Giro d’Italia: l’impresa di Taco Van der Hoorn, in fuga da Biella a Canale d’Alba
Il Giro d’Italia è un simbolo della ripartenza da questa immane tragedia che è la pandemia covid. Vedere la corsa Rosa attraversare i paesi con la gente ai bordi delle strade, pur distanziata e in mascherina, vedere le strade del Monferrato, nel caso della tappa odierna da Biella a Canale d’Alba di 190 km, colorate di rosa e tricolore, riempe il cuore, non solo di chi è appassionato di ciclismo.
E la tappa odierna è essa stessa un omaggio al coraggio e alla resistenza. Una tappa con una fuga partita dopo 10 chilometri, di 8 corridori, che sembrava avere il destino segnato, visto che nei 70 chilometri finali c’erano 3 gran premi della montagna per un finale simile a una classica del Nord. Il gruppo tirava per riprendere i fuggitivi e per staccare i velocisti, una tappa per Peter Sagan dicevano gli esperti.
Invece in fuga c’era un corridore olandese di 27 anni, Taco Van der Hoorn, che non è un campione riconosciuto dai media, ma è un Campione vero della bicicletta. L’ultimo ad arrendersi, in realtà quando i suoi 7 compagni di viaggio si sono via via arresi in vista del traguardo, lui è partito in caccia della sua più importante vittoria da professionista: una tappa al Giro d’Italia. Il gruppo rientra come la classica “balena bianca” secondo la metafora dei cronisti RAI, ma non c’è la fa’, e Taco Van der Hoorn arriva incredulo a braccia alzate.
Il corridore della Intermarchè-Wanty-Gobert nella salita finale di Guarene ha staccato prima Zoccarato e poi Pellaud, suoi compagni di fuga, e ha resistito al contrattacco di Giulio Ciccone e Tony Gallopin, quindi nel finale quasi da cronomen, al ritorno del gruppo.
In classifica generale Filippo Ganna conserva la maglia Rosa, seguito da Foss a 16”, quindi Evenepoel e Almeyda a 20”.
Ma oggi è il giorno di gloria di Taco Van der Hoorn, simbolo di un ciclismo di altri tempi.