Elisa Longo Borghini e Gianni Moscon Campioni Italiani di ciclismo a cronometro a Caluso
Sono iniziati oggi in Canavese in provincia di Torino i Campionati Italiani di ciclismo, con le prove a cronometro. Gare estreme, non per dislivelli o chilometraggi, ma per la temperatura, oltre 35°C in aria sicuramente oltre i 40° sull’asfalto.
Junior femminili
Le prime a partire sono state le donne Junior, sul percorso di 19 km da Volpiano a Caluso. In questa gara vittoria e maglia tricolore per Letizia Paternoster della Sc Vecchia Fontana, che ha vinto in 26’25” alla media dei 43,154 km/h, che sarà comunque il secondo miglior tempo di giornata, superato solo dalla vincitrice della gara Elite femminile. Quindi è da pensare che è nata una stella per le cronometro in casa azzurra. Accompagnano la Paternoster sul podio tricolore Alessia Vigilia 2a a 1’18” ed Elena Pirrone ad 1’43”.
Donne Elite
Vince il titolo italiano a cronometro Elisa Longo Borghini delle Fiamme Oro, che bissa il successo del 2016 e si conferma profeta in patria, visto che è una ciclista piemontese. Sui 19 km del percorso tra Volpiano e Ivrea ferma le lancette del cronometro in 26’22”, distaccando di 38” Elena Cecchini 2a e di 1’02” Silvia Valsecchi. Completano la top ten Rossella Ratto 4a, Alice Maria Arzuffi 5a, Maria Giulia Confalonieri 6a, Simona Frapporti 7a, Lara Vieceli 8a, Tatiana Guderzo 9a e Ilaria Sanguinetti 10a.
Uomini Elite
Gran finale di giornata con la gara maschile Elite. Tanti pretendenti alla maglia tricolore di specialità, con alcuni che sono al top a livello mondiale, come il campione uscente Manuel Quinziato che con la BMC ha vinto anche a livello mondiale. La calura è insopportabile, anche se andando ai 51 km/h di media di aria se ne prende parecchia. Tra i cinque/sei papabili alla vittoria, esce la maglia nera del team Sky di Gianni Moscon, che dimostra sulla strada tutto il suo talento, che aveva avuto nella Parigi-Roubaix di quest’anno, terminata al 5° posto, uno dei momenti migliori dopo i successi a livello giovanile. Proprio la sua giovane età fa ben sperare per il futuro (e farà dimenticare le sei settimane di stop che la Sky gi ha inflitto come punizione per un diverbio con un corridore di colore) e questo successo può essere una svolta con la convinzione nei propri mezzi, soprattutto per le classiche di un giorno, dove il fatto di essere un cronoman ha il suo peso. Sui 38,1 km da Ciriè a Caluso Moscon ha pedalato alla media di 51,312 km/h in 44’33”, essendo in testa fin dal primo intermedio. Alle sue spalle Fabio Felline è arrivato 2° a 22″ con una grande prestazione, peccato per il torinese della Trek Segafredo, che ha trovato uno stratosferico Moscon tra lui e la maglia tricolore, che non gli ha permesso di essere profeta in patria. Medaglia di bronzo per il campione uscente Manuel Quinziato a 1’36”, che magari sperava di chiudere la sua ultima stagione con questo successo, ma ha sportivamente dichiarato di essere contento che la maglia è finita sulle spalle del più talentuoso dei giovani che si cimentano con le cronometro. Completano la top ten Dario Cataldo 4°, Mattia Cattaneo 5°, Paolo Totò 6°, Jcopo Mosca 7°, Mirko Trosino 8°, Oliviero Troia 9° e Daniel Oss 10°.
Le dichiarazioni dei vincitori
Elisa Longo Borghini: È sempre un piacere poter indossare il Tricolore, sono contenta di poterlo portare sulle spalle per un altro anno, è un onore. Sono molto felice della mia prestazione, è stata una cronometro difficile, dettata dal caldo. Il percorso, pianeggiante e veloce, non era molto adatto alle mie caratteristiche però è andata bene. Sapevo di avere una buona condizione. Guardando a domenica, è sempre difficile fare doppietta, ma il percorso mi si addice. Forse gli ultimi chilometri pianeggianti non sono favorevoli ad un’azione solitaria però bisogna sempre provarci e spero di essere nelle posizioni giuste per giocarmi il titolo in linea.
Gianni Moscon: È bellissimo vincere un Campionato italiano. È la mia prima vittoria a cronometro in assoluto. Una grande emozione vincere oggi e per me sarà un’emozione ogni cronometro che disputerò fino all’anno prossimo. Ci speravo. Mi sono allenato facendo dei lavori specifici. Sapevo che la mia condizione era buona. Alla Route du Sud avevo testato la gamba in una tappa in salita e avevo capito che la condizione c’era. Sapevo di poter ambire ad un bel risultato, anche se la concorrenza era molto valida. Faceva un caldo fuori dal comune, siamo arrivati tutti davvero stremati.