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Le Terre Ballerine tra il Lago Sirio e il Lago Pistono di Ivrea


Vicino Ivrea, tra il Lago Sirio e il Lago Pistono, esiste un luogo straordinario che conduce alla scoperta di bellezze paesaggistiche di notevole interesse, come le curiose Terre ballerine dette anche Torbiere di Mongenet.
Partendo dalla Cappella di S. Pietro Martire, in località Lago Sirio, proseguire a piedi seguendo la la strada asfaltata che, passando accanto ad alcune case della borgata, conduce alle sponde del bel Lago Sirio, uno dei Laghi della Serra di Ivrea. I cinque i laghi sono di origine glaciale, ma il Lago Sirio è l’unico a essere alimentato da una sorgente.
Dopo aver superato il lago si continua superando il Borgo di Prelle, dopodiché si devono seguire le indicazioni del cartello ‘Anello del Lago Sirio e delle Terre Ballerine’. A questo punto, ci si inoltra dentro un bosco dove vi sono alcuni cartelli esplicativi che descrivono l’habitat della foresta: è importante non lasciare mai il sentiero principale fino a che, dopo qualche chilometro, si troverà un altro avviso dove verrà suggerita una piccola deviazione che consentirà di raggiungere le terre ballerine. Infatti, svoltando subito a destra, ci si trova immersi dentro un bosco sempre più fitto, in parte planiziale, dove il terreno diviene man mano sempre più soffice ed elastico. Ecco, siamo finalmente sopra la famosa torbiera, dove si può “danzare insieme alla natura”.
Una volta ritornati sul sentiero principale, bisogna procedere verso il Lago Pistono che infatti appare quasi subito davanti ai nostri occhi, regalando meravigliosi scorci sul Castello di Montalto. Dopo una doverosa sosta sulle sponde del lago, si può tornare indietro, seguendo l’anello che riporterà al punto di partenza.
Il percorso di ritorno è più breve rispetto a quello dell’andata: dopo aver raggiunto le case di Collere inferiore e superiore, si trova subito un bivio: girando a sinistra, si risale fino alla Borgata Trucco, dopodiché, con una breve discesa, si spunterà di nuovo nei pressi della Cappella di S. Pietro Martire.

Il bosco planiziale

Quello che si incontra nelle ‘Terre Ballerine’ è un bosco planiziale. Come tutte le foreste planiziali, in antichità, era l’habitat naturale per varie specie di piante quali: la querce, l’olmo campestre, l’acero campestre, il frassino maggiore, il pioppo bianco, il pioppo nero, l’ontano e il salice. Quando poi molti secoli fa, l’impero romano prese il dominio sui territori conquistati, vennero eseguiti disboscamenti massivi e altri interventi di bonifica delle paludi. Da allora, in varie fasi storiche, l’uomo continuò ad apportare modifiche sempre più radicali sui territori naturali, fino a ottenere una situazione di ambiente antropizzato, cioè prodotto dall’uomo.
Solo negli ultimi anni, fortunatamente, vari enti e associazioni hanno deciso di reintrodurre alberi autoctoni in questi boschi, allo scopo di reintegrare il paesaggio originario.

Terre Ballerine, storia di un insolito nome

A cosa si deve questo curioso nome? La struttura geologica della zona è costituita principalmente da una torbiera che dona al terreno circostante un’elasticità incredibile, tanto che saltandoci sopra si può rimbalzare come se si fosse sopra un materasso.
La spiegazione sta nel fatto che sotto allo strato di terra, trattenuto dalle radici che calpestiamo, si immagazzina l’acqua. Stiamo infatti parlando di una torbiera, originatasi dopo il prosciugamento del Lago Coniglio. Nel 1895 il lago fu prosciugato dal Signor Monferet che necessitava di una torbiera per le sue industrie siderurgiche a Pont S. Martin. Fu tra l’altro proprio in questa fase di svuotamento che vennero rinvenuti alcuni reperti fossili risalenti a un periodo compreso tra il 1400 e l’800 a.C., segni inequivocabili dell’esistenza in quel luogo di un villaggio palafitticolo.

Cos’è una torbiera

Una torbiera è di fatto un lago morto sul cui fondo si sono raccolti nel tempo vegetali, animali decomposti e altro materiale organico che, in mancanza d’ossigeno, si è trasformato prima in stagno, indi in palude e infine in torbiera: posto che l’ambiente in cui si è deposta quella materia sia di sostanza acida. Lo strato può essere spesso varie decine di centimetri, mentre sotto un residuo d’acqua contribuisce a creare il fenomeno delle Terre ballerine.
La Torbiera di Mongenet, in particolare, fu per un breve periodo importante per il materiale combustibile che forniva all’industria siderurgica. Intorno alla metà dell’Ottocento le industrie per la lavorazione dei metalli estratti nelle miniere canavesane dovettero affrontare il grave problema della carenza di combustibile che allora era principalmente costituito dal carbone di legna. Fu così necessario trovare forme alternative e modificare la tecnologia dei forni per migliorarne la resa e per un maggior risparmio del combustibile.
Fonte Piemonte Parchi

Giancarlo Costa

Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006.