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L’Appennino piemontese partecipa al concorso Natura 2000 Award


Il premio Natura 2000 Award viene assegnato ai progetti di eccellenza dei Siti della Rete Natura 2000 e sarà consegnato il 21 maggio in occasione della Giornata europea dedicata a Natura 2000.
L’Ente di gestione delle Aree protette dell’Appennino piemontese partecipa al concorso Natura 2000 Award promosso dalla Commissione europea. Assegnato come riconoscimento ai progetti di eccellenza in materia di conservazione e gestione della natura all’interno dei Siti della Rete Natura 2000, il premio riserva con particolare attenzione alle ricadute sulle economie locali.
Le domande vengono valutate da un team di esperti nell’ambito di cinque categorie distinte: Conservazione, Benefici socio-economici, Comunicazione, Conciliazione di interessi e Cooperazione transfrontaliera e networking. Ogni anno viene inoltre assegnato un ulteriore premio, il Citizens’ Award, per il finalista preferito dai cittadini.
I vincitori, premiati a Bruxelles in occasione della Giornata Europea Natura 2000 (21 maggio), riceveranno un contributo per organizzare un evento a livello locale dedicato al proprio progetto e alla promozione della Rete Natura 2000 in generale.

Il progetto delle Aree protette dell’Appennino piemontese

L’Appennino piemontese ha partecipato al concorso, per la categoria Conservazione, con il Progetto di valorizzazione dei siti minerari delle Valli Piota e Gorzente per la riqualificazione delle miniere d’oro di Capanne di Marcarolo e la tutela degli habitat ipogei e le specie di interesse comunitario presenti al loro interno.
Localizzate in aree remote dei versanti montani appenninici di Marcarolo, le antiche miniere delle Ferriere, prima degli interventi, erano in uno stato di totale abbandono e in molti casi pericolanti, con crolli all’interno delle cavità che ne stavano compromettendo la stabilità nel tempo.
L’abbandono dell’attività estrattiva, a partire dalla metà del XIX secolo, ha però anche consentito una graduale rinaturalizzazione delle miniere, trasformandole in un vero scrigno di biodiversità con habitat assimilabili alle grotte naturali (Habitat 83.10); questo ha consentito la sopravvivenza di specie troglofile (che vivono anche in ambienti ipogei come le grotte) o sub troglofile, in una zona in cui non potrebbero essere presenti, a causa delle caratteristiche geologiche, non idonee alla formazione naturale di cavità sotterranee.
Oggi le miniere ospitano diverse specie tutelate dalla Direttiva Habitat: un anfibio Speleomantes strinatii e quattro chirotteri Rhinolophus ferrumequinum, Rhinolophus hipposideros, Myotis daubentoni e Plecotus austriacus.
La presenza di specie di Allegato II (specie d’interesse comunitario la cui conservazione richiede la designazione di zone speciali di conservazione) e di Allegato IV (specie che richiedono una protezione rigorosa), conferiscono alle miniere un notevole valore naturalistico rendendo obbligatori interventi di gestione finalizzati alla tutela di tali habitat e specie.
I problemi di conservazione di questi ambienti semi-naturali sono stati accentuati da accessi non autorizzati in periodo invernale che potevano seriamente compromettere la conservazione dei chirotteri in ibernazione.

La realizzazione del Progetto

Gli interventi di tutela dell’habitat delle antiche miniere sono stati attuati tramite la chiusura di tutti gli accessi con appositi cancelli che consentono comunque il passaggio della fauna, in particolare dei chirotteri; le due grotte più accessibili sono state oggetto inoltre di un progetto di consolidamento strutturale finalizzato all’utilizzo per scopi turistico-didattici.
L’efficacia delle azioni realizzate, sulla biodiversità, è stata verificata con periodici monitoraggi faunistici delle specie presenti nell’habitat, attuati secondo i protocolli regionali e nazionali; gli interventi, per esempio, hanno favorito un progressivo aumento della presenza del Ferro di cavallo maggiore (Rhinolophus ferrumequinum) che è passato da 4 individui presenti nell’inverno 2007 ai 23 individui attuali.
Sono state inoltre realizzate passerelle pedonali per evitare il danneggiamento delle aree umide, sul piano calpestabile, il cui ristagno d’acqua è utilizzato dalle specie di anfibi come il Geotritone di Strinati (Speleomantes strinatii), per la deposizione.
Il gruppo di lavoro che ha predisposto l’intero progetto è formato da tecnici dell’ente di gestione e da ricercatori e professionisti che hanno collaborato gratuitamente nell’ambito di un programma più ampio di gestione e conservazione dei Siti Natura 2000. La realizzazione pratica dell’attività di conservazione, è stata messa in piedi da squadre di operai forestali della Regione Piemonte per il reperimento della paleria in legno necessaria ai lavori in grotta e per i lavori iniziali di miglioramento dell’accessibilità delle aree di intervento.
A giugno 2019 è stata fatta l’inaugurazione pubblica alla quale ha partecipato numerosa la comunità locale, da sempre attenta alla valorizzazione del proprio patrimonio storico-culturale-naturalistico.
Oggi le miniere delle Ferriere sono considerate, a livello nazionale, tra le più importanti dal punto di vista mineralogico, geologico e naturalistico.
Che cos’è la Rete Natura 2000
Natura 2000 è il principale strumento della politica dell’Unione Europea per la conservazione della biodiversità. Si tratta di una rete ecologica diffusa su tutto il territorio dell’Unione, istituita per garantire il mantenimento a lungo termine degli habitat naturali e delle specie di flora e fauna minacciati o rari a livello comunitario.
La Rete Natura 2000 è costituita dai Siti di Interesse Comunitario (SIC), identificati dagli Stati Membri secondo quanto stabilito dalla Direttiva 92/43/CEE Habitat, che vengono successivamente designati quali Zone Speciali di Conservazione (ZSC), e comprende anche le Zone di Protezione Speciale (ZPS) istituite ai sensi della Direttiva 2009/147/CE Uccelli concernente la conservazione degli uccelli selvatici.
Prerogativa della Rete Natura 2000, come riportato nell’articolo 2 della Direttiva europea, è il presupposto per cui la protezione della natura viene garantita tenendo anche conto delle esigenze economiche, sociali e culturali, nonché delle particolarità regionali e locali
La Direttiva riconosce infatti il valore di tutte quelle aree nelle quali la secolare presenza dell’uomo e delle sue attività tradizionali ha permesso il mantenimento di un equilibrio tra attività antropiche e natura. Nello stesso titolo della Direttiva viene specificato l’obiettivo di conservare non solo gli habitat naturali ma anche quelli seminaturali (come le miniere, le aree ad agricoltura tradizionale, i boschi utilizzati, i pascoli, ecc.).
Oggi la Rete N2000 è costituita da oltre 27.500 siti terrestri e marini, che coprono circa il 20% del territorio europeo e quasi il 10% dei mari circostanti, in nove regioni biogeografiche; questo la rende la più grande rete coordinata di aree protette in tutto il mondo.

Fonte Piemonte Parchi

Giancarlo Costa

Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006.