In bici attraverso la Rete Natura 2000
Bicicletta e natura, è possibile. A sancire la vocazione anche naturalistica di questo mezzo di trasporto tanto datato quanto moderno, sostenibile per antonomasia, è il progetto In bici attraverso la Rete Natura 2000, presentato lo scorso 20 marzo a Roma, presso la sede dello Spazio Europa della Commissione e del Parlamento europeo. Progetto finanziato dal programma comunitario LIFE e guidato dall’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), con la partecipazione di Ares 2.0, società di ricerca e comunicazione istituzionale, di Fiab (Federazione Italiana Amici della Bicicletta) e di Enne3, incubatore di imprese dell’Università del Piemonte orientale.
Bicicletta e natura: un binomio ancora poco esplorato, in buona parte da scoprire. Natura intesa come tale, nell’accezione più autentica, e quindi non paesaggio (la differenza fra i due elementi non è certo patrimonio diffuso). Eppure la bicicletta è un mezzo ideale per acquisire sensibilità e conoscenze anche sul tema habitat naturali e biodiversità, ragion prima dell’omonima direttiva comunitaria e creazione della Rete Natura 2000.
Due sono quindi le finalità del progetto. In primis far conoscere la notevole varietà di habitat e specie inserite nella Rete Natura 2000, istituzione ignota a gran parte della collettività, ciclisti inclusi. Quindi, non secondario, incentivare un utilizzo altro del mezzo bicicletta, dove l’approccio sportivo cede spazio a un utilizzo più disteso e tranquillo.
La Direttiva comunitaria Habitat (da cui discende la creazione di Rete Natura 2000) è la conferma che la tutela e ripristino degli ambienti naturali (progetti LIFE, appunto) è questione sovranazionale. E non potrebbe che essere così: una questione globale per eccellenza.
Ma non basta. Direttive e norme sono importanti ma non sufficienti se non si pone anche il problema in termini culturali. Missione ardua, epocale, per la quale occorre individuare strategie e mezzi adatti.
Fra questi mezzi rientra a pieno titolo la bicicletta. Tuttavia il mezzo non è sufficiente se il pedalatore non è predisposto.
Ciclo-turismo o Ciclo-naturalismo
Bici e natura è un’attività in gran parte da inventare, uscendo dagli schemi consolidati. I corridori hanno creato il mito, hanno fatto la storia delle due ruote a pedali. Ma, come detto, l’approccio agonistico non serve allo scopo. E neppure il più recente approccio molto tecnico, atletico, tipico dei bikers da sterrato, è adatto, anche se il loro ambiente di performances è più naturale. Il ciclista deve farsi esploratore. Saltare in sella, lasciare la via nota per andare su una delle tante stradine che corrono lungo una roggia o lungo un rio, alla ricerca della sorgente …
Andatura moderata, capacità di osservare, voglia di conoscere. Non c’è miglior fattore di tutela della conoscenza, della fruizione informata e consapevole. La natura ha bisogno di essere conosciuta, rispettata e, nell’era detta antropocene anche di aiuto. Di assistenza.
Il nord-ovest italico d’altronde è terra di varietà per antonomasia: pianura, collina e montagna. Non c’è che l’imbarazzo della scelta (sistema delle aree protette e Rete Natura 2000 interessano il 17% del territorio).
Il corso del Po innanzitutto, interessato dal Progetto VENTO. I suoi affluenti, in gran parte forniti di percorsi dedicati (bici e acqua, sinergia naturale). La piana del riso, le residue baragge, le zone di campagna non ancora preda di coltivazioni industriali.
Per apprezzare queste preziosità c’è la guida: Cicloturismo nella natura in Piemonte.
Un viaggio a pedali attraverso la natura del Bel Paese
La prima tappa del percorso partirà da Roma il 10 aprile. Nel corso del 2018 si attraverseranno il Lazio e l’Umbria, poi il Friuli-Venezia Giulia e quindi la Sardegna. Nel 2019 toccherà a Piemonte, Puglia e Sicilia.
Ogni percorso settimanale sarà diviso in 4 tappe lunghe (dal martedì al venerdì) e una breve il sabato, durante la quale sarà stimolata la partecipazione della cittadinanza per promuovere un utilizzo alternativo e sostenibile dei territori e soprattutto per diffondere la conoscenza dei siti della Rete Natura 2000.
Info: www.isprambiente.gov.it
Fonte piemonte parchi