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Angela Reiter e Ramon Puigblanque trionfano nel Rock Master 2009

Il 6/09/09 Ad Arco (Lago di Garda Trentino) l’austriaca Angela Eiter
ha vinto il suo quinto Rock Master, lo spagnolo Ramòn Julien
Puigblanque invece ha centrato la sua quarto trofeo ad Arco. Con
questa vittoria raggiungono i record dei miti Lynn Hill e François
Legrand. Al 2° posto l’austriaco David Lama e la slovena Mina
Markovic, al 3° la coreana Ja-Jn Kim e Adam Ondra della Repubblica Ceca.

A volte i campioni ti commuovono. E mai come questa volta è stato
così. Perché il Rock Master è sempre una conquista, nulla è scontato e
nulla può essere lasciato al caso. Qui bisogna arrampicare con il
cuore, con la testa e con la forza. Bisogna crederci fino alla fine.
E’ così che Angela Eiter ha scalato l’impossibile classifica risalendo
fino a ri-prendersi questo Rock Master. E’ con la forza e una
progressione innarrestabile che Ramon Julian Puigblanque ha mantenuto
la testa della classifica vincendo alla grandissima. Per Angela è la
quinta vittoria del Rock Master per Ramon la quarta. Entrambi
raggiungono il top dell’albo d’oro affiancandosi a due mostri sacri
come Lynn Hill e François Legrand. E questo dice tutto anche sulla
loro grandezza!

Questo è stato il Rock Master delle sorprese che ha unito, nello
spazio di un mattino, le grandi delusioni alle più grandi emozioni che
solo lo sport ad altissimo livello sa dare. Angela Eiter era quarta
dopo la prova on-sight di ieri. Davanti aveva la francese Charlotte
Durif, la straordinaria coreana Ja-Jin Kim ma soprattutto Johanna
Ernst, la connazionale appena 17enne che dall’anno scorso l’ha
spodestata dal trono di regina vincendo tutto quello che c’era da
vincere, compreso il Campionato del mondo. Ieri la Ernst era stata
l’unica a salire davvero regalmente fino al top della via. Dunque in
questa seconda prova sulla via lavorata, chi poteva puntare
qualcosa
sulla Eiter?

La risposta è arrivata dopo che in campo erano già scese la francese
Caroline Ciavaldini, la giovanissima meranese Alexandra Ladurner, la
svizzera Alexandra Eyer, la tedesca Juliane Wurm e la slovena Maya
Vidmar. Ormai si sapeva che la via era da subito complicata
soprattutto nella traversata che chiudeva la prima parte. Era
difficile ma anche bellissima quella traversata. Solo la Ciavaldini
l’aveva interpretata benissimo ma poi non aveva avuto la forza di
proseguire. Meno bene era andata alle altre. Compresa la Vidmar, alla
vigilia una delle pretendenti al podio, che è addirittura caduta più
bassa dell’esordiente Ladurner. Insomma, anche se nessuna s’è
risparmiata la bella lotta che quel traverso imponeva, la speranza di
vedere cosa c’era sopra si esauriva sempre di più. Poi, appunto, è
scesa in campo Angela Eiter. E da subito si è capito che sarebbe stata
lei a puntare su se stessa.

Eiter in versione lottatrice ha sofferto, spinto, rischiato e ha
trovato il bandolo di quel traverso davvero perverso. E poi si è
lanciata verso l’alto in una cavalcata che il pubblico ha vissuto come
una liberazione. La Eiter, spinta dagli applausi, è andata altissima
quasi fuori dal grande tetto ad onda spendendo fino all’ultimo
briciolo di forza. E’ stata grande, come immenso è stato il saluto che
il pubblico di Arco le ha tributato. Ci sono ancora, sembrava dire la
Eiter. E l’infortunio che mi ha tenuta fuori per un anno ormai è
dimenticato. Sì, è stato commovente ritrovare questa campionessa.

Ancora nessuno lo sapeva, ma quell’emozione alla fine sarebbe stata
ancora più grande. Dopo la Eiter, è la slovena Mina Markovic a
scendere in pista. E’ quasi uno spareggio perché le due sono appaiate
al 4° posto insieme all’altra slovena, Nataljia Gros. La Markovic
innesta davvero una progressione super ma cade toccando proprio la
presa che invece aveva tenuto la Eiter prima di terminare la sua
corsa. Poi c’è l’inattesa débacle di Natalija Gros, la terza slovena
in gara, pure lei vittima dellla traversata malefica. Ma è ancora dopo
che succede quello che nessuno si sarebbe aspettato. Ancora devono
correre la Durif, la rivelazione Kim ma soprattutto la straordinaria
Ernst.

Intanto parte la prima sezione della gara maschile. La via è
lunghissima. Sono 60 movimenti e nessuno riesce ad intuire chi potrà
davvero andare fino alla fine, se non gli eterni duellanti, il basco
Patxi Usobiaga e il catalano Ramòn Julian Puigblanque che con il top
della prima giornata comandano la classifica. Oltre, naturalmente, ad
Adam Ondra il ragazzino terribile che è al 3° posto provvisorio e che
nella prima manche on-sight è arrivato ad un soffio dalla fine della
via. I pronostici sono tutti per loro. Ma già da subito è Jorg
Verhoeven ad andare con una straordinaria corsa veramente altissimo.
L’olandese ieri era andato ben al di sotto delle aspettitive di tutti:
solo 12°. Oggi però sembra ritornato ad essere il campione che tutti
conoscono, quello che ha vinto la Coppa del mondo 2008. O forse è la
via che è troppo facile…

Naturalmente non è così. Su questa corsa che ti massacra pian piano
togliendoti un po’ alla volta lucidità e forze, uno dopo l’altro
cadono tutti, quando ancora il viaggio è lontano dalla fine. E’ una
sorte che tocca all’ucraino Valeriy Kryukov, al tedesco Thomas
Tourpon, ma anche al varesino Flavio Crespi che però dimostra di star
ritrovando forma e condizione dopo la lunga assenza dalle gare per
infortunio. Cade anche, ben prima di quanto facesse sperare la sua
solita travolgente corsa, un campione e guerriero di mille battaglie
come Tomás Mrazek. Preceduto nella stessa sorte, e alla stessa
altezza, dal francese Romain Desgranges e dallo sloveno Klemen Becan.
A differenza dello svizzero Cédric Lachat che ingrana una delle sue
solite inattese performance andando quasi a prendere il punto più alto
toccato da Verhoeven, cosa che per poco non riesce anche all’austriaco
(scatenatissimo) Jakob Schubert.

Insomma sembrava andare tutto come previsto, e ormai si attendeva solo
il terzetto di testa quando è arrivata la bomba David Lama. La corsa
del 19enne fuoriclasse austriaco è stata da subito travolgente. Un
vero treno che ha trovato il modo di riposarsi a metà via
incastrandosi spalle alla parete e faccia al pubblico sotto al grande
tetto per poi andar via con una progressione che ha fatto balzare in
piedi tutto il pubblico. Altro riposo incastrato in stile
uomo
bicuneo nel passaggio tra le due pareti e poi via ancora fino al volo
finale con il pubblico tutto in piedi ad accogliere il suo ritorno in
terra. Grandioso!

E’ così che è arrivato il gran finale. Quello con i primi tre della
classifica maschile e femminile che alternativamente sono scesi
nell’arena per conquistare il podio. Ma la pressione di una gara come
il Rock Master era pronta ancora una volta a giocare il suo ruolo.
Così la francese Charlotte Durif cade sempre lì, in basso, nella fossa
delle Marianne del traverso. Dal canto suo Adam Ondra inizia una corsa
travolgente e a velocità supersonica supera in un baleno tutti i
passaggi. E’ uno spettacolo vederlo salire, poi però quando tutti lo
pensano già predistinato al top cade, proprio lì dove è volato anche
Lachat. Dall’altra parte tocca Ja-In Kim, che da come passeggia su
quel crux che ha fermato tutte sembra destinata al cielo. Ma non è
così: la coreana si ferma all’inizio della grande onda, ben aldisotto
della Eiter e della Markovic.

Va tutto o quasi contro pronostico, insomma. Così quando parte
Usobiaga nessuno crede a quello che vede: il campione del mondo ha
appena iniziato la via quando gli scivola un piede e cade. Anche lui
come la Durif ha perso il treno per il podio. E’ già incredibile così,
ma il massimo arriva quando anche a Johanna Ernst succede
l’impensabile: la campionessa del mondo cade dopo pochissime prese, lì
dove nessuna aveva sbagliato. Anche lei è fuori dal podio, anzi come
Usobiaga precipita al 7° posto. Mentre ormai la Eiter è d’oro
precedendo di un niente la Markovic.

Quando parte Puigblanque nessuno sa più cosa pensare e soprattutto
cosa ancora aspettarsi, fuorché lui che corre con la solita leggerezza
saltando e volando da appiglio ad appiglio. Una danza fatta di forza
ed eleganza che tra le ovazioni del pubblico arriva lontanissima,
quasi a prendere la catena di fine via. Poi c’è solo il tripudio di un
pubblico che lo proclama ancora una volta il re di Arco.

Finisce così il 23° Trofeo Rock Master. Con Charlotte Durif e Cédric
Lachat al 4° posto, Ja-In Kim e Adam Ondra al 3° , Mina Markovic e
David Lama al 2°, e con Angela Eiter e Ramon Julien Puigblanque che
arrivano al top dell’albo d’oro del Rock Master ma anche della
felicità e della commozione. Una commozione che sicuramente un po’
avrà toccato anche Leonardo Di Marino e Donato Lella, i tracciatori
delle magnifiche vie di gara. Hanno rischiato molto con queste vie
davvero durissime, ma alla fine hanno avuto ragione loro: la gara è
stata davvero molto bella.

Ma è ancora presto per dire la parola fine alla grande maratona del
Rock Master: c’è ancora il Duello del Trofeo Ennio Lattisi, e bisogna
aspettare il pomeriggio per chiudere lo spettacolo. Così nell’ormai
classico ed esaltante duello uno contro uno riservato ai primi quattro
del Trofeo Rock Master, Lachat conquista la finale battendo
Puigblanque mentre Ondra batte Lama. Nella finalina invece è
Puigblanque che dopo una corsa esaltante ha la meglio proprio di un
soffio su Lama. Ma lo sprint più emozionante è sicuramente quello del
testa a testa per l’oro dove, dopo un recupero prodigioso, Ondra cede
di pochissimi centesimi la vittoria a Lachat. Nel duello femminile
invece è la Kim che vince battendo la Eiter in finale, dopo che la
Markovic aveva conquistato il bronzo contro la Durif.

Tutto questo è successo al Rock Master in una delle gare più belle,
emozionanti, imprevedibili ed incredibili che si siano mai state
disputate ad Arco. Tutto questo hanno visto, vissuto, applaudito i
10.000 spettatori del mitico Climbing Stadium. Anche loro uno
spettacolo nello spettacolo che non mancherà di rinnovarsi il prossimo
anno per un appuntamento che già si annuncia unico: lo specialissimo
Rock Master che si disputerà dal 16 al 17 luglio 2010 come prova
generale per gli IFSC Climbing World Championships che Arco ospiterà
nel 2011. Come dire che la Città di Arco continua ad essere il Centro
del mondo dell’arrampicata sportiva!

Comunicato stampa Rock Master – Vinicio Stefanello

Giancarlo Costa

Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006.