Le immagini della spedizione abruzzese al Mckinley
E’ terminata con successo per la spedizione Abruzzo Alaska 2012 – McKinley organizzata dal Centro Documentazione Alti Appennini. Partiti dall’Italia lo scorso 12 maggio, il 24 maggio, dopo appena dieci giorni di avvicinamento, i due alpinisti in forza al Corpo Forestale dello Stato, Armando Coccia e Marco Moreschini, hanno raggiunto i 6194 metri della vetta del McKinley, la montagna più alta del Nord America, terza vetta del pianeta per prominenza dopo Everest e Aconcagua. Infatti La base del McKinley poggia su un altopiano elevato in media 700 m, conferendo alla montagna un dislivello effettivo di 5400 metri.
Questo è quanto ci ha raccontato Armando Coccia al riguardo della spedizione:
“Per quanto riguarda la spedizione sul McKinley, io e Marco Moreschini stavamo bene,e siamo riusciti in 8 giorni a salire la montagna.
La stagione, anche a detta dei Ranger, era molto in ritardo e tra le più fredde degli ultimi anni. Noi 2 siamo stati l’ottavo e il nono ad arrivare in vetta in questa stagione fino a quella data. La nostra idea iniziale era di salire per la West Rib, ma a causa del forte innevamento, era praticamente impossibile entrare nella Valle della Morte, quindi abbiamo ripiegato sulla Via Normale. In 5 giorni abbiamo montato campo 5, abbiamo riposato 2 giorni per maltempo e l’ottavo giorno siamo saliti in vetta in 3h30′ dal campo 5.
I nostri compagni, chi per il freddo, chi per la stanchezza fisica,hanno rinunciato alla vetta.”
Gli altri alpinisti della spedizione erano Fernando Rossi, che ha dovuto rinunciare alla vetta a soli 300 metri dalla cima a causa del peggioramento delle condizioni meteorologiche. Stessa sorte è toccata agli altri alpinisti Giampaolo Gioia, Tony Caporale e Augusto Manilla, che hanno raggiunto il Campo 4 a 4600 metri di quota. Un secondo tentativo per raggiungere la vetta è stato impossibile a causa del peggioramento delle condizioni climatiche e delle forti nevicate.
Sempre Armando Coccia conclude così il suo racconto: “Le grosse difficoltà sono, a mio avviso, non tecniche ma logistiche. Trainare slitte da 45 chili, con zaino di 20, non è facile soprattutto nei traversi. Comunque è andato tutto bene, d’altronde venivo dalla Patrouille des Glacers!”