Enrico Camanni: 30 anni di racconti d’alpinismo nella serata di Ivrea sul “Camminare..nelle nostre montagne”
Nell’ambito della serata di presentazione delle proprie attività in montagna, presso il centro culturale La Serra, il CAI d’Ivrea ha scelto un ospite di assoluto rilievo, Enrico Camanni, giornalista e storico dell’alpinismo e della montagna.
Un’ora e mezza di parole, di racconti, di esperienze in prima persona e di aneddoti su luoghi e personaggi che tanto fanno sognare chi della montagna fa semplice passione o ragion di vita. Un narratore di una storia che ha radici lontane, ma che negli ultimi 30 anni ha trovato nella sua penna, o tastiera, nelle sue iniziative giornalistiche, letterarie e museali, un narratore attento e appassionato. Un alpinista che è riuscito nel non facile opera di diventare giornalista e comunicatore della montagna, andando oltre la propria attività. Ha saputo fondere due passioni, alpinismo e comunicazione, di non sempre facile comprensione da chi non è addetto ai lavori.
Ecco quindi centinaia di articoli sui quotidiani, collaboratore de La Stampa, riviste fondate e dirette come ALP e l’Alpe, ora è direttore di Piemonte Parchi, un paio di musei allestiti, tra i quali quello delle Alpi al Forte di Bard. E poi tanti libri; un saggio sulla nascita delle Alpi (In principio era il mare) e un’antologia di Dino Buzzati (Le montagne di vetro). Più recentemente si è dedicato alle Alpi contemporanee, in particolare con La nuova vita delle Alpi (Bollati Boringhieri, 2002), Il Cervino è nudo (Liaison, 2008) e Ghiaccio vivo, storia e antropologia dei ghiacciai alpini (Priuli e Verlucca, 2010). Poi con la Vivalda Editrice ha ideato la collana I Licheni che conta ormai un centinaio di libri. Come non ricordare “Nuovi Mattini”, il sessantotto degli alpinisti, il ricordo di simboli come Gian Piero Motti e Guido Rossa.
Poi ancora un altro passo avanti, verso la narrativa, verso i gialli (o noir), con i romanzi: Cieli di pietra, La guerra di Joseph, La notte del Cervino, La sciatrice (tra l’altro ambientato tra Ivrea e il Cervino) e L’ultima Camel blu.
Proprio ieri in pratica ha presentato anche il suo ultimo libro “Il ragazzo che era in lui” terza avventura della trilogia di gialli ad alta quota che hanno come protagonista Nanni Settembrini, guida e soccorritore del Monte Bianco ma soprattutto disincantato conoscitore della natura umana e di quella alpina. Un romanzo sull’impossibilità di fermare la gioventù e sulla necessità di cercarla ogni giorno per restare vivi.
Poi sul finire dell’incontro, stimolato da una domanda del pubblico, il racconto accorato della vicenda del K2 e di Walter Bonatti, una vicenda che con la scomparsa del suo ultimo protagonista, ha scritto la parola fine su quella che è stata l’epopea delle grandi spedizioni nazionali tese al riscatto del secondo conflitto mondiale. Una vicenda che forse ha tarpato le ali, nonostante tutte le imprese, a quello che molti considerano con Messner il più grande alpinista del dopoguerra, visto che molte delle sue energie furono dedicate a dimostrare il pesante torto subito per “Amor di Patria”.