Il Capodanno del ciclismo è il 2 gennaio.
Se il ciclismo è uno sport leggendario e popolare lo si deve a corridori come Fausto Coppi, non a caso soprannominato il “Campionissimo”. Il 2 gennaio di ogni anno si celebra nel suo paese natale, Castellania, il ricordo di quest’uomo che ha cambiato la storia del ciclismo. Si dice che la storia di questo sport e dei suoi campioni dovrebbe essere insegnata nelle scuole; non so se questo avverrà mai, ma per chi non vuol dimenticare consiglio di leggere questo pezzo di Mauro Percudani, il toccante racconto del 2 gennaio di quest’anno, l’omaggio a un corridore, un uomo, uno sport.
Il Capodanno del ciclismo è il 2 gennaio.
La pioggia fine accompagna il cronista sull’erta verso Castellania. La nebbia sui colli tortonesi fa rattristare l’animo di chi scrive.
Il timore che passa nella mente è la pioggia, la nebbia, il freddo, gli Angeli del Fausto che pian piano si addormentano, finisce che lassù si troverà poca gente.
Il cartello della Betlemme dell’epopea del ciclismo si intravvede appena, ma le macchine posteggiate lungo la stretta cereggiata sono molte, un pulman fatica a farsi largo, la statua del Fausto nel prato antistante la Piazza intitolata all’ultimo direttore Candido Cannavo’ sembra dare il benvenuto, il bentornato, il che bello rivederti, il tranquillo ciclismo non morirai, sei radicato troppo in questa gente.
L’animo si rasserena, lo sguardo di chi vi scrive scruta le persone.
Scorge il Favero, uno degli ultimi Angeli; colui che tirava sul Falzarego, dinoccolandosi, quasi pavoneggiandosi, nella speranza che il Fausto lo notasse. E il Fausto lo notò. Tanto da dire al Carrea Sandrino mena più forte che qui c’è ancora il Pino…
Scorge il mitico Imerio Massignan, l’uomo del Gavia, ma anche di dell’Izoard, di Briancon, di Superbagneres; smoccola con l’immancabile Beppe Conti, rivendicando il sacrosanto diritto di essere invitato in studio in qualche tappa alpina o pirenaica del Tour.
Scorge i figli dell’Airone seduti vicino nella chiesetta del mausoleo, parlano fitto fitto, non smettono di raccontarsi cose, quasi come voler recuperare il tempo perduto, loro malgrado.
Scorge l’amico Piero Coppi, cugino del Fausto, per anni sindaco del borgo, per una vita custode dei ricordi che partono dall’infanzia e continueranno per sempre.
Scorge i ‘ragazzi’ dell’associazione che raccolgono firme affinchè la bicicletta possa candidarsi al Nobel per la Pace.
Scorge Massimo Merlano che consegnerà a breve il tradizionale premio Welcome Castellania a tre giornalisti Vittorio De Benedictis del Secolo XIX, Franco Bocca de La Stampa e Giovanni Scaramozzino appassionato cronista al seguito del Giro, e non solo, sulla moto di Radio Rai.
Giovanni è il più giovane, il più alto, il più fisicamente prestante, ma è anche il più commosso, quasi in religioso rispetto per il luogo, per la gente, per il Fausto, e per lo sport, che fra quelli che segue, ama di più, il Ciclismo.
La mattinata trascorre con il saluto alle tombe di Fausto e Serse e con la visita a Casa Coppi, divenuta museo e patrimonio di tutti.
Le stanze, la cucina, il soggiorno, ed intorno le maglie, al muro le foto e giornali, nei saloni le bici, tutto fa respirare qualcosa di prezioso, qualcosa da preservare. Ogni casa del piccolo borgo, ogni gigantografia esposta sulle facciate e la statua del Fausto che pare salutare ognuno che scende a valle, sembrano rammentarcelo…Buon Anno Ciclismo.
P.s.: il cronista ha volutamente tralasciato di raccontare il momento della presentazione dell’ultima bici di Fausto presso il Comune di Castellania, perchè troppo rispettoso per Faustino, perchè troppo amico di Piero, perchè troppo piccolo per scegliere da che parte stare.
Di Mauro Percudani.