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Bel successo per la Cagliari-Poetto, tre giorni di gare in acque libere


Si è svolta dal 10 al 12 settembre la Cagliari – Poetto, una tre giorni di nuoto in acque libere nelle quale gli atleti si sono sfidati su tre diverse specialità: fondo, mezzo fondo e gran fondo.

I nuotatori hanno offerto al pubblico presente un ottimo spettacolo, anche grazie alla qualità del livello degli atleti in gara: fra tutti da sottolineare le presenze di Andrea Volpini, Edoardo Stochino, Mattia Alberico e Rachele Bruni.

E come da pronostico, sono stati loro i grandi protagonisti.

Nella prima giornata di gara era in programma la gran fondo di 16 chilometri, competizione che finalmente è stata organizzata per la prima volta per il circuito FIN, aperta ai nuotatori master. Vince Edoardo Stochino, della Nuotatori Genovesi, con il tempo di 3h02’57, davanti ad Andrea Volpini delle Fiamme Oro, 3h04’04 e Mattia Alberico, Nuotatori Genovesi, con il tempo di 3h04’06.

Fra le donne Rachele Bruni fa valere la sua superiorità. L’atleta del Forun Sport Center vince con il tempo di 3h19’10, davanti a Laura Volpi, Sogeis, giunta in 3h31’58 e Daniela Calvino del Nantes Club, con 3h42’52.

Nella seconda giornata il mezzo fondo, 3,8 chilometri. Cambiano le distanze, non i protagonisti. C’è la volata per la vittoria se l’aggiudica Andrea Volpini, con il tempo di 45’36. Dietro di lui Edoardo Stochino con 45’37 e terzo Corrado Sorrentino dell’Atlantide con 48’28.

Meno combattuta la gara femminile, nella quale ancora Rachele Bruni è assoluta dominatrice. Vince con il tempo di 48’29. Ancora Laura Volpi seconda con il tempo di 51’27, davanti a Francesca Annis, giunta al traguardo in 53’03.

Nell’ultimo giorno di gare il fondo, sulla distanza di 7,2 chilometri.

È Andrea Volpina vincere in 1h17’13, davanti al solito Strochini che completa la sua prestazione in 1h17’21. Terzo Mauro Coni dell’Esperia con 1h22’46.

Fra le donne solito dominio della Bruni, che regola le avversarie con il tempo di 1h25’17. Seconda nuovamente Laura Volpi con 1h30’54 e terza Francesca Anni dell’Atlantide con 1h33’39.

Il trofeo a squadre se l’è aggiudicato l’Atlantide di Elmas, davanti al Rari Nantes e di Cagliari e la Sport ER di Sassari.

Di seguito, il racconto della tre giorni di gara di un protagonista diretto, il nuotatore Alessandro Pilati:

Sono reduce dalla gran fondo Cagliari-Poetto svoltasi pochi giorni fa, dove quella che doveva essere un’impresa personale è diventata un’esperienza natatoria per me ora unica, appagante e piena di emozioni Da quando ho visto il calendario gare all’inizio di questa stagione, l’attenzione era caduta sulla gara 18 chilometri della Cagliari-Poetto e da quel momento, ogni volta che pensavo al programma di allenamento mensile quell’appuntamento era presente come un tarlo.

Marco Paghi, icona del nuoto in acque libere italiano, ritiene che spostare il proprio limite è quasi la conseguenza dello sportivo che ricerca emozioni. Così dopo qualche anno di esperienza sulle distanze tra i sette ed i dieci chilometri, mi sono convinto che poteva essere il momento giusto.
Convinzione rafforzata quando l’organizzazione della gara ha informato della riduzione del percorso da 18 a 16 chilometri. L’ho preso come un invito, l’inizio di una scommessa con me stesso che è diventata automaticamente la mia nuotata dell’anno.

L’idea di partenza è sempre stata di poterla finire senza soffrire, sfruttando il massimo del mio allenamento mirato per le gare di fondo. Quest’aspetto ha reso la scommessa ancora più affascinante.

Dopo essermi organizzato a puntino, studiando nei dettagli il percorso ed il rifornimento, con tanto di realizzazione del bastone per rifornirmi ed aver preso contatto con chi mi avrebbe affiancato durante la gara, dovevo solo tuffarmi in acqua e nuotare.

Il tratto di mare del percorso della Gran Fondo di Cagliari è sensazionale, in particolare la prima parte, fatta di scogliere impetuose e suggestive a picco sull’acqua, dove il mare aperto si fa sentire e si percepisce la grandezza del luogo.
Arrivati all’altezza della spiaggia del Poetto il tracciato, seppur incantevole con un fondale piatto e sabbioso, regala meno emozioni, consentendo però di concentrarsi sulla propria nuotata e la meta da raggiungere.

Peccato per il forfait di alcune imbarcazioni, tanto da non consentirne una per ogni atleta ed obbligando ad associare più di un partecipante ad un mezzo d’appoggio.
Questo inconveniente ha caratterizzato la gara di diversi atleti, come la mia ad esempio, dove ho fatto la gara da solo per metà percorso. Per fortuna la mia barca è stata sempre presente ogni qualvolta dovevo rifornirmi.

Pur faticando psicologicamente nel tratto finale, più che risentirne a livello fisico come invece pensavo alla vigilia, ho chiuso i 16 chilometri in 3h51’40, vincendo la classifica under 40.

Dopo la 16 chilometri, appagato del risultato e quindi senza velleità particolari, ho partecipato anche alle due prove del fine settimana, per un totale di 28 chilometri percorsi, cercando di godermi il paesaggio e la natura.

Gli aneddoti da ricordare di questa gita fuori porta sono diversi:
– l’ansia della borsa da nuoto che la compagnia aerea non aveva imbarcato e che ho riavuto il giorno prima della gara solo perché mi ero impuntato sul disservizio;
– la barca d’appoggio che mi ha protetto mentre un’altra che non centrava nulla mi passava davanti. Palese che dal quel momento per il resto della gara ero preoccupato quando rimanevo da solo;
– il coraggio dei ragazzini di 10 anni che hanno partecipato alla gara di Mezzo Fondo, dove le condizioni erano pessime ed al limite della sicurezza, con onde alte un metro e mezzo abbondanti che sballotavano chiunque lungo il tracciato;
– le decine e decine di meduse incontrate verso la fine della prova di Fondo: incurante del risultato ho lasciato andare il mio gruppetto e mi sono messo a fare lo slalom tra le jellyfish e rimanendo meravigliato per la quantità di vita sott’acqua;
– il piacere di poter nuotare con, o meglio inseguire atleti di alto livello assenti nelle altre competizioni FIN di acque libere, come Corrado Sorrentino, Alberto Montini e Enrico Follese;
– la classifica master suddivisa per Under ed Over 40 maschile e femminile. Una novità per chi è invece abituato a confrontarsi anche in base alla propria categoria. Sicuramente un risparmio in termini di premi ma che per il pubblico master pare purtroppo semplicistico, abituato a cercare un minimo di gratificazione per i propri sforzi anche in un banale terzo posto di categoria (a volte su tre concorrenti);
– la leggerezza di alcuni giudici nel controllare, o meglio non controllare, gli atleti. Nessun appello e controllo dei costumi sono stati eseguiti se non nella gara di Fondo;
– la continua disponibilità dell’organizzazione ad assecondare le necessità dei partecipanti, fornendo sempre il servizio di navetta per ogni spostamento;
– i gustosi amaretti sardi, una bomba calorica che più di uno si fa fatica a mangiarne;
– la felicità di mia figlia appena sono ritornato a casa. Impagabile!

Per maggiori informazioni su gare, calendari e gallerie fotografiche

http://www.nuotoacquelibere.com/

Marco Ceste