I ciclisti valdostani Maurizio Pitti e Marco Dalbard portano a termine la durissima Alpi4000
Maurizio Pitti è un autentico vulcano a 2 ruote. Non solo per le prestazioni sportive in bicicletta, che seppur ragguardevoli, cedono il passo all’iniziativa, alla fantasia, alla voglia di viaggiare con il mezzo di trasporto più ecologico inventato dall’uomo: la bicicletta. Così dopo la Capo Nord-Tarifa, il Giro d’Italia no stop, il giro della Valle d’Aosta percorrendo tutte le vallate di qualche mese fa’, ecco Maurizio Pitti, questa volta con Marco Dalbard, protagonista di Alpi4000.
In 6 giorni 8 ore e 21 minuti i ciclisti valdostani Maurizio Pitti e Marco Dalbard della Società Sportiva Comola Bikaffe 36 di Donnas hanno portato a termine la durissima prova ciclistica su strada Alpi4000 che prevedeva un percorso che si snodava per tutto il nord Italia. Partiti da Bormio sabato scorso hanno fatto ritorno a Bormio dopo aver percorso ben 1500 km e 20200 metri di dislivello positivo (una media di 236 km e 3200 metri D+ al giorno). Una gara che vedeva alla partenza oltre 300 concorrenti da tutto il mondo che con le loro bici attrezzate in modalità bikepacking sono saliti sui più importanti passi delle Alpi. Usciti da Bormio subito il durissimo Gavia (2600 metri di altitudine) per poi affrontare le rampe del Mortirolo, poi nei pressi del lago di Como il Ghisallo per dirigersi verso Oropa. Da qui dopo un lungo trasferimento il durissimo ma affascinante colle del Nivolet per poi andare verso il colle delle Finestre con i suoi lunghi km di sterrato e risalire al Sestriere. Da qui ritorno verso il lago di Iseo e il Garda per finire con il passo Palade e il durissimo ma affascinante passo dello Stelvio dall’alto dei suoi 2700 metri di altitudine e dei suoi terribili 49 tornanti che dalla val Venosta portano sino alla cima.
Quella dei due ciclisti, unici valdostani al via, non è stata una semplice pedalata ma è stato un viaggio ricco di soddisfazioni e di difficoltà “E’ stata dura, a tratti durissima, il caldo torrido e le durissime salite da affrontare sono state davvero impegnative. Sicuramente qualche acciacco fisico e qualche imprevisto lo abbiamo dovuto affrontare come i temporali e qualche errore di percorso, ma per il resto è stato davvero un’emozione, un sogno, un viaggio nelle meraviglie italiane”. E queste meraviglie le riassumono così: “i tornanti dello Stelvio, la pista ciclabile a sbalzo sul lago di Garda, la strada della Forra sempre sul lago di Garda, le ciclabili che dai laghi portano verso Merano, il mitico Nivolet, e poi viaggiare giorno e notte ininterrottamente, ebbene è stato davvero tutto un sogno che sicuramente rimarrà inciso nelle nostre menti”.