Clean Air Dialogue: protocollo firmato a Torino senza troppe aspettative
È in corso a Torino il Clean Air Dialogue, una due giorni fra le istituzioni europee ed italiane sulla qualità dell’aria voluta dal commissario all’ambiente della commissione uscente Karmenu Vella e accolta dal ministro dell’ambiente Sergio Costa.
Oggi 4 giugno alla presenza del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte è stato firmato presso l’Environment Park un protocollo d’intesa per il miglioramento della qualità dell’aria. “L’Italia – ha dichiarato Conte – insieme con altri stati membri dell’Unione Europea non è ancora pienamente in linea con le direttive europee sulla qualità dell’aria”.
Nella giornata di domani 5 giugno verrà presentata a porte chiuse la rete di monitoraggio nazionale a cui seguiranno sessioni a porte aperte su:
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Gestione dell’inquinamento atmosferico nelle regioni italiane
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Politiche energetiche (combustione della legna)
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Politiche sui trasporti e la mobilità (aree urbane)
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Agricoltura
Nel dialogo sono stati coinvolti 7 ministeri e le Regioni e province autonome.
L’incontro avviene un anno dopo il deferimento dell’Italia alla Corte di Giustizia europea per violazione dei vincoli sull’inquinamento dell’aria. “L’Italia – si legge in un comunicato stampa della Conferenza delle Regioni – è gravata da due procedure d’infrazione sulla qualità dell’aria: la 2015/2043 e la 2014/2147, relative al superamento dei livelli di biossido di azoto (NO2) e particolato (PM10) in alcune Regioni italiane.”
Le regioni interessate dall’infrazione sono Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto e proprio il Piemonte, come ha sottolineato Conte: “Sono anche lieto che questo obiettivo di cambiamento venga assunto in questo luogo in questa città, Torino, che come tante altre nella Pianura Padana soffre anche per condizioni meteorologiche dell’inquinamento di questo bene che appartiene a tutti e sono certo che anche in questo percorso di tutela dell’ambiente Torino saprà distinguersi come sempre si è saputa distinguere nella nostra storia nella storia della civiltà italiana ed europea”.
Il commento
Al Clean Air Dialogue hanno partecipato finora soltanto Repubblica Ceca, Spagna, Slovacchia, Ungheria, Lussemburgo e Irlanda, e l’Italia arriva soltanto ultima sul gong di fine mandato della Commisione in carica essendosi appena svolte le elezioni europee che la rinnoveranno.
Dalla scarsa partecipazione dei paesi membri alla vaghezza dei documenti conclusivi finora prodotti bisognerà aspettare l’insediamento del nuovo commissario all’ambiente per vedere qualche passo avanti.
Dato l’exploit dei Verdi in quasi tutti i paesi membri (l’Italia fa eccezione), gli ecologisti potrebbero reclamare per loro il commissario all’ambiente dando una maggiore spinta al programma rispetto a quanto fatto dal laburista maltese uscente, specie se il commissario venisse da uno dei paesi più forti come Germania e Francia, dove i Verdi hanno raccolto più seggi.