Campionati Mondiali XCO: l’ottava sinfonia di Nino Schurter, sfortuna per Kerschbaumer quinto
Finale amaro per la gara più attesa del sabato ai Campionati Mondiali di mountain bike di Mont Sainte Anne in Canada. Quando tutta l’Italia della mountain bike era pronta a festeggiare il secondo argento di fila per Gerahrd Kerschbaumer, alle spalle del fuoriclasse elvetico Nino Schurter, l’altoatesino ha forato proprio all’ultima curva e correndo a piedi con la sua bici al fianco è arrivato quinto, pee la delusione di tutta la Nazionale azzurra che stava per iniziare a festeggiare
Il più amareggiato è il CT Mirko Celestino: “E’ incredibile, anche nell’ultima gara la sfortuna si è accanita contro di noi. Kerschbaumer era sicuro secondo quando all’ultima curva ha forato… Non ha potuto fare altro che guardare passare gli altri e chiudere al quinto posto…”.
In effetti questi Mondiali, almeno per quanto riguarda il Crosscountry si chiudono con un bilancio stretto per il gruppo azzurro: un terzo posto di Vittone, che non rispetta quanto hanno fatto vedere gli azzurri in gara.
Nell’ultima giornata dedicata alla disciplina olimpica, si sono svolte le prove donne U23, donne elite e elite. Salgono sul gradino più alto del podio gli svizzeri Sina Frei e Nino Schurter (rispettivamente tra donne U23 e Elite) e la redivivia Pauline Ferrand-Prévot. Per gli azzurri solo piazzamenti con i quinti posto di Berta e Kerschbaumer.
DONNE U23 – L’azzurra ha sperato di salire sul podio fino all’ultimo. “Martina è stata brava – ha commentato il tecnico azzurro -: sempre con le prime, ha ceduto solo nel finale. Ci può stare, date soprattutto le caratteristiche del percorso, che ha impegnato gli atleti fino all’ultimo.”
La svizzera Sina Frei ha dominato la gara dal primo all’ultimo metro con un ritmo altissimo. Alle sue spalle resistevano soltanto in tre: l’azzurra Martina Berta (Centro sportivo Esercito), la francese Loana Lecomte e la statunitense Haley Batten e, poco più indietro l’austriaca Laura Stigger.
La Frei ha proseguito con il suo ritmo elevato e a conclusione del terzo giro vantava poco meno di trenta secondi di vantaggio sulla coppia Berta-Lecomte, mentre alle loro spalle, si concretizzava la rimonta della Stigger.
La svizzera coglieva alla fine il suo secondo oro mondiale nella categoria, il quarto se aggiungiamo anche i due tra le juniores. Alle sue spalle, attardata di 31” giungeva la due volte campionessa mondiale Juniores, al primo anno in categoria, l’austriaca Laura Stigger e, terza, a 36”, la francese Loana Lecomte. Al quarto posto, in rimonta, la britannica Evie Richards, a 1’03” e, a due minuti esatti dalla vincitrice, Martina Berta (1h 18’34”). L’altra azzurra Greta Seiwald giungeva 15^ a 7’03, vittima anche lei di problemi meccanici.
DONNE ELITE – Il fuoristrada mondiale saluta il ritorno di un’atleta che ha l’invidiabile record di aver vestito la maglia iridata in tre discipline diverse: la 27enne nativa di Reims si laurea per la seconda volta in carriera campionessa iridata, quattro anni dopo il successo a Vallnord 2015.
Pauline Ferrand-Prévot dominava nella seconda parte di gara, superando le rivali con una grande progressione e andandosi a prendere la vittoria in solitaria con 43” di vantaggio sulla svizzera Jolanda Neff e 1’17” sull’australiana Rebecca McConnell. L’azione decisiva arrivava nel quinto giro quando Ferrand-Prévot, in recupero dopo una partenza lenta, attaccava e superava Neff e McConnell, restando sola al comando. Molto lontane invece le azzurre, con Eva Lechner che chiudeva 21^ a 9’09” e alle sue spalle Chiara Teocchi a 9’39”.
Uomini ELITE – Il re del crosscountry mondiale è ancora lui, Nino Schurter, che in Canada coglie l’ottavo titolo mondiale. Su un percorso difficile e tecnico come quello canadese, Nino attende metà gara per aprire il gas e lasciare agli altri le piazze d’onore. Alle sue spalle risaliva imperioso, come è sempre stato nel suo stile, Kerschbaumer, che si scrollava di dosso il marcamento di Flueckiger e di Tempier. Anche Luca Braidot provava, nella prima metà di gara, di restare con i primi, poi cedeva. Quando le posizioni del podio apparivano ormai cristallizzate, con una ripetizione, almeno per i primi due gradini, dell’edizione iridata passata, l’azzurro forava. La gara finiva lì. Vedeva sfilarsi a pochi metri dal traguardo prima Flueckiger, poi i due francesi. Per il bolzanino un anno povero di soddisfazioni. Per il crosscountry azzurro un mondiale veramente sfortunato.
“Che dire – commenta amaro Celestino – in quasi tutte le gare c’è stato qualcosa che non ci ha permesso di poter raccogliere quanto avevamo meritato: dalla staffetta alla prova juniores, dalla gara U23 a questa di oggi. Non posso però rimproverare nulla ai ragazzi, che si sono dimostrati all’altezza del compito.”
Fonte federciclismo