Se ne andava dieci anni fa Marco Pantani. Nessuno come lui nella storia del ciclismo
Moriva esattamente dieci anni fa Marco Pantani, il 14 febbraio del 2004.
Moriva quello che è stato uno dei ciclisti più forti e amati di tutti i tempi, uno fra i più grandi atleti della storia dello sport italiano.
Pantani ha saputo emozionare come prima di lui, solo Fausto Coppo ha saputo fare sulle due ruote. Perchè Pantani è stato forse il più forte di sempre proprio sul terreno che fa soffrire, piangere, urlare e che più ti avvicina alla gente, non solo con i sentimenti ma anche fisicamente: la salita. Non la salita quella per tutti, ma le ascese più dure del ciclismo mondiale. Lì, Marco sapeva dare il meglio di sé, lì ha costruito la sua fama, la sua carriera, le sue vittorie.
Pantani è nato il 13 gennaio del 1970 a Cesena e se n’è andato all’età di soli 34 anni, a Rimini. Molte, anzi troppe le parole che in questi anni sono state spese per discutere, indagare e criticare la vita, le imprese e la morte del Pirata.
Chi ama lo sport, chi ama il ciclismo, vuole ricordare Pantani semplicemente per quello che è stato, cioè un uomo come tanti, con le sue debolezze e le sue forze, ma un atleta come pochi se ne sono visti nel panorama sportivo internazionale negli ultimi cinquant’anni. Marco l’asfalto che saliva lo mordeva, lo attaccava e quasi sempre era lui a uscirne vincitore. I suoi allunghi erano un misto di cattiveria e classe e la sua grinta paragonabile a quella di pochi altri. Per questo, lo chiamavano Il Pirata.
Nel 1998 ha esaltato come non mai i suoi tifosi e una nazione intera, riuscendo in un’impresa storica: vincere nello stesso anno Giro e Tour.
Purtroppo, nella sua breve esistenza non è mai stato assistito dalla fortuna, fra incidenti in allenamento e in gara. Poi, il brutto capitolo delle vicende legate al doping. Nel 1999 l’episodio che più lo ha scosso, dal quale non ha saputo risollevarsi: l’esclusione dal Giro d’Italia.
Lo stesso Charly Gaul, considerato il più grande scalatore di sempre, aveva dichiarato che Pantani era più forte anche di lui.
Proprio così vogliamo ricordarlo il Pirata: immaginarlo lassù che continua a pedalare, a faticare sulle salite più impervie. Perchè lui è stato, e sempre rimarrà, uno dei più forti ciclisti di tutti i tempi.