Il calcio si fa ecologico!


Calcio azzurro in verde!
Si moltiplicano gli stadi a basso impatto ambientale

L’anima del calcio moderno è ecologica. Lo dimostrano le diverse iniziative per la realizzazione di impianti sportivi alimentati con energie rinnovabili.  Dopo lo Stadio delle Alpi è la volta del Bentegodi di Verona, che fa affidamento su un’alimentazione fotovoltaica.
L’onda verde del calcio internazionale, partita ancora una volta dagli Stati Uniti, sembra dunque aver contagiato anche il nostro Paese, sebbene ancora non ci siano progetti significativi da annoverare nella classifica degli Eco Compact Stadiums http://www.ecocompac….

La classifica vede infatti primeggiare i sempre-verdi Stati Uniti, a cui fanno seguito alcune città europee come Londra (con il suo Stamford Bridge e il Craven Cottage), Saint Denis (Stade de France), Fontvieille (Louis II), Liverpool (Goodison Park e Anfield), Bruxelles (Constant Vanden Stock), Barcellona (Camp Nou), Madrid (Vicente Calderón) e A Coruna (Riazor).

L’opportunità del 2016
Una spinta propulsiva alla realizzazione di impianti a basso impatto ambientale potrebbe arrivare dalla candidatura del nostro Paese ad ospitare gli Europei di calcio del 2016, per i quali si prevede che arrivino anche i primi investimenti per la realizzazione di nuovi stadi.

Stadi in verde
Non mancano le good practice in materia: un esempio concreto ci arriva dalla Juventus, che starebbe ristrutturando il vecchio Delle Alpi. La nuova dimora bianco-nera sta nascendo sulle ceneri della struttura costruita per Italia ’90 ed il calcestruzzo usato è quello del vecchio impianto: un riciclo vero e proprio. Lo stadio Bentegodi di Verona è il primo in Serie A ad essere alimentato grazie ad un impianto fotovoltaico sistemato sulla copertura delle tribune. Lo stesso progetto verrà realizzato a Livorno, all’Armano Picchi. L’impianto infatti potrà soddisfare quasi la metà del suo fabbisogno attraverso un impianto fotovoltaico posto sulla copertura della tribuna, capace di sviluppare una potenza di 18,9 chilowatt. L’installazione di questa struttura consentirà una riduzione delle emissioni in atmosfera di circa 12 tonnellate annue di CO2 equivalente (il parametro di riferimento dei sei gas responsabili dell’effetto serra).

Ben più ambizioso, invece, si prospettava il piano di lavoro dell’Udinese. La società friulana, le amministrazioni e i partner del progetto hanno presentato nel 2008 lo Stadium Plus: una cittadella dello sport, con annesso nuovo stadio per l’Udinese, totalmente autonoma dal punto di vista energetico. L’idea, per ora, è stata accantonata a favore di una ristrutturazione del Friuli, dove attualmente l’Udinese gioca le sue partite casalinghe. Simile la situazione di Roma e Lazio: le due formazioni della capitale stanno lavorando all’ipotesi di costruire stadi di proprietà nei quali i pannelli solari la fanno da padroni. Il vuoto legislativo e la mancanza di investitori per ora frenano gli entusiasmi, ma quello di fare sport pulito è un sogno che si sta gradualmente realizzando.
Partite fuori casa
In passato il nostro continente già aveva avuto la fortuna di assistere a realtà come quella della società toscana. Durante l’ultima rassegna iridata disputata in Germania, ad esempio, erano diverse le strutture ecologiche. Il Fritz Walter Stadion di Kaieserslautern possiede un impianto fotovoltaico (5000 pannelli) per la produzione di energia elettrica di 1 MW di potenza picco. A Norimberga, invece, il Franken-Stadion ha installato sui lati di entrambe le tribune ben 758 pannelli fotovoltaici per un totale di 1000 m2 di superficie occupata. Nella capitale, Berlino, l’Olympiastadion può vantare un sistema di irrigazione del campo di avanguardia assoluta che usa esclusivamente l’acqua piovana.

Giancarlo Costa

Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006.