Colpo di scena, il Criterium del Delfinato a Jakob Fuglsang, quinto Fabio Aru
Chi ha detto che per fare un “grande giro” servono tre settimane di gare? Al Criterium del Delfinato, in 8 giorni, siè visto più spettacolo che nel Tour de France 2016, e dire che i protagonisti, a parte Quintana, erano tutti lì. Dalla cronometro in poi è stato tutto un susseguirsi di colpi di scena, attacchi e contrattacchi, e anche il finale che sembrava scritto a favore del Tasmaniano griffato BMC Richie Porte, è stato ribaltato dal danese dell’Astana Jakob Fuglsang, Astana che a questo punto si presenta al Tour con l’inedita possibilità di avere due punte come Fuglsang e Aru, a meno che il team manager Vinokourov, non decida di puntare comunque sul danese, designato da dicembre com il capitano al Tour de France, prima dell’infortunio che ha costretto Fabio Aru a saltare il Giro e dirottato sul Tour.
Al Delfinato comunque la coppia dell’Astana ha funzionato alla grande, e nell’ultima tappa con partenza da Albertville e arrivo a sul Plateau de Solaison di 115 km, Fuglsang e Aru, rispettivamente 3° e 4° in classifica generale, hanno attaccato da lontano, prima Aru e nel finale, portando a casa Astana tappa e maglia con il danese ai suoi primi successi da pro, due tappe e la classifica generale del Criterium del Delfinato. Distacchi importanti sull’ultima salita, con la vittoria di Fuglsang in 3h26’20”, 2° Daniel Martin a 12”, 3° a 27″ Meintjes, 4° a 44″ Buchmann, 5° Fabio Aru a 1’01”, 6° Bardet a 1’02”, 7° Richie Porte a 1’15”, 8° Froome a 1’36”, 9° Valls a 1’41”, 10° Valverde a 3’30” e 11° Contador a 4’10”.
Per la classifica generale è stato determinante l’abbuono conquistato da Fuglsang nell’ultima tappa, 10 secondi che sono quelli che lo separano da Porte 2°, quindi Daniel Martin 3° a 1’32”, 4° Froome a 1’33”, 5° Fabio Aru a 1’37”. 6° Bardet a 2’04”, 7° Buchmann a 2’32”, 8° Meintjes a 3’12”, 9° Valverde a 4’08”, 10° Valls a 4’40” e 11° Contador a 5’20”.