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Hervè’ Barmasse in tour: La montagna, la mia vita tra zero e 8000


Da Roby Baggio allo Shisha Pangma passando per i “numeri della fortuna”, è il suggestivo percorso seguito dalle due prime serate – entrambe sold out – di “La montagna, la mia vita tra zero e 8000”, il tour nei teatri che Hervé Barmasse porterà in giro per l’Italia fino all’inizio del 2018.
Ospite prima del “Festival della lentezza” di Ponte San Nicolò (Padova) e poi del Gruppo Escursionisti di Rodengo Saiano (Brescia), l’alpinista di Valtournenche, in un’ora e mezza di monologo, ha ripercorso “i suoi primi 40 anni” insistendo non tanto, o non solo, sulla prestazione sportiva (che rimane peraltro come scenario) e su se stesso, quanto su ciò che la montagna rappresenta e quello che la vita, attraverso di essa, ti insegna.

“Perché salire sullo Shisha Pangma, come io e David Goettler abbiamo fatto lo scorso maggio, tende a essere considerata un’impresa speciale, lontana dalla normalità delle persone. Se invece insisti di più sul lato umano dell’impresa, sul percorso fatto per arrivare fin lì, tu scendi da quella cima e vai incontro alle persone”.
Come recita lo stesso titolo del tour, nella vita di Barmasse non ci sono stati solo tanti “Shisha”: lo “zero” e l’”ottomila” rappresentano i molti alti e bassi affrontati dall’alpinista, diventato papà di Lucie giusto un mese fa.
“I ‘capitoli’ del racconto seguono la maturazione dell’Hervé bambino, poi del ragazzo, quindi dell’alpinista, oscillando tra momenti di grande gioia e momenti in cui invece le difficoltà bussano alla porta. E a quel punto sta a te pensare: mi apro alle difficoltà e le affronto o mi rifugio in un piccolo igloo?”.

Gli “ottomila” del valdostano, oltre a quello “vero”, lo Shisha Pangma (il primo da lui mai scalato), sono le nove prime (tra vie nuove, invernali e solitarie) portate a termine, unico ad avercela fatta, sul Cervino.
“E sempre su quella montagna ho in mente un progetto speciale, così arriverei a 10, il numero (anche) di Baggio, insomma, una cifra che in più di uno sport ha un che di magico”.
Oltre ai “numeri della fortuna” che rappresentano parte integrante del suo racconto (“Il 13 e il 17 tornano spesso nelle date delle mie imprese più importanti”), ci sono le cifre dei suoi “zero”, come le otto operazioni subite alle ginocchia, le due – delicatissime – al collo, momenti duri, riabilitazioni lunghe e sofferte affrontate “per non rimanere nell’igloo”.

Dopo le prime due serate, il tour “La montagna, la mia vita tra zero e 8000” proseguirà a Robbio (PV, 16 novembre), Cantù (CO, 23 novembre), Vezzano (TN, 24 novembre), Albino (BG, 25 novembre), Reggio Emilia (28 novembre), Forlì (29 novembre), Lumezzane (BS, 30 novembre), Marano Vicentino (VI, 1 dicembre) e Torgnon (AO, 6 gennaio).

Fonte u.s. OMNIA

Giancarlo Costa

Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006.