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Interviste ai migliori fotografi italiani di action sport: Matteo Cappè

Eravamo partiti l’estate passata con una serie di quattro interviste ad alcuni dei fotografi più noti della scena italiana, ora torniamo sul pezzo con un’altra breve serie dopo le numerose richieste ricevute via mail e sul forum da parte di molti di voi, il primo fotografo che vi proponiamo è Matteo Cappè fotografo e redattore di TuttoMTB e impegnato ultimamente in diverse altre iniziative legato alla fotografia di azione sportiva.

D: Come ti sei avvicinato alla
fotografia e da quanto tempo fotografi?

R: La fotografia mi appassiona da un
po’ di tempo, se non ricordo male avevo circa 16 anni quando ho
iniziato a fare i primi scatti (da foto amatore allo stato
embrionale) con una reflex Canon AE1. Scattavo soprattutto bianco
nero e per alcuni anni ho sviluppavo rullini e fotografie in camera
oscura, tutto da autodidatta, senza aver fatto corsi o scuole di
fotografia. Mi affascina arrivare alla soluzione da solo, sbagliando
e riprovando (concetto evoluzionistico). A differenza di quello che
fotografo attualmente in passato realizzavo poche immagini
action, ma fotografavo qualsiasi cosa attirasse la mia attenzione,
ogni cosa…

D: Qual’è stata la prima foto o
servizio che hai venduto e cosa ci vuoi raccontare a riguardo?

R: Allora… sono sempre stato un
grande appassionato di mtb prima di tutto… da sempre; e ciò mi ha
permesso, insieme alla passione della fotografia, di conoscere
quelli di Tutto… Il primo servizio è stato per
TuttoMountainbike (in quel periodo la casa editrice era GruppoB) sul
numero di maggio del 2003. All’epoca frequentavo l’università
(Facoltà di Architettura – Politecnico di Milano) ed avevo
conosciuto il mitico Mario Ciaccia (storico redattore/fotografo di
TuttoMtb) per una tesina sulla storia della mountainbike; mi aveva
introdotto lui all’interno della redazione, ma inizialmente solo per
gestire la Guida agli Acquisti (raccolta dati, prezzi e
caratteristiche… un lavoro pallosissimo!). Naturalmente tenevo
aggiornato Mario sui miei sviluppi in fotografia (sempre bianco nero
sviluppato in camera oscura), fino a quando Mario non mi propose di
realizzare un itinerario per TuttoMtb. Puoi immaginare il mio stupore
misto a gioia e anche un po’ di preoccupazione. Avevo cambiato
macchina fotografica (Canon Eos 33), Mario era il mio guru e mi aveva
insegnato un sacco di cose, mi mancava il flash e volendo realizzare
un bel servizio acquistai un flash che costava più di quello che
avrei guadagnato con il servizio stesso, ma ero ormai entrato
nell’ottica di investire in quello che poi sarebbe diventato il mio
lavoro principale. Il servizio fu realizzato in Garfagnana col grande
Pazzo di Lucca (Tiziano Davini), non dimenticherò mai quel giro.

D: Quando hai capito che con la tua
passione ci potevi guadagnare lo stipendio?

R: Non l’ho capito subito. Per anni ho
immaginato il mio futuro come designer di interni. Dopo la laurea ho
atteso per mesi un lavoro come designer, ma in parallelo la mia
collaborazione con TuttoMountainbike si era allargata e guadagnavo
abbastanza da potermi permettere di pagare l’affitto in una città
come Milano. Davanti al bivio sono laureato, adesso che faccio?
ho preso una decisione e non quella di diventare designer, bensì
proseguire la collaborazione all’interno di TuttoMountainbike,
lasciando un bel punto interrogativo per il futuro e abbandonando
definitivamente i rapporti con ciò che avevo studiato per 6 anni.
Non nego che un po’ di rammarico ce l’ho, ma non posso neppure negare
che il fatto di aver realizzato quel desiderio latente di diventare
fotografo mi fa stare in pace con me stesso. Lo stipendio? È
arrivato strada facendo, non è semplice lavorare in questo settore e
bisogna crederci. Solo da un paio di anni posso dire aver capito che
si può campare facendo… beh, quello che faccio. Solo un’ultima
cosa: ringrazierò sempre TuttoMountainbike e il mio direttore Marzio
Bardi per tutte le opportunità che mi hanno dato e mi stanno dando.

D: Quali sono i servizi per clienti
italiani e stranieri che ti hanno maggiormente soddisfatto?

R: Beh, con TuttoMountainbike ho
pubblicato molti servizi che mi hanno soddisfatto un sacco,
soprattutto quelli realizzati con Luca Masserini (detto Luca il
Pazzo) con il quale ho instaurato un bellissimo rapporto e una stima
reciproca, viaggiamo spesso insieme e ci piace portare a casa un bel
lavoro. Altri lavori sempre attinenti alla mtb che mi hanno
soddisfatto li ho realizzati insieme ai MysticFreeride pubblicando su
diverse testate di settore e sopratutto il servizio uscito su Gente
Viaggi. Altri servizi li ho realizzati con Vittorio Brumotti per
Smith Optics, Buff… Fuori dall’editoria ho lavorato per diverse
aziende come Cini & Nils, Daihatsu Italia, North Wave, Vittoria
Spa, Geax, Samsung…

D: Quanto spazio viene dedicato in
Italia alla fotografia sportiva? e quali sono le differenze con
l’estero?

R: Questa domanda mi lascia un po’
perplesso… non so quanto potrò dire… so che in Italia esistono
molte testate che pubblicano bellissime immagini dedicate allo sport,
ma essendo nel settore so che non è semplice lavorarci. Esistono
molti forum e siti internet dedicati agli sport e che aiutano a
divulgare anche la passione per la fotografia, unendo queste realtà
(fotografia e sport). Credo che la fotografia sportiva sia un po’
trascurata invece da riviste dedicate alla fotografia in generale.
Credo invece che ci sia molto interesse da parte degli utenti, cioè
tutte quelle persone che hanno accolto il digitale e che se lo
portano a presso durante le sue escursioni e attività sportive.

Sono d’accordo con Matteo Ganora
quando dice che in Italia c’è il brutto vizio di chiedere foto
gratis da pubblicare.. è una cosa che odio e che vorrei cambiasse
radicalmente. Il problema di fondo è che non esiste nessuna
regolamentazione che possa tutelare il fotografo… non esiste un
listino vero e proprio.. Gli editori italiani fanno i loro conti e se
trovano il fotografo disposto a cedere immagini in cambio della sola
visibilità sono disposti a mandare in stampa un prodotto di
bassa/media qualità, ma a costo zero… sono abbastanza dentro al
settore da conoscere diverse realtà e posso dire che è
demoralizzante che sia fotografi sia editori accettino questa brutta
abitudine: foto in cambio di visibilità. Perchè? Perchè non
porta a nulla… il fotografo non ha futuro, perchè trattando con un
editore così deve capire che ci saranno altri fotografi emergenti
che faranno la stessa cosa.. e l’editore non pagherà mai nessuno…
l’editore pubblicherà sempre servizi mediocri.. è un ciclo senza
fine o markette infinite. Qualche giorno fa sono stato contattato da
una nuova testata di cui non faccio il nome, mi chiedeva foto belle,
emozionanti… in cambio di cosa? Di visibilità.. cosa ho risposto?
Che ho famiglia, una figlia, un affitto, tre finanziamenti e pure
l’asilo nido e che le mie foto non le partorisco stando a casa
navigando su internet.. o davanti alla tv, ma mi faccio il culo, come
tutti i miei colleghi, dunque nessuno scambio se si tratta di sola
visibilità. Sono per il baratto o per un compenso (o un favore a chi
è amico)… ma non per credit e visibilità. Inoltre si tratta di
una questione di rispetto: chi si offre gratuitamente sputtana il
mercato e i fotografi pro si ritrovano a fare i conti con chi, non so
come, può permettersi il prezzo più concorrenziale, cioè 0,00
euro. Per le differenze con l’estero ti rispondo dopo…

D: Come viene riconosciuto il tuo
lavoro in italia? e all’estero?

R: In Italia credo bene, all’estero ho
pochi contatti… ho avuto dei complimenti da diversi personaggi noti
del settore, ma per quanto riguarda il lavoro ho fatto poco
all’estero.

D: Ci sono molte differenze tra
mercato editoriale italiano ed estero?

R: Sì, molte. Rimanendo in ambito
sportivo credo che si possa parlare dei canonici 10 anni di
arretratezza di noi italiani… Sia per quello che ho detto sopra…
sia per pochi investimenti.. Se non possiamo investire in una
direzione ci evolveremo poco…  Bisogna anche sottolineare che
in Italia molti sport vengono trascurati sia da stampa sia da
aziende…e se le aziende non investono non spnsorizzano non pagano
pubblicità… le riviste non pagano neppure dei bei servizi… è
tutto un ciclo. Non credere che nella mtb si sguazzi nell’oro 😉

D: Il digitale ti ha aiutato o
penalizzato nel tuo lavoro?

R: Cavolo, che domanda… certo. Prima
impiegavo un giorno intero solo per sviluppare un rullo da 36 e non
era certo che ci fosse la foto. Anche con le diapositive ci
voleva un sacco di tempo.. poi dovevi scansionarle, per fare
l’editing ci impiegavi un sacco.. era tutto un altro modo di fare..
frenetico per certi versi.. adesso non pensare che non sia
frenetico.. lo è ancora di più! perchè si sono accorciati i tempi
e non fai in tempo a scattare che già devi consegnare il file dalla
locationi in cui stai facendo il servizio. Il digitale aiuta molto,
ma ti tiene con il gas sempre aperto. Una cosa mi manca della
pellicola: quella sensazione di attesa, impazienza, ansia e sorpresa
che ti sentivi addosso da quando finivi di scattare fino a quando
uscivi dal laboratorio con la scatola delle diapositive in mano e già
sul marciapiede aprivi la scatola le tiravi fuori una ad una e te le
guardavi sullo sfondo di una qualsiasi superficie bianca. Adesso
tutta quell’attesa si è concentrata in pochissimi istanti.. scatti e
vedi già cosa hai realizzato… col bianco nero poi quella
sensazione era ancora maggiore perchè le sviluppavo personalmente e
le vedevo nascere prima dalla pellicola e poi dal foglio bianco…
avevo anche più tempo all’epoca.. bei tempi l’università! adesso
non riuscirei.

D: personalmente credo che
l’esplosione della fotografia digitale abbia aiutato i fotografi
professionisti fornendo loro attrezzature sempre migliori a prezzi
più accessibili e inoltre, molto più importante, abbia rimarcato la
differenza tra un amatore e un professionista a parità di
attrezzatura a disposizione, qual’è il tuo pensiero a riguardo?

R: Allora… cambia sta domanda, te lo
ha già detto Ganora che è una cazzata.. scherzo.. ma sinceramente
il tuo è un ragionamento non proprio corretto. Credo che il digitale
abbia aiutato molti per certi versi, pro e amatori, ma i prezzi non
credo siano poi così accessibili.. sì, per alcune reflex semi
professionali o amatoriali possiamo dire che sono alla portata di
molte persone.. le compatte idem, ma le reflex pro sono una botta..
io sto ancora pagando la mia! Una vecchia ammiraglia a pellicola
aveva un prezzo inferiore. Poi dipende di che cosa volgiamo parlare..
nella parola digitale c’è dentro di tutto… poi sai, la tecnologia
è una brutta bestia.. nella fotografia digitale avviene come con il
cellulare.. non smetti mai di cambiarlo! In fotografia pro devi
essere sempre aggiornato e al passo con i tempi e le richieste delle
agenzie e dei clienti… da questo punto di vista non aiuta molto,
non fai in tempo ad ammortizzare il corpo macchina che già esce un
nuovo corpo con sensore migliore e standard differente e software
nuovo… La differenza tra pro e amatore? Beh, è qui che finalmente
si vede quanto vale un fotografo, adesso le armi sono le stesse, la
differenza tra pro e amatore non sta più nella qualità
dell’immagine, ma nella qualità della Fotografia stessa:
qualità intesa come creatività. Cioè, con una 40D si possono fare
foto da paura.. chiaro no? Però attenzione.. anche prima era così…
anche con una reflex a pellicola non troppo costosa potevi realizzare
immagini stupende. C’è da sottolineare una cosa: quello che non è
cambiato poi molto è il prezzo degli obiettivi, quelli sono la vera
fonte di qualità… e costavano e costano ancora un botto. Aspetta…
ci sono.. adesso concludo: forse il digitale ha svegliato una massa
di utenti pigri… sai, il digitale dà l’impressione di aver già
fatto tutto… con la pellicola dovevi: comprare la pellicola (che
non costava poco e ti dava 36 scatti), scattare e non vedevi il
risultato, far sviluppare le foto (altra spesa), capire cosa avevi
sbagliato, e ripetere il ciclo.. se una persona è pigra di natura
non si appassiona alla fotografia.. troppi sbattimenti
eheheh..  adesso scatti, sbagli e impari… se sei sveglio.
Cancelli le cagate e non hai il limite di 36 scatti a rullo, io
ricordo di aver fatto il conto di quanto spendevo a scatto.. di
raffiche ne facevo poche!

D: Che vi dedicate alla foto degli
action sport in Italia non siete molti e più o meno vi conosciamo
tutti, a chi ti ispiri per i tuoi scatti e chi sono i fotografi
stranieri a cui vorresti rubare qualche scatto?

R: Ho sempre ammirato Marco Toniolo
per la cura delle sue immagini, forse non glielo ho mai detto… ci
frequentiamo davvero poco e raramente ci incrociamo a fiere o
manifestazioni. Comunque non c’è un vero e proprio fotografo a cui
mi ispiro… mi piace guardare e imparare, tra i miei miti ci sono
Hansel Adams, Edward Weston (famosissima la sua foto del peperone),
Eliot Erwit… tra i fotografi di mtb che ho sempre seguito ci
sono… beh, basta vedere l’intervista di Ganora.. alla fine son
quelli… Stimo molto Paolo Esposito (amico e collega), fa moda
e non c’entra nulla con la mtb (oddio, cioè… non c’entra nulla per
quanto riguarda le foto di mtb, ma con la mtb c’entra eccome, è
guida a Finale Ligure e socio con Luca nella Gravity School), lo
stimo perchè è non smette mai di stimolarmi a crescere, a
perfezionarmi e a ricercare uno stile tutto mio… che, se devo
essere sincero, non ho ancora trovato, ma prima o poi ci arriverò!
Mi piace molto anche Alo Beluscio.

D: Qual’è l’ottica che preferisci
per i tuoi scatti?

R: Fisheye lo adoro, il tele 70-200 f
2.8 lo uso un sacco.. mi piace anche il 50 f 1.4 da usare soprattutto
quando il cielo è grigio e c’è poca luce.. non ne ho uno preferito.

D: se potessi avere a tua
disposizione un campione di mountain bike del presente o del passato
per una photo session chi vorresti? e se parlassimo di un altro sport
chi vorresti fotografare?

R: Sinceramente è una cosa a cui non
ho mai pensato e non saprei che risponderti. Mi affascina Wade
Simmons… ecco, forse lui. Altro sport? Vale anche il paracadutismo?
Un paracadutista… ma non ti so dare un nome perchè non ne conosco.

D: qual’è lo spot italiano in cui
hai trovato gli scatti migliori?

R: Hum… non so, ci sono un sacco di
spot davvero belli in Italia… non lo so

D: Oltre alla mountain bike e agli
action sport cos’altro ti piace fotografare?

R: I peperoni e le texture.

D: Non voglio sindacare se sia
meglio Nikon e Canon perchè non arriviamo più alla fine, ma tu che
marca di attrezzatura usi e perchè?

R: Canon, perchè ho iniziato con
Canon e piano piano mi sono fatto l’attrezzatura.. non c’è motivo
per scegliere uno o l’altro.. tanto alla fine cambia poco. chi sta
dietro alla macchina fotografica fa la differenza, il resto è solo
marketing.

D: Grazie per la disponibilità, a
te la conclusione.

R: Grazie a te e mtbpassion.it,
complimenti per il sito. 

Il sito di Matteo è in aggiornamento, vale comunque la pena farci un salto perchè alcune delle sue foto sono comunque visibili.

Giancarlo Costa

Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006.