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Le aspre salite della Fausto Coppi


La Fausto Coppi presenta salite estremamente dure, dove gli atleti lasciano litri di sudore e gambe e polmoni vengono messi a dura prova. Dai 617 metri della Colletta di Rossana, uno scherzo per i corridori, ai 2485 metri del Colle dei Morti Fauniera. Il nome parla da solo. Pendenze medie intorno all’8%, con punte massime al 15. Gli atleti avranno di che divertirsi.

Si inizia con il Montemale e i suoi 930 m, poi i 617 della Colletta di Rossana, i 2284 del Colle si Sampeyre, i 2485 del Colle dei Morti Fauniera, i 780 di Demonte e i 1310 della Madonna del Colletto.

Ma vediamo nel dettaglio le caratteristiche tecniche di queste ascese.

La salita del Montemale ha una lunghezza di 4,2 km, una pendenza media del 7% e una massima del 14%, con un dislivello di 292 m. Questa salita ha due porzioni nettamente distinte. Dal suo abbrivio a Valgrana al cambio di pendenza è pura accademia (2%), ma dall’abitato diS. Giorgio in poi, ci sono 2,7 km implacabili al 9,6% medio con molti passaggi oltre il 10% e un finale in continua progressione fin poco oltre il 14%. Strada ampia, tornanti in serie, asfalto ottimo e gambe fresche possono tradire chi si sente in grado di tirare 2 denti in meno. Il consiglio degli esperti è di agganciare la corona più agile, se ne ricaverà massimo profitto più tardi. La Coppi è lunga 200 km. e le gambe, se si risparmiano energie all’inizio, ringraziano e ripagheranno.

Il Colletto di Rossana presenta una salita di 2,4 km, un dislivello di 95 m, una pendenza media del 4% e una massima del 6%. Il diminutivo colletta non è casuale, è in effetti quasi solo una formalità, per quanto qualcuno perderà ruota lo stesso e comincerà a capire che, forse, il consiglio precedente sarebbe stato meglio attuarlo. Quindi, anche qui è bene non strafare, dato che le pendenze morbide spesso inducono a ciò. Stare nel mucchio e ben coperti è una saggia tattica che aiuterà i meno forti di gambe ma più nel cervello.

Per raggiungere il Colle di Sampeyre si percorrerà una salita di 16,4 km. Il dislivello è di 1311 m, la pendenza media è dell’8% e quella massima del 13. Qui si inizia a fare sul serio. È il primo dei due salitoni, ben conosciuto dai Coppisti. La caratteristica buona di questo versante è l’atipica regolarità per una salita alpina, quella negativa è la media espressa. Più duro subito, nel sottobosco, dove le pendenze non lesinano il 10% e oltre, fino al 13%, poi è un lento calvario giocato tra il 7,6% e il 9,2%, rarissimi i tratti sotto il 7%, pochi oltre il 10%. Il tutto rapportato a più di 16 km trasformano questa salita in un pugile che ti stronca col lavoro ai fianchi. Qui se la caveranno bene gli scalatori di passo, quelli che non tenteranno di strappare quella mezza pedalata in più dalle loro gambe, magari risparmiata per il Vallone di Marmora, ed in cima si tireranno le prime somme sulle proprie capacità e possibilità.

Il Col d’Esischie, a 2370 m, e il Colle dei Morti – Fauniera, rappresentano la parte più dura del percorso. La salita è lunga 22,2 km, un dislivello di 1536 m, una pendenza media del 6,9% e una massima del 15%. Questo versante di scalata al Colle Dei Morti/Fauniera è la più rilevante novità tecnica della Coppi. Tanto per cominciare come tipologia d’ascesa è diametralmente opposta alla precedente, presenta una lunghezza notevole, una irregolarità continua, lunghi tratti senza tornanti (all’inizio e a tre quarti), ed improvvise porzioni del tutto attorcigliate su se stesse (a metà), cambi continui ambientali, dal vallone chiuso e roccioso dell’inizio, ai pascoli subito dopo, alle abetaie tra i tornanti e all’asprezza dell’alpe nel finale, non mancano scoiattoli e marmotte. Tutto ciò la rende tra le salite più belle ed amate del cuneese. Chi ne avrà ancora, qui potrà dar fondo alle proprie forze, dato che l’ascesa si alterna tra tutta la gamma di pendenze possibili, spiani compresi e anche perché espone a Nord, evitando così che nelle ore più calde non si abbia a patire di troppa calura. Pur essendo sempre una salita alpina a tutti gli effetti, nell’insieme non è particolarmente aspra, però giunge dopo molti metri di dislivello già pedalati che, in cima, non saranno ancora del tutto colmati.

La Madonna del Colletto prevede una salita di 7,3 km, un dislivello di 564 m, una pendenza media del 7,7% e una massima del 13%. E’ la salita più insidiosa di tutte, dato che all’abbrivio le energie inizieranno a mancare . Ultima scalata della Coppi, molto irregolare grazie alla premiata ditta Strappi & Spiani: proprio quando invece non si vede l’ora di poter salire con un passo decente o per quel che resta, al contrario ti costringe sempre a cambi di ritmo proprio quando ne faresti volentieri a meno. La sua fase più ostica è quella centrale che regala il 13% poco prima dell’unica borgata sulla via (con fontana a sx), ottima scusa per rifiatare. E’ questa salita che da il vero metro delle forze e delle personali capacità di gestione dello sforzo fin lì profuso, e se ce n’è ancora di benzina nel serbatoio, sarà il momento di gettare il cuore oltre l’ostacolo. Comunque vada, una volta in cima, Piazza Galimberti sembrerà davvero vicina.

Marco Ceste

Giancarlo Costa

Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006.