Erba e bamboo: il cellulare del futuro
Nel settore dell’elettronica si fanno spazio innovazioni ecosostenibili
Lo smaltimento dei rifiuti elettronici è uno dei temi che più sta a cuore agli amanti dell’ambiente, i cui sogni sono agitati da montagne e montagne di cellulari e computer che la Terra smaltirà in un tempo lunghissimo. Oggi però, sotto il vento della crisi e di fronte a una situazione ambientale che assume tinte sempre più fosche, sembra che qualcosa si stia smuovendo, anche nel campo della telefonia cellulare.
Chi cerca un cellulare a basso impatto ed elevata facilità di smaltimento potrà aspettare che qualche azienda metta in produzione il brevetto del designer olandese Gert Jan Van Breugel. La sua creatura, il Bamboo Phone, è parzialmente biodegradabile, grazie alle sue componenti in bamboo. Il cellulare può essere ricaricato a mano con una manovella e, se vi stancherete di lui, potrete buttarlo tranquillamente tra i rifiuti umidi.
Ancora meglio ha saputo fare il creativo coreano Je-Hyun Kim. Dopo avere osservato che le statistiche attribuiscono ai telefonini una vita media di 5 anni, il designer ha ideato il Natural Year Phone, biodegradabile in alcune parti: il case, per esempio, è realizzato in fieno pressato. Il cellulare, su dichiarazione dello stesso inventore, è fatto per non durare più di due anni ed essere riciclato senza alcun problema.
I due casi appena descritti rientrano tra le provocazioni e i progetti più avanzati, ma anche i colossi del mercato iniziano a muoversi verso telefonini più ecologici. All’ultimo Mobile World Congress di Barcellona, tra le altre novità , Samsung, Lg e Zte hanno presentato i loro ultimi modelli di telefoni portatili ricaricabili mediante energia solare. Una innovazione che di sicuro sarà apprezzata anche dagli appassionati degli sport e della vita all’aria aperta. Ci si pensi bene: con un cellulare così, per esempio, in campeggio non ci sarà più bisogno di aspettare lunghi minuti davanti alla presa di corrente in bagno.