La mia vita tra zero e 8000: conferenza di Hervé Barmasse a Valtournanche il 25 agosto
L’obiettivo Gasherbrum IV e le tragedie (una fatale) vissute da soccorritore. Il maltempo, la rinuncia alla vetta e la prima spedizione da papà: “E’ arrivato il momento di raccontare tutto”, dice Hervé Barmasse, reduce – insieme al tedesco David Göttler con cui aveva già salito lo scorso anno la parete sud dello Shisha Pangma 8025 m – dalla spedizione estiva sul GIV (7.925 m), fallita a causa del maltempo e caratterizzata da due episodi drammatici.
Racconterà tutto nella sua conferenza-evento “La mia vita tra zero e 8.000” prima a Valtournenche il 25 agosto, poi a San Cassiano e Salice D’Ulzio rispettivamente il 28 e il 31 agosto e infine a Sarzana, l’1 settembre, nell’ambito del Festival della Mente. La sera del 25, durante la serata al Centro Congressi, verranno poi sorteggiati i 40 partecipanti a “In cordata con Hervé Barmasse”, l’evento che domenica 26 vedrà l’alpinista valdostano del Team The North Face e suo padre Marco, guida alpina, raggiungere con un facile trekking i piedi del Cervino. “Con il Consorzio Cervino Turismo abbiamo deciso di riproporre, dopo la prima del 2017, questa escursione all’insegna della conoscenza, della competenza e della cultura della montagna”, spiega Barmasse. “L’obiettivo di questa escursione è trasmettere la cultura della montagna, del rispetto per l’ambiente, oltre a rievocare la storia delle imprese realizzate sul Cervino, dai conquistatori Edward Whymper e Jean Antoine Carrel a A.F.Mummery e naturalmente Walter Bonatti. In più, grazie alla presenza di mio padre, ci sarà modo di confrontare le mie esperienze in quota con le sue, che realizzò già prima della mia nascita”.
Quanto alla spedizione con Göttler sul GIV, Barmasse spiega: “E’ stata molto difficile. Appena arrivati al campo base, per la prima volta nella mia vita mi sono dovuto scontrare con la Morte, con il lutto. La tragedia di Maurizio Giordano, caporal maggiore dell’Esercito, impegnato nella scalata (ma su una via diversa rispetto alla nostra) ha inciso pesantemente sul nostro umore e ha reso molto più difficile la concentrazione in vista di una spedizione che, già di per sé, si presentava molto complessa. In seguito, aspettando la decisiva finestra di bel tempo, è arrivata la richiesta di soccorso ad Alexander Gukov (poi fortunatamente tratto in salvo da un soccorso in elicottero a 6.200 metri) da parte dell’ambasciata russa e dell’esercito pakistano. In ogni caso, non è stata né la morte di Giordano né l’allerta continua per Gukov a far cambiare l’esito della spedizione, perché quando fa brutto tempo puoi essere l’alpinista migliore del mondo ma, se hai un minimo di testa e un minimo di responsabilità e di intelligenza, quando c’è pericolo di valanghe ti fermi e accetti quella che da una parte può essere vista come una sconfitta e da un’altra, che coincide con il mio punto di vista, come un’esperienza in più”. Anche perché sul GIV, Barmasse ha vissuto due prime volte: l’esperienza del campo base condiviso (“Situazione che, purtroppo, con tutta l’immondizia lasciata in quota dalle altre spedizioni, mi ha profondamente addolorato) e il ruolo di alpinista-papà: “Nonostante la rinuncia alla vetta, c’è stata la felicità di rientrare a casa perché questa è stata la mia prima spedizione da padre e quando hai una famiglia che ti aspetta a casa, alla fine, la rinuncia pesa meno. Che accetti più volentieri perché sai che ti aspettano altre cose, più belle, anzi, molto più bella delle montagne”.
Fonte abc-pr consulting