Il Tour de France è un circo: sul Mont Ventoux vince Thomas De Gendt, Froome a piedi nell’ultimo chilometro
Il 14 luglio è la festa nazionale francese e di solito il Tour de France lo celebra con una tappa da leggenda. Ma quest’oggi la tappa del Mont Ventoux, con la salita finale dimezzata dal forte vento in quota, il traguardo posto a quota 1400 metri anziché a 1900 metri con 6 km in meno, passerà alla storia non per la splendida impresa del belga Thomas De Gendt, ma per quanto avvenuto nel gruppo maglia gialla che si giocava la classifica generale.
Una fuga di una quindicina di corridori che guadagnano quasi 20 minuti porta Thomas De Gendt, Daniel Navarro e Serge Pauwels a giocarsi la tappa, con De Gendt che vince, impresa non nuova per lui che nel 2012 conquistò il tappone del Giro d’Italia sullo Stelvio.
Purtroppo per lui domani non si parlerà tanto della sua impresa quanto dell’incredibile accaduto al trio che aveva staccato il gruppo dei migliori e si stava andando a giocare la maglia gialla, composto da Froome, Porte e Mollema, che vanno a sbattere contro la moto delle riprese televisive bloccata dal pubblico. Ecco che anziché guadagnare sulla concorrenza e soprattutto su Nairo Quintana, che aveva provato due volte a staccare la maglia gialla per poi essere a sua volta staccato dalla maglia gialla, Froome danneggia la bicicletta e colto dal panico inizia a salire di corsa, per poi prendere una bici dell’organizzazione con cui non riesce a pedalare fino all’arrivo dell’ammiraglia a 400 metri dal traguardo, quando ormai la frittata era fatta. Immagini incredibile per uno degli eventi sportivi più importanti del mondo, che si dovrebbe pensare meglio organizzati e sorvegliati. Se si pensa che a volte al Giro e al Tour non ti fanno passare in bicicletta quando mancano ore all’arrivo dei corridori e poi in un momento decisivo della gara la calca della gente fa succedere un simile finimondo, che va a sommarsi a quello della caduta dell’arco dell’ultimo chilometro di qualche giorno fa’, ecco che si rimane allibiti, quasi senza parole.
In mezzo a questo caos, anche per calmare la furibonda reazione del team Sky, che in un primo momento aveva visto Froome relegato al 6° posto in classifica generale, la giuria ha deciso di classificare Froome e Porte con lo stesso tempo di arrivo di Mollema, che dopo la caduta è stato pronto a ripartire senza danni alla bici, riportando in giallo il keniano bianco, anche se il regolamento non prevede neutralizzazione in caso di caduta con arrivo in salita.
Quindi la nuova classifica generale vede Froome maglia gialla in 57h11’33”, Yates 2° a 47”, Mollema 3° a 56”, Quintana 4° a 1h01”, Bardet 5° a 1’15”, Valverde 6° a 1’39”, Van Garderen 7° a 1’44” e Fabio Aru 8° a 1’54”.
Domani tappa a cronometro, favorevole alla maglia gialla che potrà distaccare ulteriormente i rivali in classifica in una specialità a lui particolarmente congeniale.
Un’amara riflessione viene spontanea: dopo che il ciclismo sembra aver passato ad altri nobili sport il problema del doping, leggi atletica, non è che si sta portando in casa l’inciviltà del pubblico, tipica del calcio?