Julian Alaphilippe suona la Marsigliese ai Mondiali di ciclismo, decimo Damiano Caruso
Julian Alaphilippe riporta il titolo mondiale di ciclismo in Francia, 23 anni dopo l’ultima vittoria di Laurent Brochard a San Sebastian in Spagna nel 1997.
Una gara dura ed esigente per i suoi protagonisti, 250 chilometri con 5000 metri di dislivello, con i favoriti che provengono quasi tutti dal Tour de France, perché ovviamente aver corso una gara a tappe di 3 settimane da un fondo necessario per emergere una gara che si decide dopo 240 chilometri. E così è stato, in una gara che si è accesa negli ultimi 50 km, con azioni tipiche di una Classica del Nord, corridori che scattano a ripetizione sui 2 muri di giornata (Mazzolano e Cima Gallisterna) e la meglio c’è l’hanno i più esplosivi ed i più pronosticati: oro Julian Alaphilippe, argento per il belga Wout Van Aert, bronzo per lo svizzero Marc Hirschi.
La fuga di giornata di comprimari serve proprio per non far addormentare la corsa, ma è la classica quiete prima della tempesta, che si scatena a 60 km dal traguardo, in pratica agli ultimi 2 giri. Il vincitore del Tour, lo sloveno Tadej Pogacar, ha un guasto alla bici, si ferma a cambiarla, ritorna in gruppo e parte all’attacco. Da questo momento in testa al gruppo si mette il belgio, con i suoi pezzi da 90, ed è chiaro che tirano tutti per il 3 volte campione del mondo di ciclocross Wout Van Aert. Ma il vantaggio di Pogacar si annulla quando si mettono davanti spagnoli e francesi, perché il gruppo di una trentina di superstiti, tutti i favoriti, si rende conto che lasciare 30 secondi al vincitore del Tour potrebbe essere la frittata per il copione già scritto.
Sulla penultima salita, il Mazzolano, parte Tom Dumoulin e raggiunge Pogacar, quindi arriva il gruppo, scatta Caruso, risponde Carapaz, quindi arriva l’allungo di Vincenzo Nibali, seguito da Landa e Uran, ma soprattutto da Wout Van Aert, che evidentemente sa che deve temere le iniziative dello Squalo dello Stretto che ha saputo vincere anche una Sanremo in barba ai velocisti. Come detto nelle interviste da Nibali, Van Aert non ci ha creduto,se messo dietro e questo tentativo è stato riassorbito. Riparte Fausto Masnada, ma il suo allungo diventa il trampolino di lancio non per gli Azzurri, ma per Julian Alaphilippe, Greg Van Avermaet (Belgio), Carapaz, Pello Bilbao, Jan Polanc, Daniel Martinez ed Esteban Chaves.
Si decide tutto sull’ultima salita di Cma Gallisterna. Parte il Campione Olimpico Greg Van Avermaet, segnale che il Belgio è tutto per Van Aert, dietro ci sono Marc Hirschi, con Nibali, Van Aert, Roglic e Kwiatkowski, Alaphilippe, Fuglsang e Schachmann tutti vicini. Attacca Michal Kwiatkowski, e cedeno Nibali e Schachmann; poi quando manca poco al termine della salita, l’attacco decisivo di Julian Alaphilippe, con Jakob Fuglsang e Kwiatkowski qualche metrio dietro, Van Aert li riprende con Primoz Roglic ed Hirschi. Inizia la discesa e Alaphilippe si butta a tutta, guadagna 10 secondi e va a tutta. Dietro gli inseguitori hanno il peso del favorito Van Aert, che è il più veloce di tutti, che temporeggia e gli altri non vanno a tutta per non togliere le castagne dal fuoco da chi poi in volata li giustizierebbe facilmente.
Così si entra nell’autodromo Enzo e Dino Ferrari, Julian Alaphilippe può finalmente vedere il vantaggio sugli inseguitori e fa gli ultimi metri sulle ali dell’entusiasmo, arrivando a braccia alzate e riportando in Francia il titolo iridato dopo 23 anni, per la gioia del suo CT all’esordio Thomas Voeckler. Un titolo meritato per un corridore che sa sempre dare spettacolo, e che si prende la rivincita della Sanremo corsa ad agosto , dove era stato battuto proprio allo sprint dal secondo di oggi, il favoritissimo belga Wout Van Aert, che arriva a 24 secondi e batte allo sprint Marc Hirschi bronzo, con la top ten completata da Kwiatkowski 4°, Fuglsang 5° (l’unico nei 10 che non aveva corso il Tour), Roglic 6° che forse avrebbe avuto bisogno di Pogacar al suo fianco nel finale, qundi Michael Matthews 7°, Alejandro Valverde 8°, Maximilian Schachmann 9° e Damiano Caruso 10°, come al Tour il migliore degli italiani. Vincenzo Nibali arriva 15° a 57″, non facendo la volata vinta da Matthews, non ha corso il Tour come solo Fuglsang davanti a lui e questo fa ben sperare in ottica Giro d’Italia, la cui settimana decisiva arriverà proprio tra un mese. Gli altri azzurri si piazzano così: Alberto Bettiol 18°, Fausto Masnada 23°, Giovanni Visconti 43° e Diego Ulissi 47°.
Archiviato con soddisfazione il Mondiale, con l’oro a cronometro di FilippoGanna e il bronzo di Elisa Longo Borghini nella gara in linea e una prestazione onorevole oggi nella gara più importante, il circo mondiale del ciclismo rimane in Italia e si sposta in Sicilia per la partenza del Giro d’Italia.