Aleksandra Dawidowicz e Pauline Ferrand Prevot vincono l’oro nell’Under23 e nelle Juniores femminili a Canberra
Continuano le gare in Autralia, a Canberra quest’oggi è stata la volta del cross country per le ragazza più giovani, Under23 e Juniores.
La prima gara in programma è stata quella delle Juniores con soltanto 30 ragazze al via, nessuna italiana purtroppo, le tre favorite per il titolo erano la tedesca Mona Eiberweiser, la francese Pauline Ferrand Prevot e la svizzera Michelle Hediger.
Sono proprio le ultime due a sorprendere la tedesca fino dalle prime battute portandosi in testa e lasciando indietro la favorita numero uno, al primo giro i secondi di vantaggio dei due battistrada è già importante oltre il mezzo minuto e alle loro spalle si piazza Noga Korem e ancora più staccate Anne Terpstra, Candice Neethling e Elise Marchal.
Le due battistrada continuano il loro lavoro in testa e alle loro spalle si scatena la bagarre con la Neethling che prova un attacco deciso e inizia a superare le avversarie chiudendo il giro con il tempo migliore delle due battistrada e transitando sul traguardo terza staccata a meno di 30 secondi.
Nell’ultimo giro la francese decide di scollarsi l’avversaria, in piano e nei tratti più tecnici ci riesce ma la Hediger è più forte in salita e torna a farsi sotto. La francese però resiste e va a chiudere in testa la gara con circa 20 secondi sulla svizzera Michelle Hediger, terza la stupefacente Candice Neethling.
Tra le Under23 le iscritte sono state 35, pronti via! anche qua due atlete che riescono a staccare le avversarie e condurre in testa, sono Alexandra Engen per la Svezia e Aleksandra Dawidowicz, le due riescono anche ad avvantaggiarsi delle cadute delle avversarie più quotate. Al secondo giro la polacca prova a staccare l’avversaria in salita e ci riesce, la sua è una pedalata più vivace e si vede.
I giochi si decidono all’ultimo giro, la polacca continua a spingere in testa mentre la svedese paga dazio è si arrende difendendo l’argento dall’attacco della francese Bresset che chiude la gara in maniera epica senza un pedale e con una ferita sulla caviglia.
Fonte: uci.ch e solobike.it