Cesare Maestri ospite di Mese Montagna
Cesare Maestri e i suoi ragazzi. Potrebbe essere il titolo dell’ultima serata di Mese Montagna, che ha concluso l’edizione numero 11 della rassegna organizzata dall’APT Trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi in collaborazione con il Comune Vallelaghi presso il Teatro di Vezzano.
Protagonista il “Ragno delle Dolomiti”, tornato in pubblico proprio in mezzo ai suoi tanti amici, ma soprattutto ad un nutrito gruppo di grandi alpinisti trentini, che hanno raccontato le loro imprese, ma soprattutto la professione della Guida Alpina. Presenti tutti i territori della provincia di Trento, dalle Dolomiti di Brenta e Madonna di Campiglio a Molveno e San Lorenzo in Banale, dalle valli di Fiemme e Fassa alla Val di Sole, dalle Pale di San Martino con il gruppo denominato “Le Aquile” al Basso Trentino, ovvero Trento, Bondone e Rovereto.
Alpinisti che hanno lasciato il segno e che hanno conquistato vette, vie e autori di grandi imprese come i campigliani Ferruccio Vidi, Pio Ferrari, Renzo Springhetti, i fratelli Tomas e Silvestro Franchini. Ed ancora Franco Nicolini ed Elio Orlandi, i fassani Almo Giambisi, Gino Battisti, Sergio Valentini, il fiemmese Aldo Leviti, i solandri Icio Giarolli, Stefano Bendetti e Mario Taller, i primierotti Mariano Lott, Giampaolo Zortea e Rocco Romagna, per finire con Marco Furlani, Maurizio Giordani e lo stesso direttore artistico di Mese Montagna Angelo Giovanetti, oltre al presidente del Collegio delle Guide Alpine trentine Martino Peterlongo.
Cos’è la guida alpina per Cesare Maestri? “Un grande alpinista e un grande uomo, – ha sintetizzato il Ragno delle Dolomiti – con rilevanti capacità e generosamente grande. La cosa più importante di questa professione non è portare in cima l’appassionato di montagna, ma portarlo di ritorno sano e salvo”.
Dopo un’introduzione legata all’origine della professione della Guida Alpina raccontata da Toni Dellagiacoma, erede di una delle prime guide della storia, e più precisamente della terza guida del Tirolo Antonio Dellagiacoma, ogni alpinista e guida alpina presente ha documentato la passione per l’alpinismo, ma pure imprese significative, risultati sportivi, e progetti speciali, cercando di trasmettere al pubblico il significato del lavoro della guida alpina. Immagini suggestive di conquiste su roccia, su ghiaccio, di Ottomila, primati, storiche spedizioni, concatenamenti e anche attività di servizio per gli appassionati di montagna, come il rifacimento del bivacco sulle Pale di San Martino. Ma anche rinunce.
Perché la Guida Alpina, oltre ad essere l’avanguardia dello sci alpinismo, come è stata definita ancora a fine Ottocento, è un grande conoscitore della montagna, con un bagaglio di esperienza e di sensibilità speciale. Qualità che la guida alpina porta con sé tutta la vita, anche quando non pratica più la professione. Si tratta di una persona con un’individualità spiccata, ma che rispetta e conosce la montagna più di ogni altro, che conosce il senso del limite ed ha estrema consapevolezza, un privilegiato perché fa uno dei lavori più belli del mondo in contesti paesaggistici unici, ma pure un ricercatore di bellezza e di infinito. Sono stati questi i principali concetti che hanno utilizzato i protagonisti della serata per identificare la professione della guida alpina.
Mese Montagna anche quest’anno ha devoluto parte del costo del biglietto all’Associazione no profit “Oskar for Langtang”, che si sta dedicando alla costruzione di strutture mediche, logistiche e di ricovero nella zona del Nepal colpita dal terremoto nell’aprile 2015.
In chiusura non sono mancati i saluti e i ringraziamenti degli organizzatori Elda Verones dell’Apt Trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi e di Gianni Bressan del Comune Vallelaghi, che hanno promesso importanti novità per l’edizione numero 12 di Mese Montagna, in programma a novembre 2017.
Fonte pegasomedia