Il ritorno del gatto selvatico


Al nord est, fino a pochi anni fa, il gatto selvatico, specie rara ed elusiva, era stato avvistato solo in Friuli e sporadicamente in Veneto. Una recente segnalazione nel Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi testimonia però che il suo areale di distribuzione nelle Alpi orientali si sta espandendo verso ovest. In corso studi sull’aumento della specie anche sull’arco alpino occidentale.
Solitario e notturno, estremamente elusivo, un predatore affascinante si aggira furtivamente nei boschi, in cerca di piccoli roditori, spingendosi sempre più sull’arco alpino. Elusivo e inavvicinabile, circondato ancor oggi da un alone di mistero per le sue apparizioni fugaci, il gatto selvatico (Felis silvestris) è tornato in Veneto, avvistato il 23 gennaio 2018 nel Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi. Un passaggio notturno catturato da una delle foto-trappole posizionate all’interno dell’Area protetta.

La sua recente apparizione nel Parco Nazionale ha destato notevole soddisfazione tra i naturalisti poiché la diffusione della specie nell’Italia nord-orientale sta diventando sempre più importante. In Italia il gatto selvatico è protetto dallalegge 157/92 sulla caccia ed è inserito tra le specie di interesse comunitario che richiedono protezione rigorosa dal D.P.R. 357/97; la sua presenza conferma il buono stato dell’ecosistema, mantenuto anche grazie ai Parchi. Oltre ad essere nell’allegato IV della Direttiva Habitat 92/43 CEE, è incluso anche nell’appendice II della CITES e nell’appendice II della Convenzione di Berna.
Il nuovo dato è particolarmente importante perchè indica che questa specie sta proseguendo la sua avanzata verso Nord Ovest, avendo guadagnato quasi 10 chilometri dalle località già conosciute nel Veneto orientale.
Riconoscimento
Come distinguere in natura, In Italia, questo elegante felino dalla razza domestica, specie dal soriano che, essendo striato, ha un aspetto simile?
Senz’altro quello selvatico ha una corporatura più robusta, ma l’unico modo per aver una relativa certezza che un fugace avvistamento si possa riferire proprio a questa specie, è aver distinto nettamente la stria nera dorsale, meglio se in abbinamento con almeno altri due caratteri della sua ornamentazione tipica, come le quattro strie nere sulla nuca, nonché la coda;grossa e con la con punta arrotondata, a larghi anelli neri, è uno degli elementi distintivi di questo felino.
Le feci e le impronte di gatto selvatico e domestico, invece, non sono distinguibili fra loro.
I maschi sono più grossi delle femmine. La lunghezza del corpo va dai 70 a 110 cm, di cui ben 30-40 cm di coda. E’ meno longevo del suo cugino domestico, potendo vivere all’incirca 8-10 anni.

La specie ha un’ampia diffusione, adattandosi a climi e ambienti diversi, dall’Eurasia all’ l’Africa; ad Est sino all’India e a Sud fino al Senegal.
E’ evidente, quindi, che non si può definire univocamente l’habitat che più ama, visto che passa dalle savane alle foreste aperte, non disdegnando neppure le steppe.
In Italia però la sottospecie silvestris è specie tipicamente forestale, presente lungo quasi tutta la catena appenninica, in Sicilia, sul Gargano e in Maremma. Al Nord si trova alle due estremità opposte dell’arco alpino: nelle Alpi Liguri e Marittime ad ovest dove si è verificato un lungo periodo di assenza di dati che avevano fatto ipotizzare l’estinzione e sulle montagne friulane ad est.
Nell’areale occidentale sono state recentemente conseguite due importanti acquisizioni di presenza: il ritrovamento di un esemplare maschio, morto per veleno, su cui sono state eseguite le analisi morfometriche e genetiche con la conclusione che si tratta di un incrocio di padre silvestris con una femmina domestica o ibrida e una femmina gravida con caratteristiche ibride, ma comunque una significativa eredità selvatica.

E in Piemonte? Le ultime segnalazioni lasciano ben sperare che prima o poi questo bellissimo felino possa aumentare anche nei nostri boschi. Si ritiene, infatti, che l’areale occidentale si sia conservato, anche se si tratta probabilmente di una piccola popolazione. Oltre a una presenza – da studiare e approfondire – un altro fattore può costituire un aiuto; si tratta della ricolonizzazione in atto in Francia dall’altro versante delle Alpi. Il fenomeno è in atto da una decina d ‘anni, simile per molti aspetti a quanto si verifica in Friuli e in Veneto, e ha portato a una presenza stabile del gatto selvatico europeo nei Dipartimenti Savoia, Alta Savoia, Isère confinanti con la Valle d’Aosta e il Torinese. La popolazione francese del felide in queste zone può costituire una popolazione-sorgente per i territori italiani limitrofi. Il Cuneese è da considerare area dell’areale occidentale, in particolare per le vallate meridionali al confine con la Liguria, su queste aree è importante pianificare anche azioni di informazione utili a raccogliere segnalazioni.

Fonte Piemonte Parchi

Giancarlo Costa

Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006.