La DH di Pila secondo Marco
Come avete letto nel racconto di Dave, ieri siamo stati a Pila, l’idea era di arrivare per pranzo, ma spinti da una spettacolare giornata abbiamo lasciato i nostri impegni e anticipiato di brutto la partenza, salendo per la bellissima strada, immersa nei boschi, che collega Aosta a Pila, siamo riusciti a goderci un panorama raramente visibile: il Bianco, il Ruitor, il Gran Combin, il Rosa ed il Cervino sembravano vicinissimi data la tersa giornata senza neanche una nuvola ed erano ricoperti da un manto nevoso fresco polveroso e bianchissimo lasciato dalle ultime perturbazioni, (per un attimo la mente vola fino a Plateau Rosa immaginando di tracciare quella neve polverosa).
Arriviamo nel piazzale alle 11,30, scarichiamo le bici dalla “capotte” ci vestiamo e raggiungiamo la partenza degli impianti, le consuete quattro chiacchiere con l’organizzazione e via, saliamo in quota con la seggiovia dello Chamolé; (da qui partono e si snodano quasi tutti i tracciati di Freeride compresa la pista che sarà oggetto dei campionati Italiani sabato e domenica prossimi, già utilizzata per la tappa di Word Cup tre anni fa) e cominciamo con un bel percorso freeride (n.1) abbastanza semplice che poi lasciamo per fare la variante nera (n.6), il buon Dave e in sostanza alla sua prima uscita su percorsi simili, ma se la cava egregiamente, mostrando molto coraggio nell’osare senza preoccuparsi di “misurare” qualche volta il terreno.
Fatti un paio di giri e scattate un paio di foto, ci fermiamo a scambiare qualche parola con Sergio il Maestro Meccanico Gestore Locatore ecc. di mtb che potete normalmente trovare al lavoro alla partenza della seggio, (per qualsiasi cosa chiedete a lui) e per mangiare un bel panozzo accompagnato da mezzo litro di “Nettare del Freerider” (bevanda giallo paglierino con un retrogusto lievemente amaro che presenta leggera gradazione alcoolica).
Ecco che per il caffè ci raggiunge un certo personaggio che tutti voi sicuramente conoscete almeno per le sue gesta, che da 15 anni riecheggiano nell’ambiente DH, è Corrado Herin, vincitore di una Coppa del Mondo nel ’97 ha ottenuto negli anni una serie di successi da atleta di spicco a livello mondiale; simpaticissimo e cordiale, è veramente un piacere chiacchierare di tutto un po’, non solo dei suoi risultati ma soprattutto della mtb in generale, del possibile sviluppo futuro delle località Valdostane e Piemontesi in funzione della bicicletta.
Chiudendo la chiacchierata per andare a mettere il sedere sulla bici, ci confida un paio di chicche molto molto interessanti per il prossimo futuro, che saremo lieti di esporvi tra qualche tempo.
Quindi dopo aver messo corpetto protettivo, ginocchiere e casco integrale (Corrado è il primo a dare il buon esempio) si risale in cima, questa volta per percorrere a “tutta” la pista di gara di domenica, da lui stesso pensata e tracciata.
(estratto dal sito www.pila.it) Il percorso si snoda lungo la pista da sci “Du Bois” per una lunghezza di circa 2600 metri. La partenza è situata a fianco della stazione di arrivo della seggiovia “Chamolé” ad una quota di 2311 metri s.l.m, l’arrivo si trova ad una quota di 1785 m, per un dislivello totale di 526 metri.
Il primo tratto percorre un terreno erboso e presenta curve alterne in aderenza, segue una sezione tecnica di 50 metri circa, caratterizzata da un fondo pietroso “ROCK SECTION”. Vista la difficoltà, questa parte si può evitare percorrendo una variante.
Nel primo attraversamento della pista da sci si incontrano due salti, rispettivamente “SALTO DEI PILONI” e “PRIMA COMPRESSIONE (STEP UP)” che, se affrontati ad alta velocità, diventano molto spettacolari.
Entrando nel bosco la velocità si riduce a causa della tortuosità e del fondo caratterizzato da numerose radici.
All’uscita di questa sezione, la pista incrocia il percorso FREERIDE, superabile tramite un sovrapassaggio, che permette di effettuare un salto in discesa. Segue poi un tratto che si sviluppa a bordo della pista da sci, dove si trovano diversi salti artificiali fra i quali quello denominato ”DOPPIO SALTO IN CURVA” e un doppio salto in uscita dal bosco “JUMP OUT”. A questo punto si attraversa per la seconda volta la pista da sci immettendosi, tramite alcune sponde, in un nuovo tratto di bosco detto il “LABIRINTO” dove il percorso diventa molto stretto e tramite un salto si sbuca nuovamente sulla pista da sci per affrontare una curva a sinistra in piano.
Seguono tre piccole sponde da affrontare in velocità per poi fare un piccolo salto. Attraversando la pista da sci per l’ultima volta, si trova la seconda compressione “STEP UP”, che porta all’interno del bosco dove c’è un tratto impegnativo (con possibilità di varianti) caratterizzato da fondo sassoso e ripido.
Dopo un piccolo pianetto si arriva ad un’altra sequenza di sponde artificiali e dossi naturali su fondo erboso denominato le “GOBBE”.
Affrontando poi un piano si incontra nuovamente la pista di FREERIDE superabile attraverso un sottopassaggio. Segue una serie di curve ampie, da affrontare in aderenza, all’interno di un tratto boschivo rado. Ci si immette poi nella parte finale del percorso caratterizzata da elevata spettacolarità. Il tracciato presenta, infatti, quattro paraboliche artificiali molto alte, all’uscita delle quali si trova un dosso che immette in una piccola discesa, dove bisogna ricercare la massima velocità per affrontare un doppio salto di notevoli proporzioni.
Il percorso termina tramite altre sponde e dossi realizzati artificialmente e prosegue per ulteriori 300 metri in un tratto di trasferimento verso l’impianto di risalita.
Il tracciato di Pila è stato disegnato da Corrado Herin, vincitore nel 1997 della Coppa del Mondo di Downhill.
Scendere con lui è interessantissimo, è un piacere vedere con quale disinvoltura affronta i passaggi più tecnici, non solo ha il “manico” o “manetta” ma guida il biciclettone da DH come se fosse una Bmx.
Comunque concludiamo la giornata belli “brasati” Dave dopo la sua prima uscita in Freeride, ed io dopo quattro giri a tutta sulla DH Word Cup con Corrado ed il Team Iron Horse, alla fine tutti abbiamo imparato qualcosa in più e godendoci ancora una volta il panorama rimasto tutto il giorno mozzafiato, ci rilassiamo con un’altro po’ di “Nettare” per poi caricare tutto in macchina e fare rientro all’ovile, ovviamente nettamente in ritardo sulla tabella di marcia come sempre.
Di Marco Ciccio