “montagna che brilla”, come la chiamano i Masai.

IL PERCORSO
Tra i vari percorsi possibili per raggiungere la cima ho scelto la Marangu Route, affettuosamente chiamata dalle guide locali la “Coca Cola Route” per la facilità tecnica. Il percorso si sviluppa molto facile e agevole dall’entrata del Parco a quota 1.840, in piena foresta pluviale, fino al Mandara Hut (primo rifugio) a quota 2.720. Da qui prosegue fino all’Horombo Hut a quota 3.720, dove la vegetazione ed il paesaggio si fanno più familiarmente alpini, poi al Kibo Hut a 4.703 in pieno deserto d’alta quota. Da qui al Gillman’s point (circa 5.800) il tracciato diventa molto duro e si snoda, in forte pendenza, lungo un’antica colata di sabbia e pietrisco che rendono la salita molto impegnativa. Raggiunto il Gillman’s point si è ormai quasi sulla cresta del cratere e si prosegue longitudinalmente, con poca pendenza fino all’Uhuru Peak 5.895, il tetto dell’Africa.
Tecnicamente il percorso è molto facile. Le maggiori difficoltà sono date dalla disidratazione, poiché non c’è acqua da quota 3.700 in poi, dalla lunghezza delle distanze da coprire e dai forti venti che a volte posso spazzare l’intera area.
Si incontra il ghiacciaio solo in prossimità della cima, sul lato sinistro, con imponenti seracchi e muri di ghiaccio che però non ostacolano la salita.
Le spedizioni più veloci impiegano due giorni per la salita e un giorno per la discesa, mentre una normale spedizione impiega dai 3 ai 5 giorni per coprire il percorso.

LA MIA SALITA (LO SCHERZO AFRICANO)
La mia prima idea, considerando che mi sarei cimentato lungo lo stesso percorso del record mondiale, era proprio quella di non equipararmi ai fortissimi atleti che hanno realizzato tempi incredibili. La mia performance poteva essere fraintesa come un tentativo di battere il record del mondo, cosa che io non cercavo. Così pensavo di dormire presso il Mandara Hut a quota 2.720 e salire in estrema il giorno seguente.
La squadra era costituita da me, da un’esperta guida del posto e da un suo portatore (che non portava nulla di mio beninteso).
La guida e il portatore mi hanno però sconsigliato di dormire al Mandara perché, secondo la loro esperienza, era fisicamente impossibile raggiungere la cima in giornata partendo da quella quota. Mi sono così lasciato convincere a raggiungere l’Horombo Hut (3.720) per poi salire il giorno seguente.
Siamo partiti dall’ingresso del Parco portando con noi tutto l’occorrente alla salita: sacco a pelo, acqua (almeno 4 litri) e attrezzatura.
Il ritmo è stato subito molto veloce e vibrante. Lungo il percorso però, ho capito che la guida e il portatore, vista la nostra velocità, ma sempre ligi al concetto che fosse impossibile realizzare la cima in giornata, volevano raggiungere il Kibo Hut a 4.703 per passarvi la notte e salire in cima il giorno seguente. Ho tentato inutilmente di spiegare che, per i miei sponsor, una salita di quel tipo non avrebbe avuto significato. Così abbiamo deciso di rimandare ulteriori decisioni a quando avremmo raggiunto il Kibo Hut.
Mi sentivo particolarmente bene ed eravamo tutti molto veloci così, una volta raggiunto il Kibo, ho giocato uno scherzo d’anticipo e ho convinto i due a salire in cima in giornata. Così abbiamo affrontato l’ultimo tratto: loro due leggeri senza carico ed io con lo zaino, ma senza sacco a pelo e con meno acqua.
Devo essere sincero: la guida e il portatore hanno avuto forti difficoltà a mantenere il mio ritmo lungo tutto la salita. Questo per me è un motivo di grande soddisfazione personale: devo dire che il Corpo Guide di Alagna (tra cui vi sono a mio parere atleti fortissimi), che mi ha accompagnato in gioventù lungo le vie del mio Monte Rosa e che mi ha trasmesso il proprio particolare approccio di allenamento e rispetto della montagna ha fatto, negli anni, un grande lavoro! Li ringrazio di cuore!
Intorno ai 4.800 metri è calata la notte e il portatore ha definitivamente rinunciato ed è tornato indietro. Dopo i 5.800 metri del Gillmann’s Point  ho proseguito illuminato dalla luce lunare e di milioni di stelle, con l’imponente muraglia di ghiaccio alla mia sinistra, fino all’Uhuru Peak 5.895.
Quando abbiamo iniziato la discesa, le luci frontali dei primi alpinisti partiti dal Kibo cominciavano ad affrontare gli ultimi 1.200 durissimi metri di dislivello.

IL FUTURO
La notizia della mia performance si è diffusa velocissima attraverso le voci dei portatori e delle guide locali. Ho trascorso i giorni successivi in albergo tra congratulazioni e interviste presso la televisione della Tanzania e i giornali locali. I locali mi hanno anche soprannominato Simba “Il Leone”.
Sono molto soddisfatto perché il mio progetto (RUNNING7SUMMITS) continua: la mia idea è quella di salire tutte le Seven Summits, cioè le montagne più alte di ogni continente, di corsa o comunque in estrema, cioè evitando i campi intermedi. Se riuscirò a farlo, sarò il primo al mondo. Questa è la seconda delle Seven Summit che salgo in estrema e, nell’immediato futuro vorrei tentare l’Aconcagua in Argentina e il Kosciuzko in Australia. Sono fermamente convinto di poter anche stabilire alcuni record mondiali di velocità in salita. Tutto dipende dagli sponsor. Sono alla disperata ricerca di persone che possano credere nel mio progetto. E’ dura, lo so.
Ma del resto, facendo mia una frase hollywoodiana, io dico sempre: NESSUN SACRIFICIO NESSUNA VITTORIA.

 Chi è Luca Colli ?

Luca Colli Tibaldi
residente a Vigevano
41 anni
di professione Personal Trainer e Istruttore di Nordic Walking
sito: www.extremenordic.com   facebook: Luca Colli

Performance precedenti:
30 luglio 2008
Ho concatenato dieci cime del gruppo del Monte Rosa, tutte oltre i 4.000
metri di altezza, in 9h e 20’. Rif. www.extremenordic.co…
09 Settembre 2009
Ho partecipato come primo e unico atleta italiano alla terribile Elbrus
Race, salita estrema al Monte Elbrus in Caucaso (5.642). Mi sono
classificato 5° con 3h e 08’, miglior piazzamento di ogni tempo per un
non Russo e record italiano. www.elbrusrace.ru 

Giancarlo Costa

Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006.